Il nuovo film live-action de La Sirenetta arriverà al cinema il 24 maggio 2023 al cinema, ma dopo la conferenza stampa con cast, registi e compositori, una cosa è certa: la voce di Halle Bailey ha commosso tutti. Fin dal primo provino.
Dopo la premiere americana, con i primi commenti dei fan, e con la prospettiva di mostrare il film ai propri figli (per Javier Bardem e Melissa McCarthy) o ai propri cuginetti (per Jacob Tremblay), le emozioni per il cast continuano. E anche per il compositore Alan Menken, tornato a rivisitare la sua colonna sonora da Oscar.
Halle Bailey commuove tutto il cast e il regista de La Sirenetta
“Halle è la prima attrice che abbiamo provinato: l’abbiamo fatta accomodare e come prima cosa le abbiamo chiesto di cantare. E mentre lei cantava, mi sono accordo di essermi messo a piangere. Mi ha commosso. Avevamo iniziato da cinque minuti e ci siamo detti: ‘Abbiamo trovato Ariel?’. Poi ne abbiamo sentite altre centinaia, di ogni etnia e formazione. Ma lei questo ruolo se l’è conquistato dal primo minuto” racconta il regista Rob Marshall.
Da quel momento in avanti, sembra che la storia di Halle Bailey nel ruolo de La Sirenetta nel remake Disney sia stata segnata da tantissime lacrime di gioia. La stessa Bailey racconta di quanto ha “ricevuto questa chiamata, ma era anonima e non ho risposto. Mio fratello è corso nella stanza e mi ha detto di rispondere alla seconda chiamata. Era Rob [Marshall, ndr] che mi ha detto: ‘Hello, Ariel’. Ho pianto tutta la sera”.
Anche Melissa McCarthy, che pure nel film interpreta una terribile Ursula, ammette che durante le prove “intime, da teatro di paese pur in una produzione così enorme” faceva davvero fatica a “non piangere ogni volta che Halle apriva la bocca per cantare”.
Ma non tutte le lacrime erano di commozione. Ridendo, Bailey racconta del suo primo incontro con Jonah Hauer-King, che interpreta Eric nel film: “Erano i primi giorni sul set con Jonah, e subito abbiamo dovuto ricreare la scena del naufragio. Io dovevo salvarlo nella piscina al Pinewood [Studios, ndr]. Con onde, pioggia: sembra davvero di essere in una tempesta. Mi dicevo: ‘Sono una sirenetta, lo faccio tutto il giorno’. Ma Jonah continuava a pestarmi i piedi per sbaglio con i suoi stivali pieni d’acqua”.
Hauer-King ride dicendo: “Ero terrorizzato, stavo rompendo i piedi alla Sirenetta?”. Ma Bailey ammette: “È stato un momento divertente, ci ha unito”.
La Sirenetta di Halle Bailey al centro delle relazioni (vere) del film
Nessun attore Disney potrebbe mai criticare un classico dell’animazione, specialmente durante una conferenza. Ma il cast e i creatori del nuovo live-action sembrano voler sottolineare come questo nuovo film cerchi di approfondire alcune relazioni centrali per la trama, che però nel cartone animato erano meno definite. In particolare, il rapporto di Ariel con suo padre, Re Tritone, e con il principe Eric.
Javier Bardem, ufficialmente diventato il re del mare, spiega: “Tritone è un uomo molto innamorato, come padre, di sua figlia. Ma la sta bloccando dal suo essere libera. Ho lavorato su quel ruolo. Una cosa che mi ha detto tua madre, Halle, è che madri e figli imparano dai propri figli cosa significa l’amore. Pensano di saperlo, ma non lo sanno. Si tratta di rispettare i percorsi delle altre persone”. E ci spiega che aver trovato un’attrice brava quanto Bailey abbia avuto un ruolo importante in questo processo. “Dal momento che ho conosciuto Halle, ho sentito che non potevo far altro che amarla incondizionatamente, come un padre. Sono rimasto impressionato della sua abilità come attrice, oltre a quella come cantante, era bravissima”.
Anche Jonah Hauer-King pensa che la relazione fra il suo Eric e la Sirenetta di Halle Bailey sia originale e particolare. “La più bella novità nella nostra relazione è stata l’amicizia, mostrare che Eric e Ariel erano anime gemelle. Entrambi si sentono imprigionati nel castello, hanno molto in comune. La loro relazione sembra vera. E penso che sia un bel messaggio per cosa significa essere in una relazione, ne parlavo ieri con Melissa [McCarthy, ndr]”.
