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Formula Student: inventori universitari in corsa

Siamo andati a visitare i laboratori dei nostri amici del MoRe Modena Racing Team. La scuderia universitaria che da oltre 10 anni partecipa alla competizione mondiale Formula Student.

La Formula Student nasce in America per volere della SAE (Society of Automotive Engineers), diffondendosi poi in Europa con le varie associazioni tecniche dell’automobile, in Italia l’ATA.
Il progetto consiste in un campionato per vetture costruite esclusivamente da studenti universitari, si gareggia ogni anno avendo come arena i principali circuiti di Formula 1. Ogni gara è costituita da una serie di prove tecniche, quindi gare non solo tra le macchine, ma anche e soprattutto tra gli ingegneri (studenti) che le hanno progettate. La progettazione di un veicolo riguarda infatti tutta serie di ambiti che vanno ben oltre le semplici performance.

Proveremo ad approfondire questi aspetti intervistando Riccardo Argiolas, Team Leader della scuderia modenese.

ON: Ciao Riccardo, grazie d’averci accolto nel vostro nuovo ufficio (che sappiamo essere una conquista recente all'interno della Facoltà), parlaci un po’ di Formula Student, quando inizia il Campionato?

 Il Campionato comincia a Maggio e finisce a dicembre. Le gare ufficiali sono una decina ed ogni università decide, anche in base a budget e risorse, a quali e quante gare partecipare;ovviamente più si riesce ad essere presenti meglio è. Ogni team riesce mediamente a concentrarsi su due o tre gare, con una classifica comunque comune, aggiornata su tutto il Campionato. La meccanica di punteggio è piuttosto complicata perché prevede la somma di tutte le prove con calcoli molto particolari, in cui si tiene conto anche di chi è debuttante e chi no.

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ON: Quali caratteristiche e credenziali bisogna avere per poter partecipare a Formula Student?

La costruzione della macchina deve sottostare ad un regolamento fortemente improntato sulla sicurezza; trattandosi di prototipi realizzati da studenti i coefficienti di sicurezza sono volutamente molto elevati.
Le macchine a combustione interna devono ad esempio essere motori quattro tempi con un vincolo sulla cilindrata,che non può superare i 610 cc, mentre non esistono limitazioni sul numero dei cilindri e addirittura è consentito utilizzare il turbo. L’altra limitazione è sull'aspirazione, che deve avere un’unica farfalla con una restrizione di soli 20 mm; questo porta noi ingegneri a dover riprogettare l’air-box per far respirare al meglio il motore. Lavorando con programmi di calcolo siamo riusciti a “flussare”, con delle analisi fluido dinamiche, i vari modelli di air-box per potenziare l’auto. Siamo così riusciti ad ottenere l’anno scorso 95 cavalli, che per una FS sono tanti.
Nel 2014 siamo stati la macchina più potente, anche se le macchine che vincono poi non sono solamente quelle con più cavalli, contano anche tanti altri parametri. Si tratta comunque di una soddisfazione perché siamo riusciti a tirar fuori più potenza possibile da un motore limitato dal regolamento. Quest’anno cercheremo di tirar fuori anche qualcosa di più.

ON: Quanti e quali sono i partecipanti a livello mondiale e quali le teste di serie?

I partecipanti mondiali sono oltre 500, dividendosi tra motori a combustione interna ed elettrici. Il campione in carica al momento è un team gemellato americano tedesco: Global Formula Racing Team. Un gemellaggio tra Oregon State University e Duale Hochschule Baden-Württemberg-Ravensburg. Hanno dominato su tutte le gare (5)a cui hanno partecipato ed ora sono in testa, avendo stravinto alla grande.

ON: In Italia quali sono i vostri rivali, com'è lo scenario?

I nostri rivali? Beh Bologna è il primo che ci viene in mente! In gara è un derby. Ma ci sono team in tutta Italia, non sempre ci si incontra alle gare ma ci si confronta nelle classifiche: Brescia, Padova, Perugia, Torino, Roma, Milano, Ancona… Poi si tratta comunque di amici e colleghi e non mancano anche momenti d’incontro fuori dalle competizioni,spesso si organizzano anche sessioni di prove insieme. In altre parti del mondo le aziende sono molto più in simbiosi con le università, riconoscendo maggiormente il valore dell’iniziativa, quindi anche l’evento assume una diversa visibilità. In Italia poche grandi aziende riconoscono questo progetto, la più importante è sicuramente Dallara, che infatti organizza l’unica tappa italiana del Campionato.

