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Il Segreto di Babbage, ecco Peddes!

Ieri (qui) abbiamo intervistato Alfredo Castelli, autore della storia Il Segreto di Babbage, e Fabio Gadducci, il direttore del Museo degli Strumenti per il Calcolo, che ne è uno dei protagonisti. Oggi vi proponiamo una chiacchierata con Gabriele Peddes, che ha lavorato con Castelli disegnando la storia, che trovate nell'ultimo numero di Comics&Science, presentato proprio oggi al Salone del Libro di Torino!

ON: Ciao Gabriele, sei entrato a pieno titolo nella tavola rotonda di autori Comics&Science, com’è stato il tuo ingresso?

Gabriele Peddes: Ciao Orgoglio Nerd! Ebbene sì, una tavola rotonda a cui si aggiungono sempre nuove sedie e anche io mi sono avvicinato con il mio sgabellino. Per questa collaborazione con C&S devo ringraziare il Deus Ex Machina Andrea Plazzi, con il quale avevo già collaborato l’anno scorso per una storia breve a fumetti, curata da lui e scritta da Giovanni Eccher, uscita sulla rivista matematica Archimede. A gennaio 2017 mi telefona dal festival di Angouleme, mi dice che ci sarebbe in ballo un soggetto di Alfredo Castelli e mi chiede se ho voglia di realizzare una tavola di prova. Non me lo sono fatto dire due volte.

ON: Sei stato affiancato a un autore di incredibile calibro, un grande onore ma anche una grossa responsabilità, come ti sei preparato?

GP: È stato tutto parecchio rapido e non ho avuto modo di fare una gran preparazione. Mi sono buttato sui disegni e basta. L’unico aspetto su cui abbiamo ragionato è stato la scelta dello stile da utilizzare: per questa storia servivano delle proporzioni più realistiche e meno cartoon rispetto a quello che disegno di solito. In quel momento ero immerso in diversi progetti e nel frattempo ho fatto una prova cercando di immaginare come sarebbe stato il risultato finale, un po’ comic book e un po’ bédé. È stato un piacere sapere che Alfredo aveva apprezzato! E siamo partiti!

ON: Qual è il tuo rapporto con la scienza?

GP: Mi rendo conto di essere totalmente ignorante in materia. Le poche nozioni che conosco di fisica o chimica ad esempio sono quelle imparate negli anni del liceo scientifico e poi messe via, in un cassettino dei ricordi. A questo punto però sono un soggetto perfetto per disegnare un fumetto di questo genere. Proprio perché non ne sapevo nulla, leggendo la sceneggiatura di “il segreto di Babbage” mi sono incuriosito ed emozionato, come spero faranno anche i lettori che sentono raccontare di questi argomenti per la prima volta. 

ON: Per un fumetto di divulgazione scientifica quanto è importante la scelta della tecnica da adottare per il volume?

GP: Credo che la scelta della tecnica non sia così importante, ma adesso che mi ci fai pensare tutti i volumi Comics&Science sono stati realizzati in collaborazione con autori dal segno umoristico (Ortolani, Tuono Pettinato, Silver e anche Bertolucci in questo caso). Secondo me è una coincidenza. Io mi immagino benissimo una storia di divulgazione scientifica disegnata da Danijel Zezelj, ad esempio. Figata. Ad ogni modo l’importante è che il disegno rispecchi il fine del racconto! Per quanto mi riguarda cerco sempre di affrontare ogni storia a fumetti in modo diverso e con un tipo di segno più adatto possibile all’atmosfera e all’umore da raccontare, in modo da rendere quella storia unica. Ovviamente sempre nei limiti delle mie capacità!  

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ON: Tu preferisci il disegno a mano libera o la tavoletta grafica? Pro e contro?

GP: Disegno a mano libera su tavoletta grafica! Perché non credo che le due cose siano agli antipodi.  Per questo fumetto ho realizzato le tavole in digitale con l’aiuto di una tavoletta, ma è sempre la mano a disegnare, solo che al posto della carta c’è un monitor. In questo caso la scelta è stata a discapito dei miei strumenti “analogici” preferiti, il pennino e l’inchiostro di china. Scelta condizionata anche dalle alle tempistiche! Il digitale infatti ti permette di saltare alcuni passaggi lunghi e noiosi come la scansione, il montaggio e la pulizia delle tavole disegnate su carta, che una volta terminate ad ogni modo devono essere trasformate in digitale. E questi a mio parere sono vantaggi. Inoltre il digitale consente di essere più agile in caso di revisioni o correzione di errori. Il potere del ctrl+Z però è un’arma a doppio taglio! C’è il rischio di incartarsi nell’attenzione compulsiva ai dettagli, ridisegnati all’infinito fino al raggiungimento del segno perfetto. Visto che le cose troppo perfette a mio parere perdono di spontaneità e diventano poco interessanti, la mia regola (e si sa che le regole sono fatte per essere infrante) è buona la prima, come con l’inchiostro su carta.

ON: Quale super potere vorresti avere? L’abbiamo chiesto a tutti i nostri intervistati, ma in questo caso, visto che la tua intervista è abbinata a un altro autore… Potresti approfittarne per puntare al team-up.

GP: Io sceglierei decisamente il controllo del tempo. Però non mi piacerebbe muovermi avanti e indietro sulla linea temporale, troppi problemi di universi paralleli. Mi basta vivere il momento presente ma potendolo dilatare e contrarre a seconda delle esigenze. Senza la controindicazione dell’invecchiamento precoce, se possibile!

ON: Infine, dove potremo trovarti prossimamente? In quali occasione potremo incontrarti?

GP: La prima data utile sarà sabato 20 al Salone del Libro di Torino. Alle 15,30 il team Comics&Science presenta in super anteprima “The Babbage Issue”, il volume con la storia a fumetti disegnata da me. Poi di sicuro sarò alla Sagra dei Fumetti di Verona, 10 e 11 giugno! E successivamente a Bologna, mi rinchiuderò in studio a disegnare per terminare alcuni nuovi progetti, ma non è detto che non mi vediate bighellonare in giro per fiere e mostre!

Testi di Jacopo Peretti Cucchi e Gabriele Bianchi (OrgoglioNerd)

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