Con l’inizio del nuovo anno, nelle sale cinematografiche, uscirà il film d’animazione il Piccolo Principe.
Il Piccolo Principe per chi non lo sapesse è un libro di Antoine de Saint-Exupéry(1900-1944), che narra una delle storie più belle ed emozionanti della letteratura. La storia del Piccolo Principe ha entusiasmato e commosso generazioni di lettori fin da quando è stato pubblicato nel 1943.
Questa storia è stata riportata sia a teatro sia al cinema ma con scarsi risultati fino ad ora.
Grazie al regista Mark Osborne (Kung-fu Panda) questo romanzo ha preso vita nella maniera più spettacolare che potesse esserci.
A differenza di molte trasposizioni cinematografiche questa non pretende di rendere il libro un film. Ora ci spieghiamo meglio. Il Piccolo Principe è uno di quei libri che regala talmente tanti spunti di riflessione, da rendere la storia veramente difficile da trasportarle su pellicola senza stravolgere questa fantastica caratteristica. Questo film ci riesce inserendo il libro “il Piccolo Principe” in una storia più grande che fa da contorno e al tempo stesso da filo conduttore. Il film racconta la storia di una bambina predestinata ad essere un’adulta fin dalla tenera età a causa di una madre “in carriera” che le programma ora per ora, giorno per giorno, mese per mese ogni anno della sua vita scolastica, togliendole così la gioia dell’essere "bambini". La vita grigia e monotona di questa bambina verrà stravolta dal suo vicino di casa, un vecchio aviatore strampalato che le porterà colore e gioia. La storia del piccolo principe, raccontata nel diario del vecchio aviatore, sarà scoperta pagina dopo pagina dalla bimba. Le esperienze passate dell’aviatore e il racconto dei viaggi del Piccolo Principe in altri mondi contribuiranno a creare un legame tra l’aviatore e la bambina che affronteranno assieme una bellissima ed emozionante avventura. Alla fine di questa avventura la bambina avrà imparato ad usare l’immaginazione e a ritrovare la sua infanzia. Il bello, è che non solo lei sarà riuscita a fare questo percorso, ma anche noi. Spettatori troppo cresciuti per accorgerci che l’essenziale è invisibile agli occhi, troppo adulti ed impegnati per fermarci sdraiati su un prato a far niente, troppo presi dalla vita frenetica tanto da dimenticarci che essere bambini in fondo non è una cosa negativa.
Il film usa una doppia tecnica di animazione: Computer grafica quando la storia che vediamo è quella della bimba e dell’aviatore, stop motion quando invece è la storia del Piccolo Principe a scorrerci sotto gli occhi.
Questa scelta di una tecnica mista si rivela azzeccata in quanto ci aiuta a distinguere le due storie. Il fatto di aver raccontato la storia del principe usando l’animazione in stop motion aggiunge al film un ulteriore e meraviglioso elemento. Quello che ci capita sotto gli occhi è vedere le bellissime illustrazione di Saint-Exupéry prendere vita in modo reale, quasi tangibile.
Il doppiaggio italiano ci ha stupito, non tanto per i nomi importanti come Toni Servillo (l’aviatore), Stefano Accorsi (la volpe), Alessandro Gassmann (il serpente) o Paola Cortellesi (la mamma), ma tanto per quelli che non ti aspetti come Alessandro Siani (l’uomo vanitoso), Pif (il re) o Angelo Pintus (mr Prince) un rarissimo caso dove "celebrità" prestate al doppiaggio non ci hanno fatto storcere il naso. I dialoghi ci hanno strappato qualche lacrima… ok siamo sinceri, durante il celebre dialogo dell’addio tra la volpe e il principe ci siamo trasformati in fontane.
Il film è per un pubblico di bambini. Attenzione però, non intendiamo un pubblico di piccoli esseri umani da 0 ai 10 anni, intendiamo con il termine Bambini tutti coloro che abbiano voglia di stupirsi, di meravigliarsi, di commuoversi davanti ad una delle storie più belle di sempre.
Un’ultima cosa, a parte un piccola scena post credit subito all'inizio dei titoli di coda, non ce ne sono altre alla fine di essi ma rimanete comunque a goderveli perché dubitiamo vi possa ricapitare l’occasione di vedere dei titoli di coda scorrere al contrario.
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