Come iniziare a guardare anime giapponesi?
Negli ultimi anni l’animazione nipponica è riuscita ad espandersi in maniera capillare tra i pilastri dell’intrattenimento globale. Ogni mese nuove serie vengono proposte dalle diverse piattaforme streaming, il mercato home video continua a proporre i più recenti successi e ad ogni evento di settore sono migliaia i fan che in cosplay interpretano il proprio personaggio preferito. Un mezzo ormai diventato parte della nostra quotidianità. Ma per coloro che si approcciano per la prima volta a questo medium, qual è la via migliore per iniziare a guardare gli anime?
Non vogliamo semplicemente fornirvi una lista di serie da cui iniziare, sarebbe impossibile esaudire i desideri di ogni spettatore. Bisogna infatti tener presente come l’animazione giapponese, gli anime, non sia una semplice categoria di intrattenimento. Parliamo infatti di un vero e proprio mezzo di comunicazione, un comparto che annualmente produce decine di serie visibili da un pubblico ampio ed eterogeneo.
Che siate alla ricerca di una storia d’avventura, d’amore, sportiva o un rilassante racconto di vita quotidiana, state pur certi che il mondo dell’animazione giapponese ha già realizzato la serie che fa per voi. Basta sapere cosa cercare per iniziare a guardare anime senza alcuna sorpresa.
Anime, cenni storici e boom internazionale
Quando parliamo di anime ci riferiamo all’intera produzione animata nipponica, dalla serie animata al lungometraggio cinematografico. Un settore che negli ultimi decenni è diventato preponderante per l’intrattenimento giapponese, riuscendo a superare i confini nazionali, diffondendosi in tutto il mondo. Le origini dell’animazione moderna possono essere collocate negli anni del secondo dopoguerra, quando le televisioni iniziarono a comparire in tutto il paese. Sebbene già nei primi anni del ‘900 iniziarono a palesarsi i primi film animati, fu grazie all’intervento di Osamu Tezuka che gli anime si fecero conoscere dal pubblico.
Tekuza, così come Go Nagai, furono i primi grandi nomi che il mondo degli anime portò alla ribalta. Autori capaci di trasporre in animazione i propri successi a fumetti, opere come Astro Boy, Devil Man o Mazinger Z. Oggi come allora la capillare diffusione dei manga fece da base e traino al settore, accompagnando gli appassionati dalla carta alle immagini animate.
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I decenni successivi portarono grandi soddisfazioni al mondo dell’animazione, fino all’arrivo di Neon Genesis Evangelion. Una serie che fece da spartiacque, in grado di rappresentare ancora oggi uno dei pilastri dell’animazione, elevando l’intero settore grazie a tematiche complesse e dalle molteplici interpretazioni.
Il nuovo millennio ha visto una diffusione massiccia di produzioni animate giapponesi in tutto il mondo. Merito dello streaming, se parliamo di anni recenti, e dei diversi gruppi di fansub che per anni hanno permesso la visioni delle serie animate prima del loro arrivo in home video. Enormi successi come L’attacco dei giganti, Naruto o Tokyo Ghoul hanno inoltre permesso all’intero settore di raggiungere un pubblico internazionale mai visto prima. Variegato e composto anche da persone che difficilmente si sarebbero approcciati al medium, il pubblico attuale trova negli anime un mezzo di intrattenimento al pari del cinema o delle serie televisive.
Come distinguere gli anime: generi, demografiche e classificazione
La produzione degli anime viaggia al passo di quello del fumetto, altro mercato che in Giappone raggiunge numeri da capogiro, attingendo a piene mani da quest’ultimo. Se infatti da un lato sono molto diffuse le serie originali, pensate e realizzate appositamente per la forma animata, gli studi di animazione rivolgono grande interesse verso i maggiori successi a fumetti. Uno scambio che avviene anche in senso opposto e che di fatto certifica la correlazione tra tutte le parti in campo, dando vita alla mastodontica macchina dell’intrattenimento giapponese.
