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Jan Švankmajer: il grande animatore dell’est

Jan Švankmajer, un nome magari non molto conosciuto al grande pubblico, ma che è stato alla base dell'ispirazione di classici dell'animazione come A Nightmare Before Christmas.

Nato a Praga negli anni trenta e cresciuto attraverso tutti i regimi che hanno controllato la Repubblica Ceca (anche quando non si chiamava così) attraverso il '900, Švankmajer ha dato vita (a volte letteralmente) a decine di pellicole che hanno avuto il potere di attrarre, ipnotizzare e a volte repellere il pubblico di mezzo mondo, fino a essere considerato uno dei più influenti registi europei viventi.
Ma queste definizioni degne di Wikipedia non possono condensare la natura di un artista, perché di questo stiamo parlando: chiunque abbia visto anche una sola delle sue opere non potrà che concordare.
Senza voler essere mai inquadrato all'interno di una determinata categoria (ha sempre rifiutato l'etichetta di "regista d'animazione"), Jan Švankmajer gioca con gli oggetti che ci circondano tutti i giorni: davanti al suo obiettivo cose intrappolate nella banalità quotidiana a cui non dedichiamo più di uno sguardo assumono un significato nuovo, metaforico e spesso ermetico.
Durante la quarantesima edizione del San Francisco International Film Festival è stato insignito con il "Golden Gate Persistence of Vision Award", uno dei massimi onori riservati a registi che operano al di fuori delle canoniche e gigantesche macchine che ogni anno sfornano blockbuster. E proprio da questo genere di pellicole l'arte di Švankmajer si discosta maggiormente, con le sue storie non narrate fatte per la maggior parte di oggetti mossi tramite la tecnica dello stop motion. Il contenuto surreale delle pellicole non è di facile digestione e anche noi ci siamo trovati a piegare la testa di lato durante il nostro primo incontro con il suo lavoro, ma allo stesso tempo non siamo riusciti a staccare lo sguardo dalle sculture d'argilla che prendevano vita o dalle scenografie allucinate.
I suoni iper-realistici, graffianti e dilatati contribuiscono a moltiplicare l'immersione e il senso di disagio che spesso tracima da ogni fotogramma. Il suo lavoro più famoso, Něco z Alenky, (arrivato in Italia solo dopo molti anni e passando attraverso una precedente diffusione anglosassone), è un'angosciante rivisitazione del celeberrimo Alice nel Paese delle Meraviglie, in cui non vi è traccia dei toni morbidi e dei colori accesi delle pellicole Disney o di Tim Burton: i personaggi della fiaba di Carroll sono qui raffigurati tramite marionette composte da parte di animali impagliati, ossa e oggetti di ogni tipo. Allo stesso modo gli scenari si alternano in un susseguirsi di paesaggi irreali e da brividi, come vecchie stanze di case abbandonate e campi immensi completamente vuoti.
Proprio l'utilizzo di location cadenti e oggetti vecchi, graffiati e in disfacimento, fanno parte della firma di Švankmajer: la prima impressione è che questa scelta sia fatta per creare nello spettatore un senso di paura, inquietudine e brivido (riuscendoci per altro benissimo), ma l'autore ha dichiarato che il suo scopo è ben più profondo: "alcuni oggetti sono più vivi delle persone" è la filosofia che sta dietro queste scelte e Švankmajer è pronto a dimostrarlo. Il credo del regista è infatti che ogni cosa mantenga dentro di sé il ricordo degli avvenimenti e dei fatti di cui è stata testimone. L'intenzione è usare l'animazione per lasciare che siano le cose, il mobilio, il cibo a parlare creando l'illusione che non serva nessun essere umano per dare loro vita. Più un oggetto è vecchio, usato e consunto più "anima" deve avere, secondo questo pensiero, e Švankmajer va alla ricerca di questi spiriti in ognuno dei suoi fotogrammi per riempirli di significato, palese o ermetico che sia.
Non è un caso quindi che nella maggior parte dei suoi lavori gli esseri umani non siano nemmeno presenti in scena, o che abbia reinterpretato opere letterarie (come i racconti di Edgar Allan Poe) sostituendo i personaggi umani con artifici inanimati.
Se come noi amate provare qualcosa di diverso dal solito, di diverso dai pugni in faccia e dalle esplosioni a cui il cinema USA ci sta abituando, allora date un'occhiata alle sue opere, i cortometraggi se volete un assaggio o le opere da novanta minuti se preferite un immersione totale. Che Švankmajer incontri il vostro gusto o meno di una cosa siamo certi: non guarderete più le cose comuni che vi stanno attorno come prima.

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