Il corriere – The Mule è il nuovo film di Clint Eastwood che da oggi è disponibile nelle sale italiane. Per la prima volta dai tempi di Gran Torino, uscito più di dieci anni fa, il leggendario attore e regista torna protagonista in una pellicola da lui diretta. Un ritorno a lungo atteso, che sta ricevendo diversi apprezzamenti dalla critica e dagli amanti di Eastwood. Vediamo insieme com’è andata nella nostra recensione di Il corriere – The Mule.
Di cosa parla Il corriere – The Mule?
Earl Stone è un coltivatore piuttosto famoso e apprezzato nell’ambiente. Le sue piante e i suoi fiori sono tutto per lui e viaggia in giro per l’America tra convention e cerimonie di consegna di premi del settore, facendosi amare dai suoi colleghi. Tuttavia questo ha un impatto molto negativo sul rapporto con la sua famiglia, dalla quale si allontana sempre di più perché nelle sue parole pensava fosse “più importante essere qualcuno da un’altra parte“.
Anni dopo, quando la sua attività è ormai in rovina e si trova anziano e senza un soldo, riceve un’occasione di riprendere in mano la sua vita. Sfruttando la sua attitudine alla guida, inizia a macinare chilometri come corriere della droga, attività grazie alla quale inizia a raccogliere una discreta fortuna. Questo ambiente è però altamente pericoloso ed Earl si ritrova invischiato in un mondo di lotte di potere, con la DEA sempre più vicina a scoprire la verità.
Il corriere – The Mule racconta una coinvolgente storia di un uomo diviso tra l’amore che in qualche modo prova per la sua famiglia e il suo ego. Si trovano tantissimi spunti interessanti in questa vicenda. Clint Eastwood affronta duramente tanti temi differenti, che vanno oltre il conflitto sopracitato. Nel film si riscontrano riflessioni interessanti sulla differenza tra generazioni, sul rapporto con l’età che avanza, sulla responsabilità delle proprie azioni, sul razzismo e molto altro ancora.
Non tutto funziona alla perfezione. Il set-up della vicenda è troppo rapido, le due storie principali (quella di Earl e quella degli agenti della DEA che lo cercano) non sono bilanciate benissimo nella prima parte del film e alcune volte il tono retorico è fin troppo calcato. Tuttavia niente di tutto ciò riesce davvero a rovinare quello che è a conti fatti un ottimo film.
“Non fate come me”
Il corriere – The Mule è un racconto limpido di una vicenda assolutamente incredibile, ma vera. Il progetto è ispirato a un articolo del New York Times intitolato The Sinaloa Cartel’s 90-Year-Old Drug Mule. Si tratta di un’intervista a Jeff Moore, agente DEA che si è occupato dell’arresto di Leo Sharp, alter ego nella vita reale di Earl Stone, considerato generalmente il più vecchio corriere della droga al mondo.
Clint Eastwood riesce a entrare perfettamente nella parte, con tutte le sue sfumature. Si tratta di un ruolo che in molti aspetti è differente dal classico personaggio dell’attore, ma non per questo risulta meno credibile. I momenti in cui Stone rivela la sua arguzia e intelligenza per evitare la cattura sono sicuramente i più godibili, ma nel complesso questa performance rientra di diritto nella classifica delle migliori dell’attore.
Ottimo anche l’apporto del cast secondario. Bradley Cooper, che con Eastwood ha già lavorato in American Sniper, incarna molto bene il personaggio di Colin Bates, contrappunto del protagonista. Eccezionale anche il lavoro di Dianne West nei panni dell’ex-moglie di Stone, con una performance davvero toccante.
Merita una menzione speciale inoltre un momento specifico della pellicola, che potremmo definire la scena dei “cinque minuti più pericolosi della mia vita“. Si tratta di una sequenza che non influisce particolarmente sulla trama, ma riesce comunque a dare un’ulteriore spinta al film, riuscendo a dare un’immagine chiara e perfetta dell’America moderna, con tutti i suoi problemi e le sue contraddizioni, strappando anche una risata (molto amara) al pubblico.
Pareri finali
Il corriere – The Mule è un’altra tacca nell’incredibile carriera da regista e attore di Clint Eastwood, che riesce (quasi) sempre a convincere e regalare del grande cinema. Non si tratta del suo film migliore in assoluto, ma principalmente perché ha tanti altri titoli eccezionali nella sua filmografia, e probabilmente non lascerà un segno indelebile nella storia della settima arte. Nel complesso tuttavia è un ottimo film, che vi consigliamo caldamente di recuperare.
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