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La Coppa del Mondo di Rugby

I più attenti di voi, quelli che ci seguono, sapranno ormai che uno dei nostri sport preferiti è il rugby e proprio del rugby bisogna parlare perché quest’anno, dopo una lunga attesa di 4 anni, torna finalmente la Coppa del Mondo! …e non sarà una Coppa qualsiasi, perché quest’anno si terrà in Inghilterra, la patria di questo grande sport. Sarà un evento in tutti i sensi.

Parlare del rugby non è mai semplice, tante e difficili regole che, se non l’hai giocato, non sono proprio proprio intuitive, a questo proposito, se siete dei novizi, siccome oggi vogliamo parlare d’altro, vi invitiamo a visitare questo precedente articolo e solo dopo tornare su questa pagina per goderne appieno.

Torniamo a noi: siamo a un mese dal fischio d’inizio dei Mondiali e vogliamo parlarvi dei protagonisti, vogliamo parlarvi di chi porterà la nostra bandiera e sarà disposto ad entrare in campo per tentare la storia. Perché la storia? Perché prima d’ora l’Italia non ha mai brillato. La squadra della Nazionale Italiana, nonostante qualche occasionale perla, non ha mai avuto modo di prendersi sane soddisfazioni e purtroppo non è mai andata oltre il girone d’eliminazione. 

Piccola parentesi for dummies, come funzionano i Mondiali: La Coppa del Mondo di Rugby a XV (dove 15 sta per il numero di giocatori per squadra), organizzata dall’International Rugby Board, si gioca dal 1987 ogni 4 anni. Il Campione in carica è la Nuova Zelanda (che avrete già sentito nominare con il nome di All Blacks, un capitolo a parte). Il Trofeo è dedicato a William Webb Ellis, allievo della Rugby School, cui si attribuisce leggendariamente la paternità del gioco, grazie ad una drastica interruzione di una partita di calcio da lui interpretata in maniera più “fisica”. Ci piace immaginare Ellis come un ottimo esempio di Nerd secondo noi, ma anche questo è un altro capitolo a parte. Al torneo prendono parte 20 squadre che vengono divise in un primo turno composto da  4 gironi. Le prime due squadre di ogni girone passano al turno successivo, e si sfideranno nel classico torneo a eliminazione diretta. Fin qui tutto chiaro? Ok. Chiusa parentesi allora.

Quando si comincia a seguire un nuovo sport, di cui non si sa nulla, una delle cose più difficile è entrare nella storia, riconoscere e distinguere i giocatori, comprenderne ed apprezzarne a pieno il contesto. Per questo proveremo a fornirvi un primo breve bigino, da cui attingere per cominciare a riconoscere i personaggi principali, fidelizzare con la squadra e capire a chi dover prestare attenzione. I giocatori sono molti e purtroppo non abbiamo modo di dare spazio a tutti, per questo cercheremo di darvi un assaggio dei più rappresentativi. 

Per prima cosa il leader. Il capitano Sergio Parisse. In campo il numero 8 (Terza linea centro). Un paladino di quelli rari. Sergio oltre ad esser un’atleta incredibile è un leader carismatico, preciso e presente. Sempre in partita e sempre pronto a prendersi le sue responsabilità. Due parole bisogna spenderle per Martin Castrogiovanni, il nostro pilone. Se non sapete cos’è un pilone, seguite Castrogiovanni che ne è il prototipo perfetto. Guerriero coriaceo, di quelli che da morsi, pugni e cazzotti traggono divertimento. Un misto tra Bud Spencer e un Leone. Uno spettacolo vederlo giocare. Tra i migliori da segnalare, quelli da tenere d’occhio in campo, sicuramente Luke Mclean, numero 15, ruolo in campo Estremo, l’esatto opposto del pilone. Luke è un giocatore all’apice della sua forma atletica e mentale, maturato moltissimo negli ultimi anni e capace di un ottimo gioco tattico. Sarà una risorsa chiave per la buona riuscita del nostro torneo. Bisogna anche parlare delle leggende, perché di questo si tratta. Mauro Bergamasco è infatti al suo ultimo torneo internazionale di carriera. Conclusi i mondiali si ritirerà dalla nazionale, portando a casa un bottino di caps incredibile. Mauro (Numero 7, Flanker) potete leggerlo tra una cicatrice e l’altra di quello che resta del suo viso: è un pessimo cliente. 

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Se giocate contro di lui e avete la palla in mano, probabilmente vi sta già placcando e ancora non lo sapete… A questo proposito spazio anche alle promesse. Il bello delle squadre nazionali infatti è che convivono veterani e nuove leve e per ogni uscente c’è sempre qualche nuovo entrante. In questo caso, il degno erede di Mauro, più per carattere e fibra che per ruolo è di certo Joshua Furno (classe 1989), Seconda Linea, si è fatto notare nell’ultimo 6 Nazioni, disputando un Torneo superbo. Capelli lunghi un po’ Heavy Metal e un carattere di quelli che non si farebbero mettere i piedi in testa nemmeno da Marv di Sin City. Sono  gli uomini da tenere d’occhio. Un piccola selezione, ma un buon riferimento per capire il carattere della squadra. Se volete saperne di più e conoscere altri giocatori vi invitiamo a guardare questo video realizzato dalla F.I.R. (Federazione Italiana Rugby) in cui viene presentata la preparazione atletica che la squadra sta affrontando.

