Intrattenimento

La Sacra Arte del Picchiaduro

Okizeme, Zoning, Mix Up, Overhead, Juggling…no, non sono impazzito né un’entità demoniaca si è impossessata di me facendomi parlare lingue sconosciute, ma se non sapete di cosa parlo vuol dire che non mangiate pane e picchiaduro a colazione. Nel giro di neanche un mese mi sono ritrovato a provare ben tre titoli di questa categoria, di cui vi ho anche parlato in queste pagine; fra Injustice 2, Tekken 7 e Guilty Gear Xrd Rev 2, questo periodo è stato pregno di Fighting Game di alto livello, cosa che non può far altro che farmi piacere, dato che i picchiaduro sono uno dei miei generi preferiti. Non potevo dunque non condividere con voi la riflessione che coltivavo già da tempo sul tema e che è tornata nella mia mente più forte che mai dopo le intense battaglie affrontate grazie a questi tre ottimi giochi.
Sin dai tempi del leggendario Street Fighter II, in sala giochi ho iniziato ad addestrarmi nella sacra arte delle mazzate virtuali; dopo aver imparato le basi della sacra scuola dell’Ansatsuken, in più di vent’anni ho visto nascere innumerevoli stili di lotta, ognuno con le proprie mosse e il proprio sistema specifico. I picchiaduro, nonostante periodi di alti e bassi, non sono mai tramontati, anzi, riescono sempre a rinnovarsi e a migliorare sé stessi proprio come farebbe un vero guerriero.
Nei picchiaduro ci sono modi molto diversi di giocare, probabilmente la via più usata è quella della sacra arte del “premere i tasti a caso”, tecnica utilizzata spesso quando si è novizi e non si intende approfondire troppo la conoscenza del gioco, ma se volete davvero imparare a combattere non vi porterà molto lontano. Andare con questo metodo ad affrontare gli scontri online sarebbe un po’ come andare ad un incontro di boxe contro Mike Tyson dopo aver fatto un mesetto scarso di allenamento nella palestra sotto casa.

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No gente, i picchiaduro sono una cosa seria, sono una vera e propria arte marziale virtuale, composta da scuole di pensiero e stili diversi.
Come ogni arte marziale che si rispetti, prima dovrete apprendere le basi, come quando entrate in un Dojo la prima volta. L’onnipresente Training mode sarà il vostro Dojo, dove passerete parecchie ore a perfezionarvi. La prima cosa da fare è decidere quale sarà il vostro personaggio principale, in gergo chiamato “main”, che si adatterà al vostro stile di combattimento, e anche qui la scelta è molto ampia e a vostra discrezione. Credete che il modo più diretto per vincere sia l’ignoranza pura della violenza fisica? Allora personaggi mastodontici con due tronchi d’albero al posto delle braccia fanno per voi; Zangief da Street Fighter o Jack di Tekken, ad esempio, saranno adatti al vostro scopo. Preferite invece basarvi su attacchi veloci e sull’agilità in modo da ubriacare il vostro avversario con i vostri movimenti? Chipp Zanuff da Guilty Gear o Felicia da Darkstalkers faranno al caso vostro. Se preferite personaggi più bilanciati con l’aggiunta di mosse particolarmente coreografiche, allora i classici Ryu e Ken da Street Fighter, Sub-Zero e Scorpion da Mortal Kombat o Kyo Kusanagi da King of Fighters andranno benone. Esistono poi anche personaggi con stili di lotta molto particolari e difficilmente inseribili in una categoria precisa, ad esempio Arakune di Blazblue, che con il suo utilizzo di insetti mostruosi e mutazioni al corpo da film horror è uno di questi casi; forse una tipologia di personaggi più impegnativa da imparare a usare, ma che sa donare le sue soddisfazioni. Insomma, la scelta è vastissima e qui vi ho riassunto soltanto alcuni fra i personaggi più comuni che di solito fanno parte del roster di ogni picchiaduro.

Il prossimo passo sarà quello di imparare a utilizzare il vostro main, studiando per prima cosa il suo intero moveset fino a quando non lo saprete a menadito. Questa fase è un po’ come quando vi viene insegnato a tirare i primi calci e pugni in un’arte marziale. Il passo successivo sarà addestrarsi all’utilizzo delle combo, iniziando dalle più semplici, formate da pochi colpi, fino a quelle più complesse una volta presa la mano. Questa pratica si può associare ai Kata (termine preso in prestito dalle arti marziali giapponesi che indicano una forma, o sequenza di mosse fatte a vuoto, corrispettivo del Taolu nelle arti marziali cinesi), in cui ripeteremo più e più volte la stessa sequenza contro un avversario immobile, fino a quando non la sapremo eseguire istintivamente. Una combo infatti deve essere assimilata nei movimenti delle vostre dita, col giusto tempismo per ogni tasto; pensare a quale sarà il prossimo tasto da premere vi rallenterà solamente. La cosa da fare è provare e riprovare fino a quando il vostro corpo non reagirà d’istinto e solo dopo ore e ore di allenamento riuscirete ad assimilare la giusta sequenza, proprio come quando imparate un vero Kata nel Karate o in qualsiasi altra arte marziale.