Atmosfera da musical
La Sirenetta è una produzione importante, uno dei film del “Rinascimento Disney” amato in tutto il mondo. Ma gli attori raccontano di aver sentito la maestosità del progetto solamente quando hanno visto le strade di Hollywood chiuse e colorate di azzurro per l’anteprima.
Daveed Diggs, pur avendo rappato nei panni di Lafayette e Thomas Jefferson in Hamilton, racconta che interpretare il granchio Sebastian è la cosa più ‘cool’ che abbia mai fatto. “È una cosa grande, ma ci abbiamo lavorato come se fosse il teatro comunale. Abbiamo creato qualcosa che tutti possono capire e lo abbiamo fatto con amore. Quando ho visto che chiudevano la strada e organizzavano l’anteprima, era qualcosa che non avevo mai visto. Ma l’abbiamo realizzato come uno spettacolo fra amici”.
Anche Jacob Tremblay, la voce di Flounder, spiega che l’emozione per girare questo importante live action l’ha superata grazie allo stile di regia di Rob Marshall. “Il film è uscito prima che nascessi; quindi, non mi ricordo un periodo in cui non l’avevo visto. L’ho riguardato un sacco di volte per poter interpretare Flounder al meglio. Ma è stato il lavorare tutti insieme che mi ha permesso di interpretarlo”.
Awkwafina, voce di Scuttle, racconta che “per me è la prima volta che ho doppiato con gli altri attori nella stanza, c’erano anche altre persone, era folle”. Ma interpretare il volatile chiacchierone per lei non era un problema: “Mi sento come Scuttle dopo due margarita, sono altrettanto nevrotica”. Quindi non le ha richiesto particolare impegno: “Vorrei dire che mi preparo e prendo la vitamina B. Ma in realtà mi alzo, arrivo in Crocs allo studio e inizio a recitare”.
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Il lavoro del regista
Questa atmosfera collaborativa, secondo tutto il cast, dipende dal ritmo dettato dal regista e dai produttori. Noma Dumezweni, che interpreta la regina matrigna di Eric (personaggio creato per il live-action) dice che “Rob [Marshall, il regista] e John [DeLuca, il produttore] erano perfetti per questo film per lo spettacolo di questa produzione, con tutti questi attori in scena da coordinare. Loro sono bravissimi nel far brillare tutte le performance nel film”.
Rob Marshall sembra lieto delle parole del cast, ma pensa sia tutto parte del suo lavoro. “Penso che il mio lavoro come regista sia di proteggere gli attori. Devono sbagliare, fare un casino e così migliorare. Per questo sembra che sia una produzione più piccola, facciamo le prove come a teatro. Quello che non voglio è che gli attori sentano sono gli aspetti tecnici e produttivi. Anche perché a volte dicevano una frase, ci fermavamo per collegarli a un argano che li facesse fluttuare, poi ripartivano. Per questo è importante che tutti sentano il proprio personaggio”.
Qualcosa che Melissa McCarthy conferma: “Non sono mai stata sui miei piedi, a volta mi sdraiavo sulla mia conchiglia, ma non ho toccato il terreno per tutto il tempo. Ognuno di noi aveva un team che ci faceva muovere come una danza”. E ribadisce: “Rob Marshall ha creato questo mondo, che sembra così piccolo, anche se sai che è enorme. Se tutti facciamo il meglio, diventa un grande show. E Rob è lì ammantato di cashmere e dà consigli. Dai camerman ai costumi, tutti hanno Rob come cheerleader e tutti si sentono meglio. Se tutto il mondo avesse uno come lui staremmo meglio”.
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Le canzoni de La Sirenetta: dalla voce di Halle Bailey al talento di Alan Menken
Far parte di un musical come il live-action de La Sirenetta può intimorire – specie con talenti come Halle Bailey come protagonista e il compositore Alan Menken (che è nella top 5 di chi ha vinto più Oscar ed è premio EGOT, ricordiamo).
Hauer-King, il principe Eric, ha detto scherzando che è “orribile cantare a fianco di una cantante da Grammy”. E un po’ tutti hanno detto di aver sentito un po’ di timore riverenziale accanto ad Alan Menken. Che tuttavia dice: “Non sono una persona che intimidisce, ma credo che il ruolo da compositore lo sia. Quindi ho cercato di mettere a proprio agio gli interpreti. Ma dico sempre di lasciare spazio agli interpreti. Ma come l’ha interpretato Halle. È adorabile, talentuosissima e poi non riesci a toglierle gli occhi di dosso quando recita. Mi sono messo a piangere sentendola cantare. Parte perché non c’è più Howard, ma lei è incredibile”.
