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Rome Total War 2: Delenda est Carthago

Piane di Pidna, Macedonia, 168 a.C.

Fabio Petronio Secondo raccolse le insegne della legione e lanciò una lunga occhiata, fino al mare, alla vastità della pianura. Alle sue spalle, ai piedi delle colline, poteva scorgere l’accampamento dove l’esercito romano aveva passato la notte e, più oltre, le pendici che conducevano al Monte Olimpo, dimora degli dèi. Lui e Scipione avevano affrontato la scalata tre giorni addietro, sfidandosi a chi raggiungeva per primo la vetta, stravolti dall’entusiasmo in previsione della loro prima esperienza di battaglia. Dalla cima coperta di neve avevano lasciato correre lo sguardo verso settentrione, attraverso le sconfinate piane di Macedonia, antica patria di Alessandro il Grande, e, sotto di loro, erano riusciti a individuare il luogo in cui il successore di Alessandro,Perseo, aveva radunato la flotta e schierato il suo esercito per prepararsi allo scontro decisivo con Roma. Da lassù, quasi accecati dal riflesso del sole sulla neve e con le nuvole che si rincorrevano ai loro piedi, si erano davvero sentiti come delle divinità, come se il potere di Roma, che li aveva condotti così lontano dall’Italia, fosse ora una forza inattaccabile, come se nulla potesse ormai intralciare il cammino delle loro future conquiste.

Questo è l'incipit del romanzo Total War Rome: Distruggi Cartagine, di cui abbiamo potuto leggere il prologo in anteprima. Il romanzo, disponibile da oggi in libreria, narra le gesta di Fabio Petronio Secondo e della sua ambiziosa carriera militare che lo porterà, da centurione, a partecipare alla terza guerra punica e, spoiler alert, alla distruzione di Cartagine.
Quello che abbiamo avuto il piacere di leggere in anteprima è il resoconto della prima battaglia a cui Fabio prende parte, che è nientemeno che la battaglia di Pidna, ossia il momento culminante della terza guerra di Macedonia, il conflitto che ha portato alla sconfitta del re macedone Perseo e, qualche anno più tardi, alla definitiva conquista della regione da parte di Roma. Fabio, allora un giovane e inesperto aquilifero, incontrerà fin da subito celebri personaggi storici, dal console Lucio Emilio Paolo, il comandante dell'esercito romano in Macedonia, a Polibio, nobile greco e importante cronista delle guerre puniche, passando naturalmente per Scipione Emiliano, giovane condottiero che sarà il protagonista assoluto degli eventi riguardanti Cartagine.
Parliamo di “piacere di leggere” non a caso, le pagine che abbiamo avuto in mano non sono tantissime, eppure le abbiamo divorate: David Gibbins, l'autore del romanzo, riesce in un colpo solo a creare situazioni interessanti e personaggi la cui sorte ci sta a cuore, a ricreare alla perfezione l'esaltante sensazione che si prova quando si gioca a un capitolo della serie Total War e si domina dall'alto il campo di battaglia, quando si è chiamati a prendere decisioni tattiche fondamentali da cui dipenderanno le sorti della guerra in corso, e a mantenere una straordinaria attinenza storica ai fatti attorno a cui ruotano gli eventi raccontati, senza che la Storia diventi più importante della storia. 
Del resto, non avevamo timori in questo senso: David Gibbins non è certo il primo che passa, e troviamo che la scelta di metterlo al timone di questa esperienza letteraria sia quantomai azzeccata. Gibbins, oltre a essere un romanziere di successo, è anche e soprattutto un archeologo esperto in particolare di reperti romani e cartaginesi. Insomma, niente di meglio di un accademico che sa quel che scrive il quale è anche un romanziere che sa come scriverlo. 
Di romanzi ispirati ai videogiochi se ne vedono sempre di più. La qualità di questi lavori non è sempre eccelsa: ci sono capitati per le mani lavori ottimi (recentemente The Old Republic: Alleanza Fatale, di Sean Williams) e lavori assolutamente pessimi (Starcraft 2: Il Debito dei Diavoli, di Christie Golden), e ci sta: capiamo l'attrattiva di pubblicare un romanzo che farà successo per meriti non suoi, quindi senza la necessità di sforzarsi più di tanto. Siamo pronti a derubricare certe brutture come parte del gioco. E forse proprio per questo motivo siamo molto, molto contenti quando invece una casa editrice decide di non accontentarsi di produrre un'opera di mestiere, ma di ricercare la qualità. Total War Rome: Distruggi Cartagine rientra senza dubbio in questa casistica, quindi facciamo i complimenti a Magazzini Salani per averci creduto. Se siete in attesa di Rome 2 (e noi lo siamo… il 3 settembre è vicino!) o anche solo se apprezzate un buon romanzo storico, date un'occhiata in libreria. 
Ave atque vale!

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Gabriele Bianchi

Lettore, giocatore, conoscitore di cose. Storico di formazione, insegnante di professione, divulgatore per indole. Cercatelo in fiera: è quello con la cravatta.

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Commenti

  1. Concludere un romanzo con la distruzione di una Cartagine alla terza guerra punica ormai dissanguata a livello economico e politico, non è il massimo.
    Per mettere in luce l’apertura di Roma al panorama extra italico bastava la prima guerra punica e concludere con il 241 a.C. presso le isole Egadi

  2. Più che altro non aveva senso fare un romanzo su Rome Total War 2. Cioè alla fine è un romanzo storico e basta .____.

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