È azzurro, è un papero ed è del Giappone. Questo è più o meno quello che sappiamo su questo personaggio che fin dal nome con cui è diventato celebre è avvolto dal mistero. Ma nonostante questo o forse proprio per questo, è capace di farci davvero divertire, trovandosi al centro di tante avventure al limite dell’assurdo. E così, in occasione del lancio della raccolta definitiva delle storie de Il Misterioso Papero del Giappone pubblicata da Gigaciao, ci siamo seduti con chi questo personaggio lo conosce bene, ovvero il suo autore Daw (al secolo Davide Berardi) per provare a svelare il mistero.
Il Misterioso Papero del Giappone, tra ninja, combattimenti e gag ricorrenti
Magari qualcuno di voi lettori non sa esattamente di cosa stiamo parlando, per cui prima di addentrarci nella chiacchierata, ripassiamo le basi. Il Misterioso Papero del Giappone è un personaggio nato dalla fantasia di Daw e protagonista di tantissime sue strisce e storie a fumetti. Abbastanza da riempirci oltre 200 pagine, come dimostra il volume realizzato da Gigaciao.
Il nome è abbastanza auto-esplicativo. Si tratta di un papero antropomorfo e azzurro che è un grande maestro di arti marziali (ma non solo). Vive un’esistenza generalmente pacifica, interrotta solo dai ripetuti tentativi di un ninja di sconfiggerlo per affermare il proprio nome. Tentativi che puntualmente falliscono, con il Papero che ogni volta esce trionfatore nei modi più assurdi.
Il meccanismo è semplice, ma straordinariamente efficace. Vignetta dopo vignetta vediamo questo ninja lanciare il proprio guanto di sfida al Papero che lo raccoglie (anche in senso letterale) e trova il modo di ribattere senza per forza usare la violenza. O usandola nel modo in cui il suo avversario non si aspetta. O forse un pochino sì, se lo aspetta dopo tanti incontri. Insomma, è più facile lasciare parlare le vignette, anche quelle mute.
Nel tempo poi il mondo de Il Misterioso Papero del Giappone si è fatto sempre più ampio. Abbiamo conosciuto venditori di armi poco raccomandabili, guerrieri ninja colorati, fan ossessionate e molti altri personaggi. Tutto però tenendo al centro questo azzurro protagonista, il suo adorato rivale ninja e soprattutto senza smettere di farci ridere di gusto.
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Una chiacchierata tra Looney Tunes, family friendly e pizza
Partendo da questo personaggio e la sua ormai lunga storia ci siamo fatti raccontare da Daw qualcosa del suo mondo. Abbiamo indagato su quale sia davvero la forza del Papero e dei suoi comprimari, per poi allargare lo sguardo e riflettere su tutto l’universo Gigaciao, ma anche su come si cucina una pizza. Se siete curiosi di scoprire cosa ci ha raccontato, qui di seguito trovate l’intervista completa. Buona lettura!
Il Misterioso Papero del Giappone è uno dei tuoi tanti personaggi ricorrenti. Cosa lo rende così speciale da essere uno dei più famosi tra quelli che hai realizzato?
Innanzitutto direi che la particolarità che non ha nessun altro personaggio è che è family friendly. Quindi è l’unico che può prendere una scala di persone maggiore del solito, perché di solito… Certe cose le leggono solo gli adolescenti, certe altre cose un po’ troppo violente vengono ripudiate dalle donne con figli. Perché mi è stato spesso detto “Non mi piacciono i tuoi fumetti perché vedo tanti bambini uccisi”. Non sono bambini, sono disegnati stupidi, ma va bene.
Quindi penso che sia quello, in generale, il fatto che sia più alla mano e più “puccioso”, se vogliamo. E poi il fatto che è azzurro piace. E soprattutto il nome, perché tutto nasce dal nome. Il nome è bello, il nome suona bene, rotola bene sulla lingua e, secondo me, funziona. Già ti incuriosisce. Infatti ha incuriosito me: ho scritto il nome per sbaglio e poi da lì ho continuato.
C’è una dinamica molto interessante, che riprende quella dei vecchi cartoni dei Looney Tunes, un po’ Wile E. Coyote e Beep Beep. Però un aspetto che mi ha sempre colpito è che non ho mai avuto la “sindrome dello sconfitto”. Quella cosa per cui fai quasi sempre il tifo per Wile E. Coyote o chi per lui. Io quando leggo il Misterioso Papero del Giappone, faccio il tifo per il Misterioso Papero del Giappone.