La flessibilità di Menken ha portato anche nuove canzoni all’interno del film. Il compositore spiega: Abbiamo lavorato con [il produttore, ndr] John DeLuca e con [il produttore e compositore] Lin-Manuel Miranda, capendo cosa aggiungere. La parte di Scuttle io l’ho scritta come una musica cubana, poi Lin ci ha scritto sopra un rap perfetto. Ieri applaudivano tutti”. Rob Marshall aggiunge: “E poi abbiamo aggiunto una canzone per Eric, abbiamo trovato nuovi brani anche per Ariel, sfruttando il monologo interiore per farla cantare dopo che ha perso la voce”.
Menken spiega che per scrivere canzoni per un musical bisogna lasciare da parte l’ego. “Scrivi per il personaggio, ma scrivi anche per il momento, per il tono, per il modo in cui stai scrivendo una storia. Hai colori musicali con cui dipingi. Ci sono canzoni che nascono dal ricreare il fruscio delle onde, ma c’è prima bisogno di costruire una forma da seguire: inizio, fine, ritornelli. E poi continui a creare e ricrearli, finché non arrivi a qualcosa che ami. Ma devi anche essere pronto a buttare via quello che ami, se non piace agli altri”. In particolare, ricorda: “Abbiamo creato per Hercules una ballata che pensavo splendida. Ma era troppo dolce, quindi ho cambiato ed è nata Posso Farcela. Bisogna avere il coraggio di farlo. Forse quella ballata un giorno ritornerà”.
Far cantare tutti
Marshall spiega che, dal punto di vista di musica e coreografie, “In fondo al mar era la cosa più difficile. Una sola attrice in un numero così complicato e pieno di elementi in CGI. Abbiamo deciso all’ultimo di aggiungere al brano anche un pezzo cantato dai Halle [Bailey, ndr], l’abbiamo chiesto ad Al e si è messo al piano per scriverla sul set”.
Anche se non tutti gli attori hanno la vocalità di Bailey, Rob Marshall spiega che non è affatto un problema. “Adoriamo lavorare con attori che non sono abituati a cantare, perché partono da un posto diverso, interpretando appieno il personaggio”. Per esempio, “Melissa [McCarthy, ndr] ha provato alcune cose interpretando il personaggio. E ha finito per dire ‘l’ho fatta io quella nota’? Perché l’interpretazione porta la canzone a un nuovo livello”.
Il giovanissimo Jacob Tremblay, in particolare, cantava per la prima volta. “Era il mio primo ruolo cantando, oltre che sotto la doccia. Ho lavorato con un vocal coach, che mi ha dato diversi riscaldamenti vocali. Dopo un po’ sono diventato bravo a farli. All’inizio ero molto nervoso, ma tutti mi hanno sostenuto. Mi dicevano ‘se sbagli una nota non è un problema’, quelle stonate non l’han tenute nel film”.
Un classico Disney per una nuova generazione
Fra numeri musicali e ruoli storici, il cast sembra molto consapevole di portare un classico Disney a una nuova generazione. Almeno ora che sono usciti dalla “bolla da teatro comunale” creata da Rob Marshall.
Daveed Diggs spiega: “Non riesco a pensare all’aver portato La Sirenetta a una nuova generazione. Quando ho detto a un mio amico che sarei stato Sebastian, mi ha detto che avrebbe portato sua figlia alla prima. E mi sono ricordato di quando ero rimasto in fila per vedere il cartone all’uscita il primo giorno al cinema. La figlia del mio amico era tanto spaventata da Ursula che ho dovuto presentarle Melissa”. Anche se McCarthy scherza: “Non so se ho migliorato la cosa, non mi sembrava convinta”.
Anche Javier Bardem commenta: “Non vedo l’ora che i miei figli lo vedano a Madrid. Ma sono contento che Rob mi abbia messo un’armatura, l’unica paura che avevo era di essere a petto nudo!”. E quando il resto del cast gli fa notare che questo film lo potranno vedere davvero i suoi figli, a differenza di Non è un paese per vecchi, scherza: “Almeno sapranno che ho davvero un lavoro”.
Raccontare questa storia ai bambini sembra importante anche per i più giovani. Jonah Hauer-King dice: “La prima volta l’ho visto a Londra, vederlo con mia madre era splendido. Ma c’era il nipote di Art Malik, [che interpreta] Brigsby e vedere la sua reazione era qualcosa di speciale”. Anche Jacob Tremblay dice: “Sono contento che i miei cuginetti possano vederlo, di solito i miei film non possono guardarli”.
Che siate bambini o adulti, La Sirenetta arriva al cinema il 24 maggio 2023. E ci sarà anche un pezzo di Italia: le spiagge viste nel film sono quelle della Sardegna. Un motivo in più per non perdere questo live-action.
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