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One Piece: il live-action non è più un miraggio | Recensione

Un progetto accolto da dubbi e scetticismi: non sono del tutto risolti, ma il risultato è decisamente convincente

One Piece è uno dei fenomeni pop più importanti degli ultimi (quasi) trent’anni. Iniziato nel 1997 si è rapidamente affermato come uno dei manga e poi anime di maggior successo di tutti i tempi. Milioni di fan in tutto il mondo seguono con passione le avventure di Luffy e compagni in giro per la Grand Line, compresi gli ultimi sorprendenti sviluppi. E così Netflix ha messo in cantiere una versione live-action di One Piece, che raccontasse questa storia a un nuovo pubblico. Un po’ per la natura della storia, un po’ per la tradizione non particolarmente blasonata di questo tipo di iniziative, il progetto ha subito generato qualche perplessità. Addentriamoci nella recensione del live-action di One Piece di Netflix per vedere se e quanto fossero giustificati questi dubbi…

Il live-action di Netflix ci riporta alle origini di One Piece

Ricchezza, fama e potere“. I tre elementi che hanno dato vita al mito di Gold Roger, il Re dei Pirati. Una figura controversa, capace di lasciare un segno indelebile sul mondo, anche in punto di morte. Dal patibolo della sua esecuzione pubblica ha invitato il mondo intero a cercare il suo grandissimo tesoro, il One Piece. La caccia ha preso immediatamente il via, dando l’inizio ufficiale alla grande Era della Pirateria.

Tra i tantissimi che hanno preso il mare per cercare il grande tesoro, c’è anche un giovane ragazzo inesperto: Monkey D. Luffy. Armato di capacità uniche, ma soprattutto di passione, determinazione e una buona dose di sventatezza è partito all’avventura. La direzione è quella della Rotta Maggiore, ma come ci arriverà e chi riuscirà a reclutare nella sua ciurma è ancora tutto da vedere…

La storia raccontata da One Piece è estremamente ampia e ricca di varietà. Lungo la propria strada i pirati di Cappello di Paglia hanno incontrato ogni tipo di avversario, viaggiando tra montagne innevate e deserti, scendendo nelle profondità più oscure e salendo verso il cielo. In questa prima stagione del live-action di One Piece abbiamo un assaggio di questo lungo percorso.

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Lo vediamo sotto un’ottica nuova, che fin dal primo impatto visivo risulta bizzarra. Ritrovare tanti (dei tantissimi) personaggi visti finora solo disegnati in carne e ossa è una sensazione complessa, che va piano piano assimilata. Così come il mix di stili che riflette la composizione della produzione, un incontro tra Occidente e Oriente che funziona, ma che richiede un po’ di fiducia iniziale. Ma veniamo alla domanda che è nella mente di tutti…

Il live-action di One Piece di Netflix è fedele all’originale?

one piece live-action netflix recensione
Cr. Courtesy of Netflix © 2023

La risposta è . Non poteva essere altrimenti con Eiichirō Oda, veneratissimo autore del manga, chiamato a supervisionare con attenzione lo sviluppo dello show. Ma attenzione: non si tratta di una trasposizione letterale, un adattamento shot-for-shot delle tavole. Anzi, i lettori noteranno fin da subito dei dettagli differenti rispetto alla versione che conoscono bene.

La storia però nel complesso segue le stesse tappe e nello stesso ordine originale, semplicemente cambiandone alcuni passaggi esteriori, ma mantenendone assolutamente immutata la sostanza. E naturalmente, per quanto non sia una replica esatta del manga, i momenti più iconici, quegli istanti impressi indelebilmente nella mente dei fan sono rimasti. E sanno colpire come allora.

Ma forse l’aspetto in cui questo progetto riesce davvero a trovare la fedeltà è dove non poteva permettersi di fallire: la ciurma di Cappello di Paglia. È incredibile come, al di là di qualsiasi giudizio sulla resa visiva nel passaggio dalla carta alla carne, tutti i membri della squadra visti finora sappiano restituire davvero lo spirito di ciascuno dei personaggi. Tanto che è impossibile decidere quale sia il più vicino alla propria controparte. Anzi no, non è vero.