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Saper fare perfettamente qualche combo è solo l’inizio. L’avversario infatti non starà immobile come il manichino che usate per allenarvi, e nella foga del combattimento rischierete di sbagliare il tempismo dei colpi nel peggiore momento possibile. Anche in questo caso serve molta preparazione. Si inizierà sfidando magari la CPU in modalità come l’Arcade, che possiamo definire come la preparazione al Kumite (ovvero il combattimento) con degli sparring partner, proprio per abituarvi ad avversari in movimento e reattivi alle vostre mosse. Imparare il giusto tempismo per iniziare una combo, per contrattaccare l’avversario o difendersi dai colpi più insidiosi è soltanto una questione di esperienza che si acquisisce col tempo. Nonostante l’addestramento, una volta scesi nell’arena del combattimento online vi capiterà sicuramente di subire sonore sconfitte agli inizi, ma fa tutto parte della via per diventare un vero guerriero dedito ai Fighting Game. L’importante è infatti trarre insegnamento da ogni sconfitta, così da migliorarsi pian piano e diventare davvero un guerriero incomparabilmente forte (cit.).

Purtroppo esistono delle limitazioni che l’allenamento non potrà mai compensare, come ad esempio la bestia nera di ogni picchiaduro online, la Lag. Questa infatti è la causa per cui tutti gli amanti dei picchiaduro preferiscono scontri dal vivo piuttosto che online. Se in uno sparatutto un millisecondo di ritardo non ci cambia la vita, in un picchiaduro quel millisecondo è ciò che rovina il tempismo della nostra combo, appresa in ore e ore nel training mode, costringendoci dunque a riadattare il ritmo per l’online a seconda di quanta lag ci sia. Altro limite, anche se minore, sono i controller base delle console. La croce direzionale non è infatti il massimo per eseguire le mosse più complesse (non prendo nemmeno in considerazione le levette analogiche). Se pensate che il pad sia un limite alle vostre capacità, potrete allora ovviare al problema con un Arcade Stick, così da avere anche la sensazione nostalgica di giocare in sala giochi.

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Ovviamente seguendo questo rigido addestramento potremo diventare campioni in ogni picchiaduro, ma ognuno di noi dovrà trovare uno stile di combattimento più adatto a sé stesso. Proprio come nelle vere arti marziali, potremmo preferire il Kung Fu al Muay Thai, o il Karate all’Aikido, e così anche nei picchiaduro avremo i nostri preferiti.
Si va dal classico dei classici, Street Fighter, che presenta uno stile di gioco più riflessivo basato più su contrattacchi e difesa che su lunghe combo, ad un altro grande classico come Mortal Kombat, più veloce e aggressivo e caratterizzato dalle truculente Fatality, gioia di ogni ragazzino degli anni ’90. Abbiamo poi altri titoli, come il filone dei picchiaduro 3D basati su mosse più realistiche e più affini alle vere arti marziali, come Tekken, Virtual Fighter o Dead or Alive, che prediligono soprattutto lo scontro corpo a corpo e danno maggior peso alla tecnica. C’è la scuola SNK, con capostipite la longeva saga dei King of Fighters, molto variegati grazie alla moltitudine di personaggi, che spaziano da personaggi aggressivi con la possibilità di fare lunghe combo fino ad altri più difensivi e basati su prese e contrattacchi. Poi esiste un’altra scuola sviluppatasi in Giappone grazie ad Arc System Works, con giochi come Guilty Gear e Blazblue, e poi portata avanti, con piccole differenze di stile, da altre software house con giochi come Melty Blood o Arcana Heart. Tutti questi sono basati su di uno stile di combattimento adrenalinico e aggressivo, con combo lunghe e mosse speciali davvero esagerate, in uno stile molto affine agli anime nella caratterizzazione dei personaggi. Personalmente quest’ultima categoria è quella che più mi piace, infatti da amante degli anime e soprattutto delle botte in modo “tamarro”, lo stile di combattimento aggressivo di un Guilty Gear o di un Blazblue soddisfa appieno il mio stile di gioco.

Come abbiamo visto il mondo dei picchiaduro è molto più complesso di quel che sembra e si può associare in tutto e per tutto ad una vera e propria arte marziale, comprendente addestramenti mortali e tecniche speciali. Per affinare le vostre doti manuali in previsione di tornei con amici o scontri online, vi consiglio di esercitarvi nel prendere le zanzare al volo con sole due dita (è anche il periodo dell’anno giusto ormai) o il riuscire a premere il pulsante del citofono dieci volte in un solo secondo, perché ricordate che in un’arte marziale ogni attimo può essere utilizzato per allenarsi. E ora ditemi la vostra, quali sono i picchiaduro che preferite?

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Silvio Mazzitelli

Di stirpe vichinga, sono conosciuto soprattutto con il soprannome “Shiruz”, tanto che quasi dimentico il mio vero nome. Videogiocatore incallito sin dall’alba dei tempi, adoro il mondo videoludico perché dopo tanto tempo riesce sempre a sorprendermi come la prima volta. Scrivo ormai da diversi anni di questa mia passione per poterla condividere con tutti. Sono uno dei fondatori di Orgoglio Nerd e sono anche appassionato di tutto ciò che riguarda la cultura giapponese e la mitologia (in particolare quella nordica).

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