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Gli effetti dei test nucleari sono arrivati anche nella Fossa delle Marianne

Gli effetti dell'uomo sono arrivati anche nel punto più profondo del pianeta

Quando si parla di posti difficili da raggiungere, vengono subito in mente due luoghi: la stanza delle necessità e la Fossa delle Marianne. Mentre la stanza delle necessità se ne sta tranquilla, nascondendosi tra un muro e l’altro di Hogwarts, alla Fossa delle Marianne non va tanto bene. Uno studio dell’8 Aprile, pubblicato su “Geophysical Research Letters”, ha portato alla luce delle novità piuttosto inquietanti. Studiando dei crostacei che vivono nella più profonda depressione oceanica al mondo, sono stati ritrovate tracce di Carbonio-14 provenienti dai test di bombe nucleari.

First Test
Immagine dal primo test di un ordigno nucleare, N.M., 1945.

Come hanno fatto ad arrivare fin laggiù, e come sappiamo che vengono proprio dai test nucleari?

È normale produrre Carbonio-14 in natura, viene principalmente dai raggi cosmici. Quando un neutrone proveniente dallo spazio colpisce un atomo di Azoto nell’atmosfera produce del Carbonio-14, quindi non è strano trovarne tracce negli esseri viventi e non. Questo isotopo, non essendo stabile, ma avendo un’emivita di circa 6000 anni, torna utilissimo anche per datare i ritrovamenti più bizzarri.

Ora, cosa c’entra con i test nucleari, il Carbonio-14? Quando un ordigno come una bomba atomica esplode,  produce moltissimi neutroni. Una volta prodotte, queste particelle viaggiano fino all’atmosfera, con lo stesso effetto dei raggi cosmici. Insomma, i test nucleari in superficie, cominciati nel 1945, sono riusciti a raddoppiare la presenza di questo isotopo sulla Terra. Se una piccola parte è decaduta, gran parte è stata assorbita da piante e animali.

Ma come ha fatto il carbonio proveniente dalle bombe ad arrivare sui fondali della Fossa delle Marianne? L’acqua è un ottimo schermante per le particelle che vengono dall’atmosfera, per passarci attraverso ed arrivare così in profondità ci sarebbero voluti migliaia di anni! Il Carbonio-14 ha preso una scorciatoia: la catena alimentare. La materia organica, per sprofondare dalla superficie, impiega “solo” qualche settimana, e i crostacei, sgranocchiando allegramente i resti che arrivavano dalla superficie, ben esposti al Carbonio-14 derivante dai test nucleari, ne hanno assorbito un bel po’.

Gli effetti dell’uomo sono arrivati anche negli angoli più remoti del nostro pianeta. Sarà il caso di cambiare qualcosa.

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Autore

  • Matteo Magherini

    Matteo Magherini, noto ad alcuni come Asciugamano, è un gatto professionista. Una volta completato l’obiettivo « laurea triennale in fisica » ha deciso di scegliere la classe « fisico delle particelle » e si aggira tra un esame e l’altro intento a livellare. Appassionato di fantascienza, arrampicata e chitarre è campione nazionale di freddure.

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