Finalmente è giunto il momento di House of the Dragon. Della possibilità di uno spin-off di Game of Thrones si parla dai tempi in cui la serie TV madre era ancora ben lontana dal contestato finale. Tra diversi progetti in cantiere, fra cui uno abbandonato dopo il pilota, alla fine è giunto a conclusione questo, tutto dedicato a un momento chiave della storia Targaryen. Oggi è il giorno del suo debutto: House of the Dragon è infatti disponibile dal 22 agosto in esclusiva su Sky e in streaming solo su NOW in contemporanea assoluta con gli Stati Uniti. Dopo averlo visto in anteprima, siamo pronti a raccontarvi cosa aspettarsi da questo show.
House of the Dragon, il fuoco e il sangue
Siamo all’incirca due secoli prima degli eventi narrati in Game of Thrones. I Sette Regni sono comandati da Viserys I Targaryen, un sovrano giusto e piuttosto amato, giunto sul Trono di Spade dopo un complesso processo di successione. Proprio per evitare questo problema, è alla spasmodica ricerca di un erede maschio, che permetta quando sarà il momento di semplificare il passaggio di poteri.
Intorno a questa figura si muovo le diverse personalità della corte, dal Primo Cavaliere Otto Hightower al nobile Corlys Velaryon, fino ad arrivare al brutale e tormentato Principe Daemon, fratello del Re a capo della Guardia Cittadina, e l’avventurosa Principessa Rhaenyra, figlia di Viserys I e cavalcatrice di draghi, come da tradizione Targaryen. La vita ad Approdo del Re di questi e tutti gli altri personaggi sta per essere sconvolta, con minacce interne ed esterne pronte a ribaltare gli equilibri dei Sette Regni.
Fin da subito questa serie cerca di fare sentire a casa il pubblico, che in gran parte arriva aspettandosi un ritorno di Game of Thrones. Già nei primi minuti viene messo in evidenza il legame tra i due show, dando una chiara finestra temporale di riferimento. Non solo, ma si sprecano i richiami a ogni livello, con una sequenza in apertura che per qualche secondo ci ha fatto pensare a un prologo ambientato nell’epoca che già conosciamo bene.
La familiarità con la serie madre permane anche nell’ambito produttivo. Il livello di qualità delle ambientazioni, dei costumi, degli effetti visivi è altissimo, proprio come l’ultima volta che siamo stati a Westeros. Si tratta indubbiamente di un prodotto su cui HBO ha investito parecchio e i risultati si possono apprezzare continuamente.
Ma questo non è Game of Thrones…
Per chi ha seguito tutto lo show originale, c’è un piacere speciale nel tornare a sentir parlare di Trono di Spade, di Approdo del Re, del Mare Stretto, di Targaryen e altre famiglie. Non solo, ma rivedere alcune location in un’epoca lontana, palazzi appena costruiti o in costruzione che abbiamo già visto appesantiti dagli anni, è indubbiamente piacevole. Tuttavia, questa serie non è Game of Thrones e piano piano ce ne rendiamo conto.
La differenza più evidente riguarda la struttura narrativa. Ci troviamo davanti a una storia più concentrata, come già suggerisce il titolo per certi versi. Non è la narrazione del gioco dei troni o di tutto il continente, ma di un gruppo molto specifico di personaggi. L’azione ruota intorno a loro e si svolge in uno spazio relativamente ristretto, almeno nella fase iniziale. Niente salti da Grande Inverno ad Approdo del Re tra un cambio scena e l’altro, ma uno sguardo approfondito su specifici luoghi.
Ad accompagnare questo approccio, ci troviamo davanti a una storia che non è solamente meno corale, ma che sembra presentare una chiara protagonista. Un personaggio che sembra meno sfumato nei suoi contorni, più facile da collocare tra i “buoni”, così come altri sembrano più legati al ruolo di “cattivi”. Un approccio molto diverso da quello che ha contribuito al successo di Game of Thrones.
È però molto rischioso fare questo tipo di discorsi, in una fase così preliminare. Undici anni fa, ai tempi del primo viaggio a Westeros, arrivati a questo punto della storia avevamo un villain chiaramente identificabile e un protagonista nobile e onorevole. La rivoluzione di Game of Thrones doveva ancora iniziare davvero e non possiamo escludere che anche House of the Dragon sia pronta a scompigliare tutto quello che sappiamo.
House of the Dragon è in bilico tra maniera e personalità
Questa serie in sostanza si muove su una stretta passerella, cercando da una parte di ricollegarsi in ogni modo allo show che l’ha generata, dall’altra di non limitarsi a quello, creando qualcosa di diverso che possa un giorno permettergli di superarlo. Una missione difficile, che però House of the Dragon affronta con decisione.
Ci troviamo davanti a uno show realizzato con estrema cura e rispetto per il materiale originale. Un progetto di alto livello che mette in mostra ottime performance (Paddy Considine e Matt Smith su tutti) che riuscirà a convincere gli appassionati, sia dell’universo di Westeros, che di televisione in generale.
Tuttavia, sul lungo periodo dovrà riuscire a trovare al meglio l’equilibrio su quella passerella di cui sopra. Da lì, una volta raggiunta la stabilità potrà davvero lanciarsi e potenzialmente raccontare un’altra storia che riesca a conquistare l’attenzione di tutto il mondo. Noi saremo davanti alla TV a guardare, in spasmodica attesa.
Rimani aggiornato seguendoci su Google News!
Da non perdere questa settimana su Orgoglionerd
🇻🇦 In che senso il Vaticano ha una propria mascotte in stile anime?
🏛️ Francesco Totti diventa Gladiatore a Lucca Comics & Games
🦇 Oltre i villain e i supereroi: intervista a Lee Bermejo
📰 Ma lo sai che abbiamo un sacco di newsletter?
📺 Trovi Fjona anche su RAI Play con Touch - Impronta digitale!
🎧 Ascolta il nostro imperdibile podcast Le vie del Tech
💸E trovi un po' di offerte interessanti su Telegram!
Un commento