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Orange is the New Black: la rivolta delle detenute

Le nostre detenute preferite sono tornate alla ribalta più cariche che mai. Dopo un terribile cliffhanger che ha tenuto i fan con il fiato sospeso, il 9 giugno tutte le domande che si erano poste hanno trovato una risposta. O quasi.
E' la prima volta che parliamo di questa serie in maniera approfondita, per cui vorremmo scrivere una breve sinossi per chi non ne avesse mai sentito parlare. 
La storia è tratta dalla biografia di Piper Kerman, una donna borghese che racconta la sua esperienza in prigione nel suo libro Orange Is the New Black: My Year in a Women's Prison. La serie è ovviamente molto romanzata, si stacca di tanto dal romanzo e tanti personaggi sono stati modificati o addirittura creati da zero.
Piper Chapman (interpretata da Taylor Schilling), la "protagonista" di questa serie, è una trentenne borghese bianca condannata a scontare quindici mesi al carcere federale femminile di Litchfield per una malefatta commessa in gioventù. Dieci anni prima, infatti, aveva trasportato una valigia piena di soldi per Alex Vause (interpretata da Laura Prepon), una trafficante di droga internazionale e sua amante dell'epoca. 
Costretta a salutare la sua famiglia e il suo fidanzato Larry Bloom (Jason Biggs), Piper passa dall'alta borghesia newyorchese al penitenziario con non poche difficoltà. Il primo giorno si inimica con la cuoca Galina "Red" Reznikov (interpretata da Kate Mulgrew), incontra la sua vecchia fiamma Alex e si confronta con tante ospiti del carcere che lo spettatore impara a conoscere nel corso della serie grazie ai preziosi flashback che ci permettono di cambiare location e vedere le detenute in un contesto differente.
Anche se abbiamo detto che Piper dovrebbe essere la protagonista della serie, in realtà tutti i personaggi (guardie e detenute) hanno molto spazio per raccontare la propria storia e creare maggiore empatia verso lo spettatore. 
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Da qui in avanti cominciano gli spoiler, quindi se non avete finito di guardare la quinta stagione vi invitiamo a fermarvi nella lettura.
Torniamo dunque a dove avevamo lasciato le nostre amiche detenute. Dopo la morte di Poussey Washington (Samira Wiley) e la dichiarazione del direttore Caputo (Nick Sandow) a non punire la guardia responsabile, le detenute hanno scatenato una rivolta fino a quando Dayanara "Daya" Diaz (Dascha Polanco) non si impossessa casualmente della pistola della guardia giurata Humphrey, pistola che quest'ultimo aveva introdotto illegalmente in prigione. La domanda principale che tutti i fan si erano posti alla fine della quarta stagione è la seguente: Daya ha sparato? E se sì, a chi? Non bisognerà attendere molto perché fin dal primo episodio viene mostrato quel che accadrà pochi minuti dopo il finale di stagione. Daya non solo ha sparato, ma ha centrato la gamba di Humphrey, infastidita dal suo lamentoso racconto in spagnolo per intenerire la ragazza, senza sapere che ella non conoscesse neanche una parola della sua lingua madre. 
Riassumiamo gli eventi più rilevanti per la trama.
Il gruppo di Taystee Jefferson (Danielle Brooks) irrompe nell'ufficio di Caputo, in cerca di giustizia per la morte della loro amica. Pubblicheranno messaggi su YouTube, diventeranno meme, faranno molti tentativi per mandare messaggi all'esterno. Taystee si farà avanti coraggiosamente per dar voce a tutte le richieste delle sue amiche e compagne fino alla richiesta di incarcerare la guardia Bayley, quest'ultimo distrutto dai sensi di colpa per il suo gesto. Se loro però sono mosse da intenzioni più nobili, le detenute approfitteranno della situazione per prendere tutte le guardie come ostaggi e far ciò che gli pare. Molte donne non vogliono essere coinvolte nella ribellione e preferiscono aspettare che passi, dichiarandosi neutrali. Altre invece preferiscono comandare sui prigionieri e vendicarsi di piccole "ingiustizie", passando così a diventar loro le guardie che abusano dei loro poteri per punirle di ciò che hanno subito in passato.
I malati di mente e i feriti, invece, se all'inizio verranno aiutati da Sophia Burset (Laverne Cox) e dall'unico infermiere rimasto nel penitenziario, verranno abbandonati a loro stessi fino a cedere. Lorna Morello (Yael Stone) avrà una crisi a causa di un'inattesa gravidanza e impedirà alle detenute di avere medicine per curare le loro psicosi o semplicemente di sballarsi con le droghe; Suzanne Warren (Uzo Aduba) risentirà dell'assenza delle sue medicine fino a crollare psicologicamente; le loro follie che prima divertivano amaramente gli spettatori adesso non fanno altro che suscitare pena e tristezza, a volte tenerezza. Anche il lato materno di Gloria Mendoza (Selenis Leyva) e di Red verrà messo a dura prova; il conflitto del voler fare la cosa giusta, difendere i propri figli (adottivi o naturali che siano) e avere giustizia metterà in crisi i loro ideali.
La rivolta però rafforzerà alcune amicizie e amori e farà nascere nuove alleanze, come quella fra Blanca Flores (Laura Gomez) e Red, unite per trovare qualsiasi cosa contro l'agente Desi Piscatella (Brad William Henke).
L'anarchia regnerà sovrana per tre giorni perché, si sa, le ribellioni non durano mai a lungo senza alcuna conseguenza; così avviene anche nella serie, dove si dovrà trovare un nuovo equilibrio che non è quello sperato.
La situazione in carcere degenererà poiché l'emorragia di Humphrey si aggraverà fin quando, a causa di vari eventi concatenati, questi avrà un ictus e si ridurrà ad un vegetale andando infine incontro alla morte. Daya così dovrà affrontare le conseguenze delle sue azioni, però coinvolgendo senza volerlo anche altre detenute. Taystee farà di tutto per non far venire a conoscenza del decesso. 
Lo spettatore rimane incollato allo schermo per comprendere come finirà la vicenda, sebbene sia consapevole che non si creerà mai l'accordo fra la MCC, il governo e le detenute. La comicità un po' noir lascia spazio al dramma fino a raggiungere un triste epilogo che rimarrà in sospeso da un altro maledetto cliffhanger.
Storie d'amore e di sesso (gay o etero che siano), scandali, situazioni politiche per la gestione del carcere, gelosie, contrabbando, droga, morte e tanto altro aleggiano fra le mura del carcere. Questo è uno show che vuole anche denunciare il sistema giudiziario e penitenziario americano, oltre a mostrare le problematiche che hanno i criminali a voltarsi istruire e reintegrare nella società dopo aver scontato la loro pena.

Questa stagione si sofferma invece sull'assenza dei diritti delle detenute, trattate più come numeri e private della loro umanità. L'anarchia caccia il peggio e il meglio dei personaggi, lo spettatore non può fare a meno di provare disgusto, raccapriccio o compassione nei loro riguardi. 

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