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La solitudine di Paperone

Due settimane fa, ormai nella mia vita in quattordici giorni posso sorgere e cadere imperi per quanto sta diventando movimentata, due settimane fa sono incappato, inciampato diciamo, nel numero 3003 di Topolino.
Ormai le festività per il monumentale numero tremila si sono concluse ma non per questo il Topo ha smesso di stupirci, ovviamente mi sto riferendo al meraviglioso lavoro di Mottura e Artibani, Moby Dick.
Ma non ho letto niente, ho comprato, notato e messo via. Sette giorni dopo, senza che la voce al telefono di Samara me lo ricordasse, ho acquistato il numero 3004, la seconda parte dell'epica (anche se allora non ne avevo idea) storia di Melville riadattata a figura di papero.
Girata l'ultima pagina e alzato il capo verso la parete della stazione nella quale mi trovavo e, solo allora, ho capito.
Ho capito che tutti i personaggi custoditi nel settimanale più famoso d'Italia vivono felici, lo sappiamo, sorrisi a profusione tra avventure, sogni e fantastici viaggi. Non c'è niente di male.
Ma tra i becchi e i musi che dipingono un sorriso, fra tutti quei nasi arricciati per le risate e tutti quei baloon pieni di ilari vocali, c'è un personaggio, uno soltanto, che secondo me è solo.
Mickey non è solo, ha Minnie, Pippo e perfino nemici che in un certo senso distorto lo stimano e lo rispettano. 
Non prendiamoci in giro: i “cattivi” Disney sono praticamente immuni alla solitudine, senza contare i Team Up riescono sempre a tenersi occupati, insistere e non pensarci 
Paperino ha una sua vita con il giovane trio,  non è certamente solo, tra nipoti, cugini e la sua dolce Daisy.
Ma Paperon De Paperoni? Il papero più ricco del mondo, chi ha? Certo, ci sono nipoti e parenti vari che lo accompagnano nelle sue avventure, ha perfino l'innamorata Brigitta (anche se lui non vorrebbe)  ma essi non sono, passatemi il termine, “suoi”.
Paperone ha solo tanti nemici, cospiratori, ostacoli da superare, chi gli sta attorno o è pagato per farlo, oppure, se non vuole distruggerlo, viene preso in prestito da un'altra vita, come capita con Paperino.
Paperone, Barks e Rosa ci insegnano: Paperone ha tanti ricordi, una grande vita ma questo non può che aumentare la solitudine del papero più ricco del mondo.
Un'eternità di sacrifici per raggiungere un sogno e un'altra infinita vita per mantenerlo.
Per questo, nella parodia Disney dedicata al classico di Melville, Paperone è Achab. Il capitano che sfida gli dei per la sua folle caccia, il marinaio che ha visto la morte negli occhi e ora vuole strapparle quel sorriso dalla faccia.
Achab è solo nella sua guerra, circondato da uomini, ma terribilmente solo. Perché è così che ci si sente quanto si mette il proprio sogno davanti a tutto. L'importanza della solitudine per raggiungere i propri scopi è vitale, perché se devi abbattere una Balena Bianca, o diventare il Papero più Ricco del mondo, devi farlo da solo.
Quando sarai in cima alle tue monete, o legato al cadavere di un titanico cetaceo, solo allora che avrai raggiunto il tuo scopo capirai che, se ci fosse stato qualcun altro con te, sarebbe stato un peso, ti avrebbe rallentato.
Io porgo i miei omaggi alla solitudine, senza di essa saremmo troppo occupati a scorgere il nostro riflesso negli occhi di un altro invece di guardarci dentro e scoprire i nostri limiti. Come Achab, come Paperone.
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