Al di là di quello che sembra, ho cercato di calibrare questa cosa, di non andare esattamente su quella scia. Un po’ ho capito anch’io che stavo andando in quella direzione, allora mi sono detto: “Il Papero deve essere comunque positivo. Deve essere proattivo e non solo subire le trappole e scappare”. E infatti ci sono anche scene d’azione e scene in cui si richiede un suo intervento. Non è che è sempre passivamente fortunato.
In più l’importante è fare i nemici, che siano degli stronzi ogni tanto. Il Ninja per assurdo, pian piano, specialmente nelle storie che in realtà ancora non sono su questo libro, ha un’evoluzione. E il ruolo di stronzo-stronzo passa al maestro a un certo punto. Quindi vuoi vedere fallire l’antipatico sborone pieno di sé. E ci sta bilanciare le cose in quella maniera lì. Penso che abbia aiutato.
Come nasce una strip del papero? Cioè qual è il tuo flusso di lavoro?
Bella domanda, vorrei saperlo così potrei replicarla. (ride) Il fatto è che con tutte le cose che scrivo, e sono tante, non c’è un metodo vero e proprio alla fine. Bisogna mettersi lì e sbattere la testa al muro finché arriva qualche idea. Ne butto giù un miliardo, scarto le prime che sono sempre le più banali e poi lavoro sulle seconde. Che scarto perché a un certo punto le odio e le terze che vengono fuori per disperazione sono quello che c’è.
Perché la deadline sta arrivando…
Di solito è quello, di solito funziona così. La deadline è l’unica cosa che ti fa lavorare. Infatti, quando nell’ultimo libro mi hanno detto le ultime due settimane non ce le hai perché devi anticipare, mi hanno tolto il momento in cui avrei creato di più. Il libro sarebbe stato molto più grosso, ma se mi togli quello… Io aspetto l’ultima settimana, se me la togli non faccio più niente. Alla fine è quello, disperazione, ansia da prestazione e tanta fame.
Dicevamo prima che ci sono tantissimi altri personaggi che hai creato che sono diventati ricorrenti. Ci sono progetti, magari sempre con Gigaciao, di portare anche loro in volume in futuro?
Ci sono, il problema è che sono effettivamente tanti e mi hanno già fatto capire che fare troppi libri all’anno si mangerebbero tra di loro. Quindi io vorrei portare avanti il Papero e farne uno all’anno, però già questo preclude la possibilità di fare altre cose. Già ci sarà una raccolta di altre cose che ho scritto e han disegnato altri, come [Mega Tree] Majokko.
In quel caso non è un mio libro, quindi non penso ci saranno problemi a raccoglierlo. Però io vorrei fare un’altra raccolta di altre cose che stiamo facendo adesso sulla rivista. In questo caso si parla di Casa Gigaciao, che è nata anche quella per caso ed ha degli elementi che dentro funzionano abbastanza bene, quindi potremmo fare la raccolta anche di quelli. Vorrei fare le raccolte anche di tutti gli altri personaggi.
Sio ogni tanto dice che vorrebbe raccogliere tutte le cose di A come ignoranza per dire, però Sio è pazzo e non si possono fare così tante cose contemporaneamente. Proprio per il discorso di non saturare il mercato con il proprio nome, cosa che io farei volentieri, ma bisogna vedere se la gente è disposta a spendere miliardi, se facessi miliardi di libri all’anno.
Mi piacerebbe tantissimo, c’è già il materiale per raccogliere almeno 5-6 libri senza aggiungere niente. Se non fosse che io voglio ridisegnare sempre tutto. Però il problema è la tempistica e quanto puoi fare, riempire e saturare.
Io ti dico già che se fai una raccolta di Animaletti Crudi… È già mia.
Ecco vedi Animaletti Crudi sono estremamente di nicchia, perché sono violenti e volgari. Quindi a me piacerebbe portarli avanti, ma l’unico modo che ho adesso per portarli avanti, mentre cerco di essere “family friendly”, a mio avviso sarebbe fare un Patreon per loro. Mettermi dietro un paywall, perché altrimenti se li metto sui social mi alieno famiglie, mamme, bambini… No, ai bambini non gliene frega niente, anzi preferiscono. Sono gli adulti che hanno sempre qualcosa da ridire.
