News

Il Diritto di Contare: storie di scienza e coraggio

Eravamo molto curiosi di vedere questo film. Un po’ perché quest’anno non è stato un anno molto ricco di biopic di scienziati, una piccola passione proibita di alcuni di noi, un po’ perché questa pellicola si preannunciava sin da subito un po’ particolare nel suo genere. 
Innanzitutto Il Diritto di Contare (Hidden Figures in inglese, dove ‘figures’ significa ‘personaggi’ ma anche ‘cifre’, gioco di parole mantenuto in italiano nel doppio significato di ‘contare’) racconta le vicende professionali e personali di non una ma ben tre scienziate, le cui vite sono state strettamente intrecciate: Katherine G. Johnson, Dorothy Vaughan e Mary Jackson. Nonostante la Johnson abbia il ruolo di protagonista, e sia anche dal punto di vista scientifico quella con una carriera più degna di nota, la storia è corale, meno incentrata su di un’unica personalità rispetto alle biografie di scienziati a cui siamo stati abituati al cinema di recente.  
Siamo nel 1961, e le tre amiche lavorano nella divisione “calcolatrici di colore” della NASA: un gruppo di ragazze nere addette a rifare i calcoli necessari a tutto il lavoro dell’agenzia spaziale, dalle traiettorie delle orbite alla termodinamica dei razzi. I computer come noi li conosciamo non sono nemmeno nei sogni migliori, e i loro predecessori non sono ancora arrivati (almeno all'inizio del film), quindi sono necessarie delle persone che facciano, semplicemente, i conti. Il team è supervisionato da Dorothy, coordinatrice di fatto ma senza lo stipendio di una coordinatrice, e composto da molte ragazze che in realtà potrebbero fare molto di più che ripetere conti meccanici ideati da altri. Mary, ad esempio, vuole diventare ingegnere, e la sua vicenda professionale nel film è proprio la lotta per ottenere la possibilità di laurearsi in ingegneria alla NASA, prima di qualsiasi altra donna nera, anche grazie ad una meritata promozione e all’aiuto di un collega. E infine Katherine, brillante matematica, viene spostata al Dipartimento Spaziale, e le viene dato il compito di controllare i calcoli delle orbite, in un periodo storico in cui l’America è in corsa con la Russia per mandare un uomo in orbita attorno alla Terra e, successivamente, sulla Luna. Il lavoro, per tutte e tre è una grande opportunità, che le porterà a realizzarsi professionalmente e dimostrare di cosa sono capaci, ma anche una sfida immensa.
Swxq3m
Sono tre scienziate, donne e nere, in un periodo in cui non era facile essere nessuna di queste tre cose, specialmente se tutte assieme. Come ci si può aspettare, la narrazione è molto incentrata sui temi sociali. Il film è uno spaccato della loro vita, e di tutte le difficoltà che le discriminazioni legate al sesso e alla razza comportavano, ma rimanendo realistico. Il loro ruolo di eroine della causa non è eccessivamente enfatizzato: sono comunque madri, mogli, piuttosto benestanti, laureate, con un lavoro che molte loro amiche non possono nemmeno sognare. Sono, comunque, in una posizione privilegiata rispetto ad altre donne nere di quel periodo, e ciò è chiaro ed evidente. Ma i loro privilegi non le esonerano da una certa gamma di discriminazioni, e anzi, sono un trampolino per essere di esempio e nel loro piccolo cambiare le cose.
Infine, uno sguardo all’aspetto scientifico di Il Diritto di Contare, veramente ben riuscito, molto meglio di quello idealistico/sociale (a tratti un po’ troppo “americano”, nel senso di evidenziato e pomposo). Abbiamo assai apprezzato come la scienza, in questa pellicola, sia una questione di team work. È un punto di vista che raramente si sceglie di raccontare nei film, perché è più difficile empatizzare per lo spettatore, e si allontana dall’idea di scienza che il grande pubblico ha, come di un lavoro per l’Einstein di turno. Mandare un uomo in orbita, o andare sulla Luna, è stato un gigantesco lavoro di gruppo, fatto da persone con professionalità diversissime, imprevisti, banali problemi tecnici, conti fatti a matita e bulloni che si staccano, e questo in Hidden Figures lo si tocca con mano, e ciò fa molto onore alla storia. Le protagoniste non sono semplicemente geni, e tutto il resto è magia, sono professioniste che devono adattarsi a delle condizioni lavorative, tenersi aggiornate per mantenere un posto di lavoro, e in conclusione cercare di mandare un uomo sulla Luna, mentre vivono una vita da persone normali, come tutti gli scienziati fanno. 

Da non perdere questa settimana su Orgoglionerd

✒️ La nostra imperdibile newsletter Caffellattech! Iscriviti qui 
 
🎧 Ma lo sai che anche Fjona ha la sua newsletter?! Iscriviti a SuggeriPODCAST!
 
📺 Trovi Fjona anche su RAI Play con Touch - Impronta digitale!
 
💌 Risolviamo i tuoi problemi di cuore con B1NARY
 
🎧 Ascolta il nostro imperdibile podcast Le vie del Tech
 
💸E trovi un po' di offerte interessanti su Telegram!

Giada Rossi

Laureata in Astronomia, aspirante Astrofisica. Curiosa di natura. Scrivo soprattutto di scienza, ma preferisco parlare di cani buffi.

Ti potrebbero interessare anche:

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Back to top button