ON: A conferma di quanto mi stai dicendo, nonostante vi troviate nella culla motoristica italiana, il vostro mezzo monta un motore Suzuki.

In alcuni paesi funziona evidentemente meglio il connubio tra università e aziende. In Germania ad esempio una squadra ha il motore sviluppato direttamente dalla AMG (divisione sportiva della Mercedes), un’altra va in gara con mezzi forniti da Audi. Qui a Modena siamo comunque già a buon punto con i patrocini rispetto ad altri Atenei italiani. Il nostro main sponsor è la Fondazione Cassa di Risparmio di Modena, che ci appoggia finanziariamente insieme ovviamente alla facoltà. Poi ci sono gli sponsor tecnici,come DTS (Duerre Tubi Style), BRT Industrial Services, Modelleria Bagatti, il gruppo Tecnoelettra Impianti srl, Mekanica Draghetti, sono aziende che ci procurano e producono i pezzi. Oppure Saima Avandero che ci fornisce supporto logistico con un camion dedicato, e ogni anno ci permette di trasportare la monoposto e il nostro laboratorio in gara. 
Per il 2015 passeremo da un telaio in traliccio ad un monoscocca in fibra di carbonio che sta richiedendo il massimo sforzo dai nostri telaisti, è una cosa totalmente nuova da realizzare in pochi mesi, non è facile farla tornare e ci stiamo riuscendo anche grazie ai Laboratori Rosso e Millechili della Facoltà, che, con patrocinio Ferrari, ci appoggiano e ci permettono di lanciare calcoli sui loro computer, risolvendo non pochi problemi di progettazione.

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ON: Parlaci del lavoro di squadra, F.S.vi porta in un contesto che va un po’ oltre le normali sessioni di laboratorio per fare crediti.

Fino a qualche anno fa non era un progetto che dava crediti. Tuttora lo si fa per passione. Si sacrifica tempo,domeniche e notti per poter poi andare in gara. Si lavora in squadra con un responsabile generale, il Team Leader e delle suddivisioni di competenza,ognuna con un Division Leader. Ogni settore conta dalle 5 alle 10 persone circa. Come in tutti i team si fanno riunioni tecniche, insieme anche ai professori. Ci si aggiorna sull'andamento dei lavori e poi si lavora o in ufficio o in capanno.

ON: Sappiamo quanto il mondo delle corse sia spesso pionieristico. Voi lo affrontate con fini didattici, quali sono le discipline coinvolte?

 Il progetto è un progetto di Ateneo quindi può coinvolgere chiunque. Un team è un’azienda in miniatura e raggiunge molti ambiti. Si parte ovviamente dall'ingegneria, ma come le vere aziende si deve arrivare ad avere anche un buon reparto comunicazione, un reparto marketing o d’economia. Anche perché sono tutti aspetti che verranno comunque valutati in gara. Un team è necessariamente multidisciplinare. L’ideale è appunto coinvolgere diverse facoltà. Da quel punto di vista non ci sono limiti.
Quest’anno abbiamo cercato di migliorare nella parte business, dove ultimamente siamo stati un po’ carenti.Il progetto nasce ovviamente in “ingegneria”, poi bisogna cercare di portarlo fuori coinvolgendo altre facoltà, ci sono voluti anni per far riconoscere i crediti a noi di ingegneria, ma già le altre facoltà lo farebbero solo per passione. Quest’anno per esempio abbiamo coinvolto per la prima volta il distaccamento di Reggio Emilia di economia, comunicazione e marketing. Le gare sono strutturate con prove sia statiche e dinamiche, tra le quali c’è anche la prova di business presentation, dove si simula la presentazione del progetto a potenziali investitori con lo scopo di vendere il nostro prototipo.

ON: Nello sviluppo dell’intero progetto esistono dei passaggi più delicati o emozionanti?

