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La Stanza Accanto: Pedro Almodóvar e le sue donne, tra la vita e la morte | Recensione

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Il sesto giorno del Festival di Venezia ci accoglie con il ritorno di Pedro Almodóvar, a tre anni dalla sua ultima apparizione nel Concorso con Madres Paralelas. Con La Stanza Accanto (The Room Next Door), il regista spagnolo ci offre un’opera che segna un passo importante nella sua carriera: il suo primo film in lingua inglese. Al centro di questo viaggio intimo e riflessivo, troviamo due attrici straordinarie, Julianne Moore e Tilda Swinton, che incarnano tutte le sfumature dell’essere umano, intrecciando le loro anime in una danza sulla vita e la morte, uno dei temi più cari alla recente filmografia di Almodóvar.

Se Dolor y Gloria rappresentava il testamento cinematografico del regista, un’indagine sull’esistenza di un artista di fronte all’ineluttabile scorrere del tempo, e Madres Paralelas rifletteva sulla morte attraverso il prisma dell’appartenenza e delle radici, con La Stanza Accanto Almodóvar porta la sua riflessione su un piano ancora più esistenziale. In un mondo dove i cambiamenti climatici e il suicidio assistito si intrecciano con i temi tradizionali del suo cinema e della cultura spagnola, il regista ci invita a un dialogo profondo e universale.

La Stanza Accanto, una storia di amicizia e morte

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Tratto dal romanzo Attraverso la Vita di Sigrid Nunez, La Stanza Accanto narra la storia di Ingrid (Julianne Moore), un’autrice che si trova a confrontarsi con il suo più grande terrore: la morte. Per Ingrid, la morte è qualcosa di innaturale, e quando scopre che Martha (Tilda Swinton), una cara amica d’infanzia con cui aveva rotto i rapporti per una sciocchezza, è malata di cancro al terzo stadio, la sua visione della vita viene completamente sconvolta. Decide così di assistere Martha negli ultimi momenti della sua vita, ritrovandosi a convivere con lei in una casa immersa tra i boschi, circondata da una natura rigogliosa e vibrante.

In questo spazio sospeso, le due donne si confrontano sui grandi temi dell’esistenza, aprendo i loro cuori l’una all’altra. Ingrid intraprende un percorso di accettazione della morte, comprendendo che ogni inizio deve necessariamente avere una fine, mentre Martha ripercorre il suo passato, raccontando il lavoro da giornalista di guerra, le relazioni che hanno segnato la sua vita, e il complicato rapporto con la figlia. È un dialogo profondo, in cui la vita e la morte si riflettono l’una nell’altra, fondendosi in un’unica, struggente meditazione.

Le Donne di Almodóvar: icone di forza e fragilità

La Stanza Accanto si muove tra passato e presente, senza aprire finestre sul futuro, in un’ambientazione che Almodóvar riduce a spazi chiusi, quasi claustrofobici, in cui i personaggi vivono sotto la lente d’ingrandimento del regista. Questa scelta stilistica, con inquadrature strette e ravvicinate, conferisce al film un tono teatrale, quasi morboso, ma permette anche di penetrare nell’essenza delle protagoniste, rivisitando la storia originale di Nunez per mettere a fuoco il dialogo tra le due donne.

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Ingrid e Martha, come tutte le donne del cinema di Almodóvar, sono personaggi complessi e sfaccettati. Sono forti e resilienti, ma anche profondamente vulnerabili, capaci di emozioni intense e contrastanti. Sono donne che navigano attraverso le avversità con forza e grazia, autodeterminando la propria identità in un mondo spesso ostile.

Un’Almodóvar in lingua inglese: la sfida dell’espressività

La decisione di girare il film in inglese, con due attrici non spagnole, segna una differenza significativa rispetto ai precedenti lavori di Almodóvar. Laddove il regista spagnolo ha sempre fatto leva su un’espressività intensa, passionale e ritmata, in La Stanza Accanto il passaggio all’inglese e l’interpretazione di Moore e Swinton, per quanto impeccabili, donano al film una tonalità più fredda e distante.

I dialoghi, costruiti su una narrazione più enfatica e trasportata, tipica delle grandi donne di Almodóvar come Manuela e Agrado in Tutto su mia madre o Raimunda in Volver, risultano qui più artificiali, a tratti retorici, e meno coinvolgenti.

Man mano che ci si abitua all’effetto, tuttavia, la sensazione di distacco si attenua, grazie anche a momenti di scrittura più sarcastica, pur sempre venati da quel mood agrodolce che è il marchio di fabbrica di Almodóvar. Moore e Swinton formano una coppia affiatata e convincente, ma l’impressione che qualcosa manchi rimane. La mancanza delle sonorità e dei colori tipici della recitazione spagnola priva il film di quel trasporto e di quella visceralità che avrebbero potuto renderlo ancora più potente.

La Morte come Motore della Vita

Nel cinema di Almodóvar, la morte non è mai solo un punto finale, ma spesso un punto di partenza per esplorare la vita dei personaggi. In La Stanza Accanto, la morte è il fulcro attorno al quale ruota tutto, la scintilla che mette in moto la narrazione e il legame che unisce e contrappone le due protagoniste.

Almodóvar gioca con le contrapposizioni, inserendo scene in cui Martha e Ingrid si confrontano su questo tema, mentre intorno a loro la vita risplende nella sua bellezza naturale. Nella seconda parte del film, il regista esplora anche il modo in cui la morte ci circonda quotidianamente, non solo nel ciclo naturale della vita, ma anche nel modo in cui trattiamo il mondo che ci ospita.

Sono questi i momenti in cui Almodóvar riesce a esplorare al meglio le relazioni umane, ponendo i personaggi in conflitto, ma sempre con un’apertura verso l’altro, offrendo un ventaglio emotivo il più vasto possibile. E, nonostante tutto, il regista non si abbandona al pessimismo: lascia sempre un piccolo bagliore di speranza, quella nota agrodolce che rende il suo cinema così unico e immediatamente riconoscibile.

Un viaggio nel cinema di Almodóvar

Con La Stanza Accanto, Almodóvar ci offre ancora una volta un viaggio nelle profondità dell’esperienza umana, dove la morte, i rapporti umani e le figure femminili ritornano, reinterpretati in modi nuovi. Tuttavia, questa pellicola non riesce a raggiungere l’intensità delle sue opere più acclamate, rimanendo in qualche modo intrappolata nella scelta di una lingua che limita l’espressività della sceneggiatura, nonostante le straordinarie performance di Julianne Moore e Tilda Swinton.

Ciononostante, La Stanza Accanto è un film che invita a riflettere, a fare i conti con noi stessi e con gli altri, e soprattutto sul modo in cui scegliamo di vivere, magari cercando di fermarci un attimo prima che sia troppo tardi.

La Stanza Accanto sarà al cinema dal 5 dicembre con Warner Bros.

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  • Almodóvar, Pedro (Autore)
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