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Jem & le Holograms: perchè il trailer è stato deludente?

Sfavillanti, glitterati, affascinanti. Questi sono stati i meravigliosi anni ’80 e noi che li abbiamo vissuti ci trasciniamo ancora quella spensieratezza che li caratterizzava. 
Per questi motivi accogliamo con gioia ogni qualvolta venga riesumato un nostro beniamino. 
E così abbiamo versato litri del migliore vino (o burrobirra o sidro di mele, a seconda dei gusti), per festeggiare il ritorno della rockstar che aveva stregato i nostri cuori: ormai è notizia dell’anno scorso, la realizzazione di un film con protagonista la “stravagante” Jem, frontwoman del gruppo delle Holograms.
Ad essere onesti, bisogna ammettere che i live action ispirati a grandi classici e vecchie glorie purtroppo non sempre riescono nel migliore dei modi (vi dobbiamo rinfrescare la memoria con Malefica?), ma la prima immagine diffusa qualche mese fa faceva ben sperare: chioma rosa antico, inconfondibile trucco sugli occhi. Poteva essere la nostra Jem.
Poi è uscito il trailer ufficiale. E niente. L’iniziale entusiasmo si è tramutato in delusione; c’è chi grida allo scempio, chi parla di boicottare la proiezione. Cerchiamo di capire cos’ha tanto infastidito i fan della sfavillante rockstar.  Perchè anche se non si giudica un “film” dalla copertina, è certo che si può rimanere delusi da una prima impressione.
Jem e le Holograms è un cartone animato ispirato ad una serie di bambole prodotte dalla Hasbro negli anni ’80 e che ha raggiunto il nostro bel paese nel 1987.  Nelle tre serie che compongono l’opera completa viene raccontata la storia dell’orfana di padre Jerrica Benton (negli anni ’80 le disgrazie famigliari erano molto in voga, vedi Candy Candy, ecc…) la quale riceve in eredità dal defunto genitore la casa discografica Starlight music, fucina di talenti a corto di rockstar e di denaro e l’orfanotrofio Starlight House.   
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Un giorno, alla giovane vengono regalati un paio di orecchini a forma di stella che la conducono in un laboratorio segreto dove è custodito un computer dalla personalità umana e dal nome Energy (Sinergy nella versione originale). Questa meraviglia tecnologica, progettata interamente dal padre di Jerrica, è in grado di generare ologrammi delle persone e proiettarli attraverso gli orecchini. Jerrica, sua sorella Kimber, e le sue amiche, decidono di fondare un gruppo musicale per risollevare le sorti della casa discografica: nascono così Jem e le Holograms. 
La Starlight Music però è in comproprietà con il diabolico Eric Raymond, che cerca in tutti i modi di estromettere Jerrica dalla proprietà e propone una gara di notorietà che decreterà il nome del futuro presidente esclusivo della casa discografica. Le antagoniste sono le adorabili Misfits, che entrano in scena a bordo di moto-chitarre (le abbiamo tutti amate per questa scena) e che durante tutti gli episodi della serie non mancheranno di creare problemi alla Holograms, disinteressandosi bellamente di limiti imposti dal fair play, dalla concezione di politicamente corretto e anche da restrizioni previste da normative legislative.  
Jerrica può contare sull’aiuto del suo fidanzato, Rio, tuttofare della Starlight Music, al quale non confessa di essere Jem. Il povero malcapitato subirà il fascino della cantante suscitando la gelosia della fidanzata, la quale, per inciso, non smette di civettare con il ragazzo ogni qualvolta veste i panni di Jem.  Non mancano scene d’azione, inseguimenti rocamboleschi, complotti e misteri a completare il tutto. Il confronto con il trailer è impietoso: Niente orecchini a stella, Energy viene rimpiazzata da Youtube e Photoshop, niente Misfits (per ora, ma nel film ci saranno). Dell’amatissimo cartone rimangono solamente alcuni abiti del guardaroba che, per dirla tutta, risultano davvero poco credibili come vestiti di scena di una celebrità di calibro internazionale dei giorni nostri.
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Jerrica, che vive con la zia (quindi è anch’essa orfana?), la sorella e due ragazze in affido in un paesello non meglio specificato, diventa una star del web, grazie al video di una sua canzone uploadato a sua insaputa dalla sorella. 
Le visualizzazioni la portano all’attenzione di una famosissima casa discografica, la Starlight Enterprises (ok, Enterprises fa più chic), che propone alle 4 sorelle un contratto da capogiro. Non viene fatto nessun accenno al super computer, ma in una scena del trailer, Jem sfregando degli orecchini argento a rombo (o così sembra) pronuncia la frase “All’opera Sinergy”, che è esattamente ciò che diceva nel cartone per attivare la proiezione olografica, ma che per ora non riusciamo a contestualizzare.
Il mainframe del film pare essere Jerrica che, sedotta da fama, successo e soldi e istigata dalla perfida manager senza scrupoli, attraversa una crisi esistenziale e, mentre intraprende un viaggio introspettivo alla ricerca di sé stessa, il pubblico cerca nei fotogrammi della pellicola la sua Jem, ma da quel poco che abbiamo potuto vedere, di “Jem” rimane proprio solo il nome.
E Rio. Rio è sempre il tuttofare della Starlight e, se la cine-trasposizione non riserva grandi sorprese, anche in questa circostanza, lui e Jerrica convoleranno a giuste nozze.
Probabilmente verrà presentata una commedia romantica alla disneyana Hanna Montana (provincialotta alla ribalta, identità segreta…) che il grande pubblico tanto ama, ma i nostalgici non stanno apprezzando per nulla le scelte compiute, decisamente melense e non fedeli al prodotto originale, e la rete si divide tra chi punta il dito contro la Universal e chi, nonostante tutto, ha deciso di dare una possibilità al regista Jon M. Chu. La cosa certa è che il curriculum del regista ( G.i. Joe 2 – Step Up – il Documentario su Justin Bieber) non da molta sicurezza e con lui le musiche scelte, addio rock anni 80 e benvenuti One Direction.
Prima di darvi il nostro parere, aspettiamo di poter assistere alla proiezione, per ora certamente non nascondiamo le nostre perplessità. Ma, niente Rock? Questo non lo sopportiamo proprio. 
Testi di Maura Cantadore

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