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Monitorare le balene con la fibra ottica

Uno studio ha proposto un nuovo modo di monitorare e aiutare la conservazione delle balene utilizzando i cavi in fibra ottica già poggiati sul fondo del mare. La tecnica permetterebbe di studiare la vita sottomarina ad una scala fino ad ora inimmaginabile. Ecco i dettagli

La fibra ottica per le balene

Il monitoraggio delle balene è fondamentale per capirne la distribuzione e capire qual è la migliore strategia per la loro tutela e conservazione. Si tratta oltretutto di un lavoro urgente, considerato che circa il 50% delle specie di balena sono classificate come a rischio.

Tradizionalmente, il monitoraggio viene fatto dispiegando una schiera di idrofoni (ovvero microfoni subacquei) in una certa area. Considerato il costo di operare questi dispositivi, tra strumentazione, navi ed equipaggio, dispiegamento e recupero, la quantità di dati raccolti è stata fino ad ora piuttosto scarsa.

D’altro canto, sul fondo del mare sono poggiati al momento più di un milione di chilometri di fibra ottica, che permette la comunicazione via internet e via telefono tra i vari continenti. Sfruttarli permetterebbe quindi di avere una rete di sensori estremamente estesa, già dispiegata e che non richiede una manutenzione specifica.

La tecnica

I ricercatori dietro allo studio vogliono usare una tecnica chiamata Distributed Acoustic Sensing (Rilevamento Acustico Distribuito, DAS). L’idea è quella di sfruttare delle fibre ottiche di scorta non utilizzate, già incluse nei cavi sottomarini. In queste fibre si può far passare un segnale, degli impulsi di luce distanziati da un certo periodo temporale.

Balene Fibra Ottica Cavi Grafico

Studiando i cambiamenti di questo periodo dovuto alla riflessioni del segnale a causa delle micro-imperfezioni della fibra ottica, è possibile studiare le vibrazioni trasmesse nell’acqua circostante, e quindi il suono. Di fatto si vanno a creare degli idrofoni virtuali.

La ricerca per ora si è concentrata sullo studio della qualità audio ottenuta con questa tecnica e sullo sviluppo di un software AI capace di gestire l’enorme flusso di dati. La tecnologia nel suo complesso è ancora in fase di sviluppo, ma il team spera di riuscire a metterla quanto prima possibile a disposizione degli esperti di conservazione marina.

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Giovanni Natalini

Ingegnere Elettronico prestato a tempo indeterminato alla comunicazione. Mi entusiasmo facilmente e mi interessa un po' di tutto: scienza, tecnologia, ma anche fumetti, podcast, meme, Youtube e videogiochi.

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