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La paranza dei bambini: cultura della violenza | Recensione

Arriva nelle sale il film tratto dal romanzo di Roberto Saviano. Ecco cosa ne pensiamo...

La paranza dei bambini è il terzo romanzo di Roberto Saviano, giornalista e scrittore italiano, incentrato sui gruppi criminali del mondo camorristico formati (e spesso guidati) da ragazzi molto giovani. Al contrario di altre sue opere, si tratta di un lavoro di finzione, sebbene fortemente ispirato a fatti reali. Da pochi giorni è nelle sale il film tratto dal romanzo, dopo la sua presentazione al Festival internazionale del cinema di Berlino. Abbiamo avuto la possibilità di vedere La paranza dei bambini in anteprima e vi raccontiamo il nostro parere in questa recensione.

Di cosa parla La paranza dei bambini?

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Nicola è un ragazzo del Rione Sanità di Napoli. Conduce una vita semplice, insieme ai suoi amici e alla madre, una lavandaia sottoposta a estorsioni da criminali locali, come quasi tutti quelli che possiedono un’attività nel quartiere. Un giorno decide insieme ai suoi compagni di tentare una rapina, ma viene duramente punito dal boss locale. Tuttavia proprio quest’ultimo decide di dare una possibilità a Nicola e ai suoi amici, prendendoli al proprio servizio.

Quando, a causa di un’operazione di polizia, il boss viene arrestato insieme ai suoi uomini più fidati, si crea un vuoto di potere nell’ambiente criminale del Rione. Nicola e gli amici hanno quindi la possibilità di diventare i nuovi capi del quartiere. Nel frattempo il giovane, costretto dagli eventi a maturare più di quanto ci si aspetti dai suoi quindici anni, insegue il suo sogno d’amore con Letizia.

La paranza dei bambini è un viaggio travolgente, non tanto nel mondo della criminalità napoletana, quanto nel concetto della cultura della violenza. È inquietante vedere questi ragazzi idolatrare come VIP i vari criminali locali, raccontandosi leggende dei loro crimini. È una storia che parla prima di tutto di adolescenza e di come questa sia distorta da un ambiente di questo tipo, più che una fotografia di una situazione sociale.

I personaggi sono affascinanti nella loro costruzione. È facile empatizzare con il protagonista Nicola e seguirne l’evoluzione e le scelte, senza però che queste vengano in alcun modo celebrate. Il coinvolgimento dello spettatore è totale e anche i personaggi secondari (come la madre del ragazzo o i vari membri della sua gang) offrono spunti eccezionali di riflessione e tante sfaccettature diverse.

“Io nel tuo quartiere non ci posso più entrare”

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Nella conferenza stampa successiva alla proiezione al Festival internazionale del cinema di Berlino c’è stato un termine che ha catturato l’attenzione: “Condannati a morte inconsapevoli“. C’è una potenza incredibile dietro queste parole, che coglie a pieno il significato del film. I ragazzi protagonisti hanno scelto una strada che porta a una fine tragica, ma non se ne rendono conto. O forse sì, ma la vedono comunque come la loro migliore possibilità di realizzazione.

Questo concetto è davvero la chiave del film. Come detto, non si tratta solo della denuncia del problema delle paranze o di una storia coinvolgente ed emozionante. Tutto questo c’è, ma La paranza dei bambini non è ‘semplicemente’ un nuovo Gomorra. Si tratta di qualcosa di più.

Tutto è orchestrato alla perfezione grazie alla regia di Claudio Giovannesi che firma anche la sceneggiatura insieme a Maurizio Braucci e Saviano stesso. Non si tratta solo di un’attenta cura nella scelta delle inquadrature, spesso ravvicinate sullo sguardo dei protagonisti. Si tratta soprattutto della direzione e guida del cast, formato volontariamente per la quasi totalità da esordienti, provenienti proprio dalle zone mostrate nel film.

Il contributo dei giovanissimi attori è fondamentale. Riescono alla perfezione a riportare un ambiente che, per quanto non li abbia coinvolti in prima persona, conoscono bene. I due protagonisti Francesco Di Napoli e Viviana Aprea, rispettivamente Nicola e Letizia, sono la ciliegina sulla torta. Anzi, per citare la scena di apertura del film, sono la stella in cima all’albero di Natale.

Pareri finali

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Se ancora non si fosse capito, La paranza dei bambini è davvero un ottimo film, che sa catturare l’attenzione dello spettatore e non lasciarla mai. Un gioiello di questa stagione cinematografica che vi consigliamo di non farvi assolutamente scappare. E chissà che non riesca a ottenere anche grandi premi a livello internazionale

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Mattia Chiappani

Ama il cinema in ogni sua forma e cova in segreto il sogno di vincere un Premio Oscar per la Miglior Sceneggiatura. Nel frattempo assaggia ogni pietanza disponibile sulla grande tavolata dell'intrattenimento dalle serie TV ai fumetti, passando per musica e libri. Un riflesso condizionato lo porta a scattare un selfie ogni volta che ha una fotocamera per le mani. Gli scienziati stanno ancora cercando una spiegazione a questo fenomeno.

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