La distribuzione delle serie animate segue un rigido calendario scandito dalle stagioni meteorologiche, distinguendosi quindi fra stagione primaverile, estiva, autunnale ed invernale. Una distinzione congeniale per fornire un chiaro lasso temporale entro il quale una serie sarà trasmessa in tv. Negli ultimi anni sono sempre maggiori le serie animate dalla durata di un’unica stagione, composte quindi da 12/13 episodi, mentre altre arrivano a 24/26 episodi durando di fatto metà anno solare.
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Queste informazioni risultano utili anche per effettuare le nostre scelte di visione, ma non sono le sole. Nel mondo degli anime una forte suddivisione è fornita dalle demografiche, ossia la fascia di pubblico a cui questi prodotti sono indirizzati. Quando sentirete parlare di shonen, shojo o isekai non dovrete spaventarvi. Sono tutti termini giapponesi utilizzati per classificare un determinato prodotto. Vi consigliamo di leggere il articolo in cui approfondiamo l’argomento, portando esempi concreti e consigliando alcuni anime da guardare per ogni categoria. Conoscere queste classificazioni sarà utilissimo per lanciarvi a colpo sicuro su determinati prodotti, escludendo quelli che non seguono il vostro gusto.
La diffusione degli anime nel mondo
L’intero comparto dell’animazione è divenuto infatti vero e proprio ambasciatore giapponese nel mondo. Grazie ai propri personaggi e alle storie di vita che essi raccontano, gli anime hanno la capacità di esportare elementi della quotidianità e della cultura di un’intera nazione. Durante la loro visione veniamo introdotti al mondo scolastico, comprendendone le regole che lo organizzano o apprendendo dell’esistenza di club sportivi o culturali. Conosceremo alcuni elementi di shintoismo e buddismo, le due religioni più diffuse nel paese. Apprenderemo la devozione al lavoro e i sacrifici che ogni uomo o donna è costretto a fare pur di essere accettato nella società.
Non è quindi un caso se, così per gli anime tanto che per i manga, vengano continuamente realizzati dei racconti in cui la vita quotidiana ricopre il ruolo di protagonista. Stiamo parlando del genere slice of life. In queste storie lo sviluppo dell’intreccio narrativo cede il posto allo scorrere delle giornate, all’introspezione e alla scoperta del mondo che ci circonda.
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Un successo globale che deve il proprio successo alle tematiche trattate, portatrici di valori universali come amicizia e dedizione, oltre all’indiscussa caratura tecnica delle sue produzioni. Opere che nei loro 23 minuti di media per episodio sono capaci di creare empatia con i personaggi grazie alla perfetta commistione di musiche, dialoghi ed animazioni. Un legame capace di farci provare emozioni, amare e soffrire con i nostri beniamini, oltre che rimanere a bocca aperta davanti alle magistrali animazioni a cui diversi studi di produzione come Bones, Ufotable o Gainax ci hanno abituati.
Da dove iniziare a guardare gli anime?
Il mondo dell’animazione rappresenta quindi un settore vastissimo e ricco di mondi da scoprire, in cui ognuno di noi può trovare una serie da amare, e tante altre da evitare. Proprio per questo crediamo che sia piuttosto arduo fornire un unico elenco universale di titoli da cui iniziare a guardare anime, troppi sarebbero gli assenti. Pensiamo infatti che in base ai vostri interessi, al vostro stato d’animo e al tempo che avete a disposizione, ci possa essere un numero di serie più adatte alle vostre esigenze.
Commentate nell’apposita sezione, proprio al termine dell’articolo, e vi daremo i nostri consigli. Che abbiate voglia di qualcosa di storico, moderno, avventuroso o sentimentale ci impegneremo per fornirvi una lista di titoli che possa esaudire i vostri desideri.
Metteteci alla prova!