L’avvertimento è di non farvi troppe illusioni, non aspettatevi un torneo dove l’Italia arriva in finale e sbaraglia tutti come altri sport ci hanno abituati, sarà dura e difficile, chi da anni segue il rugby sa bene quante delusioni bisogna saper sopportare. Il livello Internazionale non è mai stato così alto come in questi ultimi anni. Gli atleti sono portati alla massima espressione fisica, tecnica e mentale. Essere tra i primi 10 significa già primeggiare. Il girone iniziale che toccherà all’Italia è difficile, con due main team con un pedigree incredibile, ma non impossibile, perché si tratta di due squadre contro cui l’Italia ha già giocato e vinto. Francia e Irlanda. Sono battibili. Ce la si può giocare. 

Il movimento rugbistico italiano è un movimento (come il gioco stesso) ancora relativamente giovane e in crescita. Nello specifico l’Italia fatica a ingranare, culturalmente siamo un Paese dove sono altri sport a farla da padrone e le giovanili non riescono a crescere come dovrebbero. Per questo vi invitiamo a curiosare in questa Coppa del Mondo, nella speranza che come noi possiate appassionarvi e sostenere questo meraviglioso e nobile sport.

Questo sabato si giocherà il primo dei test match di preparazione: Italia VS Scozia, sabato 22, ore 20.00, in diretta su DMAX. 

Se avete altre domande o curiosità sul Torneo o sul regolamento potete scrivere qui sotto.

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Jacopo Peretti Cucchi

Il suo compito è occuparsi di tutti i “progetti speciali”, meglio ancora se sono segreti. Amante della buona cucina e grande appassionato di rugby e motori.

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Commenti

  1. ciao, condivido anche io la passione per il rugby ma non lo seguo molto attentamente. Ho capito con l’esperienza che un calciatore è fondamentale per una squadra come la nostra nazionale che difficilmente riesce a prevalere sull’avversario con delle azioni manovrate…chi calcia in nazionale? ha buone performance?

  2. Ciao Renato,

    hai sollevato uno dei temi più dibattuti degli ultimi anni. Nel rugby moderno il gioco al piede ha in effetti un’enorme importanza. Avanzamento tattico, disimpegno, difesa, risparmio di energie e punti “facili” si possono ottenere solo avendo un buon reparto balistico.

    Storicamente l’Italia ha avuto fuori classe come Diego Dominguez che all’epoca ci ha permesso di fare ottime performance nel Torneo 6 Nazioni.
    Ad oggi però è probabilmente uno dei reparti dove siamo più deboli. La coperta di giocatori tra cui scegliere, nonostante la crescita del movimento, non è mai sufficientemente ampia ed anche per questa Coppa del Mondo potremo contare solo su pochi nomi.
    Kelly Haimona ad esempio, che interpreta in maniera molto fisica il ruolo di numero 10 (Mediano d’apertura), ma che ha il difetto di non essere molto preciso nel gioco al piede. Un altro è Luciano Orquera, molto più esperto, ma non più freschissimo.
    Per i mondiali sono stati naturalmente selezionati anche altri giocatori, purtroppo però molti di questi non hanno ancora collezionato sufficienti “ore di volo” in partite internazionali, dove il livello è veramente molto alto.
    Inoltre, io ora ho risposto intendendo il gioco al piede solo nel ruolo del mediano d’apertura, ma in una squadra moderna e competitiva anche l’estremo (il sopracitato Luke McLean), le ali e addirittura i due centri dovrebbero avere capacità e visione balistica di un certo tipo.
    Sicuramente hai centrato il punto, uno degli anelli deboli dell’Italia attuale.

    La mia personale opinione è che in Italia il movimento rugbystico non è ancora riuscito a costruirsi un proprio ricco ed eterogeneo vivavio. In un paese dove lo sport dominante è il calcio mi viene naturale pensare che chi ha talento nel gioco al piede preferisca esprimersi li piuttosto che nel rugby.
    Sto ovviamente generalizzando molto, ma è per rendere l’idea.

    Domani annunceranno il XV titolare per il test match di sabato e sapremo qualcosa di più sulla squadra che affronterà la Coppa.

  3. Ciao Jacopo, sei riuscito a vedere la partita? io no…però ho visto una sintesi di Francia-Inghilterra…secondo me la Francia è molto più forte di noi gioco alla mano, spero solo non ci sia la stessa differenza sotto l’aspetto fisico sennò non abbiamo speranza

  4. Ciao, si sono riuscito a vedere la partita. Un match con alti e bassi ma nell’insieme positivo in ottica mondiale. La Francia è una squadra sicuramente più fluida dell’Italia, ma non darei la sconfitta per scontata. Nell’Italia ci sono tanti giovani che credo abbiano qualche asso nella manica ancora non rivelato. Qualche loro exploit potrebbe portare a decisive marcature. (Vedi Campagnaro o Morisi). Stiamo a vedere!

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