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La congiura delle polveri del Re del Nord

E come sempre eccoci qui, a ricordare e parlare del 5 Novembre.
Non è una data che ci tocca direttamente, ma questo non vuol dire che ciò che succede altrove non abbia un significato che riverbera anche su di noi.
Si parla di congiura, si parla di lotte religiose e politiche, si parla di assassini e tortura.
Abbiamo a che fare con un gruppo di persone che, guidato da sentimenti viscerali tra disperazione e speranza, ha fatto delle scelte drastiche, che hanno condizionato la loro vita… e la loro morte.
Cosa muove gli atti di rivolta? Il desiderio di qualcosa di meglio, forse, o la cieca e illogica fede.
A volte queste persone vengono viste come eroi tragici, altre volte come barbari omicidi, ma sono uomini alle prese con i loro demoni.
Lo siamo un po' tutti, imprigionati nelle nostre  menti con pensieri che ci torturano e ci sussurrano pensieri pericolosi, ma ognuno di noi regisce in maniera differente.
Un'altra domanda che dovremmo porci è in quale modo è giusto lottare per ciò in cui crediamo e se ci siano delle situazioni che effettivamente giustifichino l'uso della violenza.
Sono domande difficili che vengono fatte da tempo immemore. Le risposte sono tante e nessuno sa quale sia quella giusta e nemmeno se ce ne sia una giusta.
BBC intanto ha messo in onda le prime puntate dello sceneggiato in 3 espisodi legato, appunto, alla Congiura delle polveri.
Ha deciso di raccontare nuovamente questa storia, da un punto di vista diverso.
Guidati da V, protagonista anarchico e folle del fumetto di Alan Moore, abbiamo rivolto spesso il nostro sguardo a Guy Fawkes, ma in realtà il leader del gruppo che ha progettato l'assassinio del re era Robert Catesby.
E sono su di lui i riflettori nel racconto della rete britannica.
I colori e le atmosfere cupe ci accompagnando nell'Inghilterra del 1600. Abiti curati e interpretazioni altrettanto scure.
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Appena Harrington compare sulla scena, ci chiediamo dove abbia lasciato Spettro, se da un momento all'altro qualcuno si inginocchierà urlando “Il Re del Nord”.
Non vorremmo regire così e avevamo tentato di prepararci in modo da mantenere la nostra mente libera dall'interpretazione che l'ha reso famoso.
Eppure ogni volta che apre bocca, per protestare, per  pregare, per ribellarsi, sentiamo Jon Snow, così come lo vediamo nelle espressioni e nei movimenti.
Nel complesso abbiamo una buona recitazione ma forse un progredire un po' lento della narrazione.
Sono tre episodi da circa un'ora, ma alla fine del primo c'è quella sensazione di essere stati davanti allo schermo per almeno una serie intera.
La scene di tortura, ha fatto un po' scalpore per la sua crudezza, ed effettivamente guardandola prende alla sprovvista per il suo essere abbastanza esplicito.
 - si tratta di organi estratti da persone ancora in vita, visione non consigliata se siete facilmente impressionabili-
Attraverso queste serie, questi sceneggiati, si tenta di presentare un'altra prospettiva.
In ogni azione che viene compiuta c'è sempre un modo di vedere il mondo diverso dal nostro.
Spesso è proprio per questo che non riusciamo a capirci, perché c'è la tendenza ad incasellare anche il mondo dell'altro attraverso il nostro sguardo.
Ci dimentichiamo troppo spesso che le ragioni di uno posso differire da quelle dell'altro, che il signficato che diamo ad un'azione non è la stessa per tutti.
Non sempre si può parlare di giusto o sbagliato, forse quasi mai, ma si dovrebbe imparare a scambiarsi apertamente pensieri e opinioni in modo da cercare almeno di comprendere le scelte dell'altro.
Attendiamo l'ultima puntata della serie per poter trarre le conclusioni ultime.

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