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I mirabolanti fluidi non newtoniani

Correva l'anno 1958 ed un navigato regista di documentari tedesco di nome Irvin S. Yeaworth Jr. aveva appena completato una pellicola che in seguito venne definita cult per eccellenza nella categoria horror. Parliamo ovviamente della prima versione di Fluido Mortale (The Blob), a cui farà poi seguito un egualmente fortunato Beware! The Blob nel 1972 ed un remake, Blob, il fluido che uccide, nel 1988.

A parte la volontà propria, il Blob è un materiale fluido in grado di scorrere lungo tubi e pareti, ma è soprattutto in grado di modificare la propria viscosità, passando da una sostanza totalmente liquida ad una gelatina compatta, il secondo caso generalmente a seguito di movimenti rapidi come la protrusione di un tentacolo per afferrare un oggetto. Dal punto di vista scientifico, per molti ignari spettatori, potrebbe essersi trattato di un primissimo contatto con quello che è il concetto di "fluido non newtoniano".
Viene definito fluido non newtoniano (o anche fluido amorfo) un fluido la cui viscosità varia a seconda dello sforzo di taglio che viene applicato. Complicato?Allora semplifichiamolo. Prendiamo una bottiglia di ketchup nuova, apriamola e rovesciamola a testa in giù sulle nostre patatine fritte, senza fare altro. Non succede niente? Beh, questo è dovuto al fatto che il ketchup, come praticamente qualsiasi sospensione, soluzione polimerica o miscela di sostanze con caratteristiche diverse tra loro, non è un fluido newtoniano. Ma da bravi veterani del junk-food con innumerevoli medaglie (di salsa) sulle nostre magliette preferite, sappiamo certamente come reagire al così detto Pouring Ketchup Quandary: due colpetti sul fondo, un'agitata alla bottiglia ed ecco che il nostro ketchup scorre ed inghiotte ogni cosa come un fiume in piena. Ma cos'è successo? Abbiamo semplicemente scatenato l'ira di un fluido tissotropico che, sottoposto ad uno sforzo (l'agitazione) ha diminuito la propria viscosità diventando più fluido. Convinti? No? Beh, siete in buona compagnia. L'ipotesi della tissotropia è infatti attualmente la spiegazione scientifica più gettonata per quello che viene definito il miracolo del Sangue di San Gennaro, sebbene non sia mai stato consentito effettuare analisi per confermarla. D'altra parte la nostra adorata scienza non ha bisogno di atti di fede. Anche molte vernici spruzzabili rientrano in questa categoria: durante la spruzzatura sono estremamente liquide ma una volta raggiunta la superficie bersaglio la loro viscosità aumenta, consentendo di ricoprire così il bersaglio.
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Un differente esempio di fluido non newtoniano si ottiene mescolando acqua e amido di mais (maizena): il liquido così ottenuto ha il superpotere di diventare meno fluido (o meglio, più viscoso) mentre è sottoposto a sforzo, ovvero si tratta di un fluido dilatante. A credere al web, l'uso più interessante dei fluidi dilatanti sembrerebbe quello di riempirci piscine per farci poi dei Gesù-party "camminando sull'acqua", ma esistono anche scopi più nobili, come quello di realizzare giubbotti antiproiettile leggeri e resistenti, riparare il manto stradale oppure case per iPhone indistruttibili, a seconda di quali siano le vostre priorità nella vita. Più in generale, molti fluidi dilatanti trovano applicazione dove sia necessario dissipare energia in modo efficace, quindi dispositivi anti-urto, freni e resistenze meccaniche. Tanto efficaci da farne fortunatamente dei pessimi materiali per proiettili.
Ma andiamo avanti con gli esempi relativi alla vita di tutti i giorni. Vi siete mai chiesti in che categoria si pongano dentifricio, maionese e cioccolata? Beh, in linea generale (ed ignorando quali siano le vostre marche preferite) si tratta di sostanze che iniziano a scorrere solamente quando gli viene applicata una forza sufficiente. Sono quindi solide (o gelatinose, sebbene gelatinoso non sia considerato uno stato della materia) fino ad un dato sforzo, poi iniziano a comportarsi come un fluido. Rientrano quindi in una categoria differente, quella delle plastiche di Bingham, sebbene gli esempi più rigorosi di questo comportamento siano probabilmente le argille.
Data la capacità di reagire ad urti e vibrazioni variando la propria viscosità, i fluidi non newtoniani hanno trovato grande interesse anche nel campo della propagazione delle onde sonore: è possibile ammirare vere e proprie sculture artistiche realizzate dal suono mentre si propaga attraverso questi mezzi.
In che categoria di fluidi non netwtoniani rientra quindi il nostro mostro cinematografico? In realtà in tutte le categorie, a seconda delle scene. Quando stringe qualche creatura che non riesce a liberarsi è una plastica di Bingham, quando scorre attraverso un tubo è tissotropico, quando viene colpito e sembra diventare rigido è dilatante e così via. Ma c'è ancora una caratteristica che accomuna Blob e i fluidi non newtoniani: nei film la creatura può essere fermata solamente congelandola. In effetti per la maggior parte delle sostanze, la natura non newtoniana dipende dalla temperatura.

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