Perché per quanto gli interpreti di Zoro, Sanji, Nami e Usopp (e anche se non è nella ciurma, merita una menzione anche Buggy) abbiano fatto un buon lavoro, è indubbio che qualcuno spicca su tutti. Iñaki Godoy è Luffy. Non c’è altro da aggiungere. Le aspettative costruite fin dall’annuncio del suo casting si sono confermate in pieno. Nei momenti più buffi, così come nei più seri, si ritrova perfettamente il cuore di quel personaggio incredibile nella sua interpretazione.

Addio a tutti i dubbi e scetticismi quindi? Purtroppo no…

one piece live-action netflix recensione
Cr. Courtesy of Netflix © 2023

Sarebbe sbagliato lasciarsi abbagliare da tutto questo e pensare che il live-action di One Piece di Netflix sia perfetto. Ci sono aspetti che ancora non riescono a convincere del tutto, fra cui purtroppo alcuni effetti speciali che non sempre sono perfetti. Senza contare alcune sbavature nel rappresentare i combattimenti, fattore che però migliora decisamente con il procedere della serie.

In sostanza, questo show mostra tutti i limiti di una trasposizione che resta fondamentalmente televisiva, al di là dei budget milionari. Un gradino sopra la media indubbiamente, ma che non fa il salto verso la grande produzione che lascia a bocca aperta.

Sotto tanti aspetti bisogna fare un piccolo sforzo per entrare nell’ottica dello show. Adattando un manga che è fondamentalmente per adolescenti, ma soprattutto ha tantissime bizzarrie nel suo stile, a volte si incappa in passaggi che mettono a dura prova la sospensione dell’incredulità. Il trucco è tenere duro e lasciarsi trasportare da quel mondo.

Il vero grande dubbio che rimane è su quanto sia realizzabile sul lungo periodo. La storia di One Piece si farà sempre più complicata e più difficile da adattare, ma soprattutto sarà lunghissima. Serviranno ancora almeno quattro stagioni per raggiungere il manga, che è sì entrato nella sua fase finale, ma ha ancora tanta strada da fare. Si tratta di un progetto assolutamente ambizioso, ma dopotutto l’ambizione è nello spirito di questa storia.

Il live-action di One Piece su Netflix semplicemente si fa amare

one piece live-action netflix recensione
Cr. Courtesy of Netflix © 2023

C’è uno scambio di battute in uno dei primi episodi di questa serie:

Quel sempliciotto con il cappello di paglia. Non dirmi che credi davvero in lui“.

Non ne ho bisogno, lui crede in sé stesso. E mi ha contagiato“.

Ed è questo che riassume, meglio di qualsiasi giudizio tecnico, la forza di questo live-action di One Piece che potete trovare da ora su Netflix. Una serie che è ben lungi dall’essere perfetta, che parte con un sacco di dubbi sulle spalle, che per mille e uno motivi non ispira fiducia e che si lancia verso un’avventura gigantesca, sulla carta più grande di lei.

Ma lo fa con un cuore immenso, con una passione incredibile e con un’evidente determinazione. E tutto questo ci contagia, facendoci chiudere gli occhi davanti a ogni sbavatura. Arrivati a fine visione avremo riso e avremo pianto, ci saremo alzati in piedi ad applaudire e avremo (almeno qualcuno) sorriso riconoscendo citazioni e riferimenti. Soprattutto, non vedremo l’ora di risalire a bordo della nave con Luffy e compagni.

E non serve altro, in fondo.

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Mattia Chiappani

Ama il cinema in ogni sua forma e cova in segreto il sogno di vincere un Premio Oscar per la Miglior Sceneggiatura. Nel frattempo assaggia ogni pietanza disponibile sulla grande tavolata dell'intrattenimento dalle serie TV ai fumetti, passando per musica e libri. Un riflesso condizionato lo porta a scattare un selfie ogni volta che ha una fotocamera per le mani. Gli scienziati stanno ancora cercando una spiegazione a questo fenomeno.

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