QUID+, la linea editoriale educativa di Barbara Franco, edita da Gribaudo – Gruppo Feltrinelli, ha presentato una guida per uscire dai “labirinti digitali”.
Passando attraverso lo specchio, proprio come Alice che insegue il Bianconiglio, tema dell’edizione di quest’anno del Salone del Libro di Torino, giunto alla 35esima edizione. QUID+ ci catapulta all’interno del mondo digitale, tracciandone rischi e opportunità, insieme a Mussi Bollini, consigliera del direttivo MED – Media Education, storica autrice e pioniera della tv per bambini in Italia e Umberto Torelli, giornalista di lungo corso e consulente nella stesura di Labirinti Digitali.
Com’è fatta questa guida per uscire dai “Labirinti Digitali”
Labirinti Digitali è un activity book, presentato durante il primo giorno del Salone del Libro di Torino. La presentazione si è svolta in un incontro dedicato all’educazione digitale dei più piccoli. Questa guida nasce a seguito di un sondaggio proposto ai genitori in rete, parte della community di QUID+ per testare la loro consapevolezza sull’utilizzo responsabile degli strumenti digitali.
Sono emersi dei dati molto interessanti tra cui il fatto che molti genitori non conoscono le linee direttive dell’OMS, ossia dell’Organizzazione Mondiale della Sanità.
Queste linee guida forniscono indicazioni precise su una sana e corretta educazione digitale, riportati successivamente all’interno di un report dedicato.
Infatti, è stato riscontrato che il 38% dei bambini sotto i 2 anni ha già utilizzato un dispositivo mentre il 63% al di sotto degli 8 usa smartphone e tablet perfino di più dei loro stessi genitori. E, ancora, il 72% a 8 anni maneggia abitualmente smartphone e tablet mentre il 30% al di sotto di questa età, predilige come strumento di lettura smartphone e tablet.
Abbiamo voluto creare uno strumento che accompagni i genitori in questo percorso di crescita perché il loro ruolo nell’aiutare i bambini a entrare nel mondo digitale è fondamentale, affinché si tratti di educazione vera e propria come l’educazione che diamo a loro per stare nel mondo reale
Barbara Franco, ideatrice e autrice di QUID+.
La presentazione al Salone del Libro
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La presentazione al Salone del Libro è stata una presentazione con un pubblico speciale: proprio i destinatari del libro. I presenti hanno colorato lo stand che ha ospitato la presentazione, partecipando numerosi e tempestando di domande i tre relatori.
Durante la presentazione, i bambini si passavano il libro e avevano proprio voglia di giocarci direttamente, quindi credo che sia un prodotto assolutamente utile, in particolare per i genitori che hanno bisogno di ricette. I genitori sono sempre più soli in tutta l’azione educativa, le famiglie sono le più variegate e diverse. Per questo motivo è davvero utile fare in modo di far trovare i genitori e bambini insieme ad utilizzare uno strumento come Labirinti Digitali proprio per andare a comprendere come muoversi nel mondo web
Mussi Bollini, consigliera del direttivo MED – Media Education
Nasce così quello che è a tutti gli effetti un “videogioco di carta”, sin dalla scelta dello stile delle illustrazioni, a metà tra Minecraft e i primissimi Super Mario a 8 bit.
“Labirinti digitali si è rivelato uno strumento molto utile per le attività di media education. Attività che è ormai diventata centrale nell’azione educativa. Sia all’interno della scuola che della famiglia, ma anche in tutte quelle che sono le attività extrascolastiche, ludoteche e biblioteche. Ma perché la media education? Perché aiuta a saper utilizzare i diversi device e a navigare in internet in modo consapevole. Soprattutto oggigiorno di fronte a un target che è molto competente nell’uso della tecnologia. Infatti spesso sono i bambini stessi che aiutano i genitori a muoversi nei meandri del cellulare magari appena acquistato”.
La conclusione
Vi riportiamo qui di seguito la concluisione della presentazione al Salone del Libro, opera del giornalista Umberto Torelli.
“Il progetto di Labirinti Digitali nasce dalla parte dei bambini per cercare di fornir loro un aiuto e dire quelli che sono gli eventuali pericoli e opportunità che la rete e internet offrono. Oggigiorno stiamo assistendo a una vicinanza dei bambini più piccoli, anche tra i tre e cinque anni. Perché l’attrazione dell’immagine, dello schermo e della luminosità fa in modo che questi ultimi si appassionino ai giochini, quindi incomincia l’usabilità.
Invece, dal lato dei genitori è veramente importante lasciare il messaggio che internet è bello e buono ma bisogna fare attenzione in quanto non deve essere lasciato ai bambini in modo libero. Quindi se lo usate assieme, ad esempio un tablet, il consiglio è di creare la loro area. Perché i bambini sono incredibilmente pasticcioni quando gli si dà in mano il tablet della famiglia. Cioè installano, disinstallano, e questo loro non lo devono fare. Sullo smartphone è assolutamente necessario il discorso di inserire app che servono come Parental Control. Se ne trovano di tutti i tipi con due o tre funzioni basilari che sono innanzitutto paletti su orario, cosa possono vedere e cosa no. C’è anche la geolocalizzazione. Azioni che vanno fatte insieme a loro e non a loro insaputa”