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Il regno del pianeta delle scimmie: Cesare lotta ancora | Recensione

A sette anni dall'ultimo film, si torna a raccontare la storia della conquista del pianeta da parte delle scimmie

Scimmie insieme forti“. Così recitava il mantra di Cesare, leggendario leader dei primati che li ha guidati nella rivoluzione contro gli umani per conquistare la Terra e di cui abbiamo seguito la storia in una acclamata trilogia a partire dal 2011. E ora quell’universo torna in sala con Il regno del pianeta delle scimmie, di cui state per leggere la recensione. Un film che cerca di recuperare un successo mai davvero spento e che ha grandi ambizioni. Vediamo se è riuscito a realizzarle…

Il regno del pianeta delle scimmie, la recensione: molti anni dopo

Sette anni fa abbiamo assistito alla conclusione della storia di Cesare, che ha guidato le scimmie fuori dall’ombra. Ora ci ritroviamo sulla stessa Terra ma in un futuro imprecisato, diverse generazioni dopo quella prima ribellione.

Seguiamo la storia di Noa, membro di un clan di scimmie che vive immerso in una giungla e a uno stadio ancora piuttosto primitivo. Sono isolati dal mondo, crescono in simbiosi con le aquile e non sanno nulla della storia del pianeta prima di loro. Ma le cose cambieranno presto.

Nelle ore prima di un grande rituale, il clan viene attaccato. Sono altre scimmie, più evolute e meglio equipaggiate, che devastano il villaggio e rapiscono i suoi abitanti, in cerca di qualcuno. Noa riesce a sopravvivere, ma ora dovrà partire per una missione e riportare a casa la sua famiglia e i suoi amici. Scoprendo, lungo la strada, il passato della Terra e tante cose che ancora non conosceva…

C’è un’interessante mescolanza di generi ne Il regno del pianeta delle scimmie e curiosamente la fantascienza non è quello principale. Possiamo trovare influenze fantasy, ma soprattutto si intravede sotto il velo una grande ispirazione a un certo tipo di western. Con un eroe che dovrà confrontarsi con le proprie credenze e i suoi stessi ideali per crescere e raggiungere la sua missione.

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Il regno del pianeta delle scimmie crea così una storia all’apparenza semplice e lineare (a volte forse anche un po’ prolissa) ma che nasconde tra le sue pieghe idee una complessità rilevante. C’è moltissimo di non detto, che vediamo negli occhi dei personaggi o nelle azioni che scelgono di non compiere, ma che ci racconta una storia. O forse solo l’inizio di una storia.

L’eredità di chi per primo ci ha creduto

Il Regno Del Pianeta Delle Scimmie Recensione 03 Copia

La trilogia prequel del pianeta delle scimmie dovrebbe essere un caso di studio. Era un franchise dimenticato, inutilizzato per anni e definitivamente affossato dal discusso remake di Tim Burton. Tutto il contrario di un successo assicurato, ma forse proprio questo li ha spinti a creare un prodotto che puntasse tutto sulla qualità. Creando uno dei blockbuster più curati degli anni ’10.

E hanno rilanciato, con altri due film eccezionali, in senso letterale: raramente una saga riesce a mantenere così alta l’asticella, così a lungo. Dopo una tripletta del genere, tornare in quell’universo era rischioso. E da un certo punto di vista, questo è entrato a far parte della storia stessa del film.

Tra i tanti spunti che Il regno del pianeta delle scimmie esplora, c’è quello dell’eredità di Cesare. Una figura diventata mitologica, sul confine della religione, che non tutti ricordano, ma che ancora fa sentire la propria influenza. E che è visto come un esempio da seguire per la retta via.

Il Regno Del Pianeta Delle Scimmie Recensione 04 Copia

E così nasce un film che punta ancora una volta sulla qualità, con una messa in scena straordinariamente imponente e una produzione di alto livello. Una storia che non cerca di banalizzarsi per il pubblico, ma rimane popolare, giocando a lungo sulle sfumature. I precetti di Cesare sono la via? O sono da ingenui? O peggio, sono uno strumento per il controllo delle masse? E quanto si possono piegare alla necessità senza tradirle?

Sono tantissime le domande come queste che Il regno del pianeta delle scimmie pone al pubblico. Con una che aleggia sempre sullo sfondo, fin dal primo film (quantomeno del rilancio recente): ma noi da che parte stiamo? Dalla parte delle scimmie, di cui seguiamo il punto di vista e di cui seguiamo la lotta per la libertà? Oppure dovremmo stare dalla parte degli umani in questa guerra? Gli stessi che hanno dato origine a tutto questo e che hanno le mani più sporche di sangue?

Il regno del pianeta delle scimmie guarda oltre, verso il futuro

noa scimmia con aquila il protagonista de il regno del pianeta delle scimmie recensione

C’è un aspetto in cui questo film “tradisce le vie di Cesare”, ma costruendoci sopra e lanciandosi in un balzo di fede ancora più grande. Perché Il regno del pianeta delle scimmie per la prima volta forse nel franchise ci lancia davvero verso un seguito.

Per quanto la trilogia di Cesare sia riuscita ad avere una grande coerenza interna e avesse sempre dei finali vagamente aperti, non si è mai sporta così in avanti. Ciascun capitolo ci dava una sua conclusione, a cui poteva seguire un “da qui potete immaginare come si è evoluto tutto fino a quando è arrivato Charlton Heston”. Una scelta cauta, per contenere i rischi in caso di flop. Che però qui viene superata.

Non che Il regno del pianeta delle scimmie sia una storia a metà. Abbiamo una risoluzione, i nostri eroi affrontano i conflitti, crescono, hanno un arco narrativo. Ma lungo tutto il film sono posti i semi per il futuro: piccoli accenni, dubbi, sguardi e fili da tirare in un nuovo capitolo. Che noi già non vediamo l’ora di vedere.

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  • Polish Release, cover may contain Polish text/markings. The disk DOES NOT have Italian audio and subtitles.
  • Audience Rating: NR (Non valutato)

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Autore

  • Mattia Chiappani

    Ama il cinema in ogni sua forma e cova in segreto il sogno di vincere un Premio Oscar per la Miglior Sceneggiatura. Nel frattempo assaggia ogni pietanza disponibile sulla grande tavolata dell'intrattenimento dalle serie TV ai fumetti, passando per musica e libri. Un riflesso condizionato lo porta a scattare un selfie ogni volta che ha una fotocamera per le mani. Gli scienziati stanno ancora cercando una spiegazione a questo fenomeno.

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