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Quello, ma anche solo fare tutte le raccolte delle strisce… Ne abbiamo parlato, è una cosa di cui si discute normalmente, ma alcune non possono essere raccolte. Posso fare uno Sbranzo volendo, io farei Sbranzo con altre robe che sono strisce da due pagine, che ho fatto per altre riviste come magari Evviva! e Shonen Ciao, che sono delle cose a sé stanti.
Il problema è che ci sono delle strisce che van bene per tutti, mentre il Malvagio Dottore non va bene per tutti, per dire, o quelli dove la gente muore costantemente. Il mio sogno sarebbe fare una nuova raccolta di strisce per tutti e una raccolta di strisce solo per gente di una certa età. Vedi? Sono già troppi libri.
Parlando proprio del rapporto con Gigaciao. Ormai ci sei dentro mani e piedi con questo volume, com’è vista dall’interno? Perché è un progetto molto particolare.
Sono appena partiti, quindi stanno ancora vedendo come muoversi. Però in effetti come progetto, come idea di base è fantastico, perché ho lavorato con tante case editrici e non c’è mai veramente la cura dell’autore. Se sei uno che vende da solo miliardi, ovviamente sì, ti curano, ti baciano i piedi e ti trattano tutti bene, ma in generale ogni casa editrice ha problemi a fare promozione quando ha tanti autori. E se ne ha pochi perché è piccola, non fa promozione abbastanza o non ha i mezzi.
Qua invece abbiamo l’unione di quattro persone che già da sé sono dei fenomeni a livello di seguito e di capacità di vendersi. Che sembra una brutta cosa ma è mega-importante, specie in questo momento, specie in questo campo, specie adesso che tutti cercano di fare a modo loro gli influencer di qualcosa. Quattro persone che già conoscono l’ABC del mercato, sanno cosa funziona, sanno cosa piace al pubblico… Sanno evidenziare anche i miei punti di forza che io stesso non riesco a trovare!
Facciamo una riunione e mi dicono: “Tu questo, questo lo sai fare, facciamo questo, puntiamo su questo e quest’altro”. Questo per me è una roba che non ho mai trovato in nessun’altra casa editrice: qualcuno che non solo ti promuove decentemente – perché non è mai successo così tanto – ma che capisce il prodotto.
Perché un’altra cosa che fanno le altre case editrici è guardare quanti like hai, prenderti a bordo e dire: “Adesso quello là si deve promuovere e vendere da solo”. Invece qualcuno che non solo guarda i like, ma sa anche del prodotto, lo conosce, lo legge, lo apprezza e sa esattamente dove piazzarti. Già per questo è il top delle case editrici con cui sono stato.
Aggiungi che sono capaci di muoversi nel settore e loro hanno fondato una casa editrice con l’idea appunto da autori di promuoverlo, di fare una roba buona, di fare una roba in cui il prodotto viene messo davanti al resto, per me questo è importante. Stanno facendo dei bei lavori e devo dire che in effetti finora sono stati veramente all’altezza con me.
Poi io vivo una situazione privilegiata perché in effetti su una rivista mi hanno dato da fare una loro proprietà Mega Tree Majokko… Quando ci sono delle pagine vuote chiamano spesso me… Adesso c’è Casa Gigaciao, in pratica direi che sono l’autore più presente in questo momento, questa è già una dichiarazione di fiducia pazzesca, per cui io sono arrivato ad avere quasi… Della fiducia in me stesso! Una cosa che non vedevo da anni e anni.
Avevo pensato di mollare questo campo da un pezzo. Infatti il Papero l’avevo tenuto da parte, nonostante ci fosse materiale per fare roba da un pezzo, perché aspettavo di darlo solo a una casa editrice decente o che ci avesse creduto, che avesse investito bene in questo progetto. Era lì da parte e l’idea era o la trovo o non faccio un cacchio e vado a fare il pizzaiolo.
Purtroppo il mondo della pizza quindi non ti vedrà nel breve, direi.
Non è detto dai, comunque puoi imparare e farla. A me piace parlare della pizza, mi piace mangiare, la so un po’ fare, facevo il pony pizza. Qualcosa ho imparato.
Quindi possiamo aspettarci nuovi volumi con Gigaciao in futuro?
Sì, ne stiamo parlando. Cioè si spera. Se non muoio.
E con questa nota molto positiva si conclude la nostra intervista con Daw per Il Misterioso Papero del Giappone. Se siete curiosi di scoprire di più su questo autore e i suoi lavori, potete correre ora sul sito di Gigaciao!
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