Quando sentiamo parlare di impianti cibernetici, l’unione tra l’essere umano e “la macchina”, pensiamo a scenari futuristici o fantascientifici. Ma dispositivi di questo tipo, oltre ad esistere già in forma primordiale come protesi e pace-maker, sono in realtà sempre più vicino. Un esempio recente è un nuovo impianto cibernetico capace di agire come antidolorifico al posto di medicine come gli oppioidi.
L’impianto cibernetico antidolorifico
L’impianto, protagonista di una ricerca dell’università di Northwestern, si basa su un principio molto semplice, ovvero quello di raffreddare i nervi nella parte del corpo dolorante. È noto che il freddo possa intorpidire i nervi e alleviare il dolore. Mettere quindi quello che di fatto è un dispositivo di raffreddamento può ridurre la sofferenza senza bisogno di medicine.
Visto che però i nervi sono delicati, il dispositivo ha bisogno di determinate caratteristiche: deve essere flessibile, per avvolgersi intorno ai tessuti in maniera non traumatica. E dev’essere riassorbibile, in modo che il corpo possa smaltirlo senza bisogno di un secondo intervento medico.
Successo sui ratti
Un impianto di questo tipo è stato provato con successo sui ratti. L’impianto è stato creato con materiali idrosolubili e flessibili. Al suo interno è presente un liquido di raffreddamento e un sensore di temperatura. Quest’ultimo è fondamentale per ottenere un freddo sufficiente all’effetto analgesico, ma abbastanza contenuto da non danneggiare i nervi. I ratti con questo dispositivo attivo hanno resistito a pressioni sulle zampe fino a 7 volte maggiori di quelle sopporttate quando questo era spento.
Ci sono ancora diverse limitazioni. Innanzitutto non è ancora chiaro quanto a lungo i nervi possono sopportare quest’azione di raffreddamento. Il tempo massimo ottenuto con i ratti è stato di 15 minuti. L’impianto richiede inoltre una fonte di alimentazione e controllo esterna, simile all’attacco di una flebo, per regolare il flusso del liquido.
Siamo quindi ancora lontani da un impianto adatto all’utilizzo umano. L’idea dei ricercatori è comunque quella di usarlo per i trattamenti post-operatori, piuttosto che per i dolori cronici. La speranza finale è comunque quella di avere un nuovo strumento a disposizione per combattere il dolore, che non richieda farmaci che potenzialmente creano dipendenza o che si aggiungano ad altre terapie in corso.
- Editore: Mondadori
- Autore: William Gibson , Bruce Sterling , Neal Stephenson , Francesco Guglieri , Bruce Sterling , Benedetta Tavani , Lia Tomasich
- Collana: Oscar draghi
- Formato: Libro rilegato
- Anno: 2021
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