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Martin Scorsese chiama a raccolta gli autori per “salvare il cinema” dai blockbuster

Martin Scorsese ha condiviso la sua preoccupazione per il futuro del cinema e ha lanciato un appello per “salvare il cinema”. In un’intervista con GQ, Scorsese ha esaminato la sua carriera e ha riflettuto sull’evoluzione dell’industria cinematografica. In particolare, ha espresso preoccupazione per la crescente dipendenza dell’industria dai film in franchising e sui supereroi. Che in passato ha definito “parchi a tema” e oggi paragona al lavoro dell’AI.

Martin Scorsese, appello agli autori per “salvare il cinema” (dai blockbuster)

Scorsese ha affermato che questi film potrebbero non essere di suo gusto personale, ma non è per questo che li critica. Infatti, ha sottolineato che rappresentano una minaccia per la diversità e l’originalità nel mondo cinematografico. Ha dichiarato che c’è il pericolo che queste produzioni possano definire ciò che il pubblico considera “cinema,” escludendo altre forme di narrazione cinematografica.

“Il pericolo è quello che sta facendo alla nostra cultura. Perché ci saranno generazioni adesso che penseranno che i film siano solo quelli: ecco cosa sono i film. Lo pensano già. Il che significa che dobbiamo reagire più forte. E deve venire dal livello di base. Deve venire dagli stessi cineasti. E avrai, sai, i fratelli Safdie, e avrai Chris Nolan, capisci cosa intendo? E colpiscili da tutti i lati. Colpiscili da tutti i lati, e non mollare. Vediamo cosa hai ottenuto. Vai là fuori e fallo. Vai a reinventare. Non lamentartene. Ma è vero, perché dobbiamo salvare il cinema. Penso che il contenuto prodotto non sia veramente cinema.”

Martin Scorsese Roma Bologna

La diversità al cinema resta un valore da preservare: difficile criticare Scorsese quando invita registi e autori a puntare sull’originalità. Tuttavia, sottolineare che i blockbuster non siano cinema sembra un insulto nei confronti di chi lavora a questi prodotti – che molto spesso sono gli stessi autori a cui Scorsese chiede più originalità.

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Il ritorno del cinema d’autore

I successi al botteghino e le recensioni recenti supportano le parole di Scorsese. Durante l’estate, Barbie e Oppenhaimer hanno conquistato pubblico e critica. Nonostante il primo sia basato su un franchise collegato ai celebri giocattoli Mattel, la regista Greta Gerwig ha conferito al film un messaggio e un’identità unica, un film originale anche se derivato da una proprietà intellettuale nota. Al contrario, sequel come Indiana Jones e il Quadrante del Destino e film di supereroi come The Flash e Shazam 2: Fury of the Gods hanno ottenuto risultati deludenti.

Tuttavia, bisogna notare che Martin Scorsese ha messo ad esempio di autore Christopher Nolan, che ha lavorato su film dei supereroi come la trilogia de Il Cavaliere Oscuro. Questo fa pensare che la critica non sia ai blockbuster, se sanno raccontare una storia potente come Spider-Man: Across the Spider-Verse, per esempio. E più che altro, sembra che Scorsese voglia assicurarsi che ci sia spazio per sorprese come Everything Everywhere All At Once e altre opere originali.

Ma queste considerazioni sullo spazio nelle sale cinematografiche, sull’allocamento dei budget per le produzioni e sulla diversità delle opere, non tengono conto del fatto che Scorsese abbia detto questi blockbuster “non sono cinema”. E ha fatto un paragone che forse gli sceneggiatori e gli attori potrebbero trovare particolarmente scomodo, specie dopo i mesi di sciopero.

I blockbuster sono come l’AI

martin scorsese appello salvare il cinema-min

Scorsese ha infatti fatto un’analogia piuttosto incisiva: “No, non voglio dirlo. Ma quello che intendo è che si tratta di contenuti fabbricati. È quasi come se l’intelligenza artificiale realizzasse un film. E questo non significa che non ci siano registi incredibili e addetti agli effetti speciali che realizzano bellissime opere d’arte. Ma cosa significa? Cosa fanno questi film, cosa ti daranno? A parte una sorta di consumo di qualcosa per poi eliminarlo dalla tua mente, da tutto il tuo corpo, sai? Allora cosa ti dà?”

Scorsese sembra non voler davvero insultare chi scrive e dirige i blockbuster che critica, rivolgendosi soprattutto agli Studios che li producono. Ma il paragone con l’AI sembra andare contro alle dichiarazioni degli sceneggiatori e attori in sciopero, che hanno parlato più volte di come l’intelligenza artificiale non possa sostituire il loro lavoro. Alcuni potrebbero invece interpretare l’appello di Martin Scorsese come un tentativo di definire due categorie di creativi: gli insostituibili artisti e quelli che invece l’AI potrebbe rimpiazzare.

Non vogliamo dire che questo è quello che Martin Scorsese ha voluto dire con il suo appello per “salvare il cinema”. Ma per parafrasare un collega italiano del regista, “le parole sono importanti” e anche i tempi lo sono: forse durante gli scioperi sceneggiatori e attori si aspettavano che “salvare il cinema” avesse un altro significato.

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Via
Collider
Source
GQ

Stefano Regazzi

Il battere sulla tastiera è la mia musica preferita. Nel senso che adoro scrivere, non perché ho una playlist su Spotify intitolata "Rumori da laptop": amo la tecnologia, ma non fino a quel punto! Lettore accanito, Nerd da prima che andasse di moda.

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