Ci sono due momenti più carichi di lavoro, sicuramente: il primo comprende tutta la fase progettuale, che si cerca di concludere tra gennaio e febbraio, fino all'iscrizione alle gare. In questo periodo si progetta e si verifica al calcolatore l’intera macchina. Poi la si consegna alle varie aziende che ci aiutano a realizzarla. Un fase di attesa, ma altrettanto intensa e importante. Quando tutti i pezzi cominciano ad arrivare c’è l’altro momento caldo, l’attività più frenetica e pesante, dove bisogna assemblare. Se la macchina arriva a giugno bisogna correre e fare un tour de force per assemblare e collaudare prima dipartire per le gare (non sempre si riesce).

ON: Perché partecipare a Formula Student, quali sono i vantaggi per uno studente?

Sicuramente l’esperienza. Mettere le mani, sporcarsi, sbatterci la testa, contattare le aziende. Fare le cose di persona e andare oltre i libri e gli esercizi è una cosa che gli esami non insegnano. Prendere parte a questo e realizzarlo dal punto di vista dell’esperienza è una cosa senza eguali. Per il CV poi c’è un vantaggio notevole, tutte le aziende del settore sanno cos'è F.S. e hanno un occhio di riguardo per gli ingegneri che vi hanno preso parte, a volte è addirittura trai requisiti minimi. Al di là di tutto vale l’esperienza, sia come crescita ingegneristica che di vita, non ci sono altre occasioni di andare a fare una gara, in team, in campeggio per 7 giorni,all'interno di un circuito di F1.
Fare delle gare, sfidare gli altri paesi, lavorare nel paddock di Silverstone o Montmelò o Hockenheim. Sono cose che non capitano se non fai la F.S. E per chi, come molti di noi, sogna di lavorare nel mondo dei motori non c’è scuola migliore.

ON: Quindi cosa prevede il vostro calendario?

Sicuramente Varano a Settembre, e forse Hockenheim o Spielberg (Austria) in Agosto. Ma già a giugno dobbiamo presentare un video della macchina che gira. Se tutto va bene, maggio/giugno esisterà qualcosa di marciante (tutto il team compie gesti scaramantici NdR).

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ON: Dunque ve la sentite di lanciarci un pronostico?

La 2014 ci ha permesso di arrivare decimi tra le auto a combustione in entrambe le gare a cui abbiamo partecipato.A Silverstone c’erano 60 team a combustione. Mentre a Barcellona erano 25.Venivamo da anni in cui non riuscivamo a finire le gare, arrivare decimi il primo anno in cui si riesce a finire una gara è un ottimo risultato. Finire una gara in F.S. non è cosa da poco. Guasti e imprevisti, come esistono in F1 sono presenti anche da noi.Soprattutto in gare come Hockenheim e Silverstone dove i giudici sono molto severi. A livello di piazzamenti girano scommesse… puntiamo ad arrivare nella top-twenty. 
Prima di poter accedere alla gara ci sono diverse prove e verifiche. Ogni step che riusciremo a superare sarà un'enorme successo visto che la macchina la stiamo facendo da zero. Il progetto 2014, EVO14, ci ha dato delle soddisfazioni, quest’anno avremo diversi cambiamenti sostanziali: il telaio sarà composito, il motore longitudinale, un kit aerodinamico e anche le ruote saranno differenti.

Tornate a trovarci, così potremo presentarvi il nuovo progetto, la M15L! In Italia saremo in gara al circuito di Varano, dal 11 al 14 settembre.

ON: Grazie ragazzi, torneremo sicuramente a vedere i progressi del vostro lavoro e non mancheremo di seguirvi durante le prossime gare. Intanto vi facciamo il nostro più caloroso “In bocca al lupo!”

A presto!

Potete trovare il Modena Racing Team anche sulla loro pagina Facebook!

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Jacopo Peretti Cucchi

Il suo compito è occuparsi di tutti i “progetti speciali”, meglio ancora se sono segreti. Amante della buona cucina e grande appassionato di rugby e motori.

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Un commento

  1. Non avevo mai sentito parlare di Formala Student. Trovo che sia una cosa spettacolare. Peccato che in Italia la cosa non venga resa degnamente nota.

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