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Dark Souls Remastered: nostalgia della morte

Sono ormai passati due anni dall’uscita di Dark Souls III, capitolo conclusivo della famosa saga di From Software che ha inventato un nuovo sottogenere degli action RPG. I fan dei cosiddetti “Souls-like” sono rimasti orfani dei capitoli creati da Miyazaki e dal suo team per parecchio tempo, ripiegando su produzioni esterne al filone che ha inaugurato questa tipologia di titoli.

Dopo quasi sette anni dall’uscita del capitolo originale, Bandai Namco ripropone il primissimo Dark Souls in un’edizione Remastered, rendendo così disponibile tutta la saga in questa generazione di console (il secondo capitolo era uscito nella sua edizione “Scholar of the First Sin”).

Attualmente Dark Souls: Remastered è disponibile per PlayStation 4, Xbox One e PC via Steam, mentre l’attesa versione per Nintendo Switch arriverà quest’estate. Noi abbiamo avuto modo di provarlo su PlayStation 4, tornando dopo tanto tempo ad Anor Londo, lì dove tutto è iniziato.
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Dark Souls è stato importante per il mondo dei videogiochi degli ultimi anni, riuscendo a creare un sottogenere di action RPG basati su un livello difficoltà superiore rispetto a tutti gli altri titoli presenti all’epoca. In un periodo in cui si gridava alla mancanza di sfida nei videogiochi è arrivato proprio come un messia, riuscendo a integrare un sistema complesso e punitivo, ma (quasi) mai frustrante, fondato sulle abilità del giocatore. Ogni morte dipende soltanto dalle nostre abilità, il titolo riesce a mantenersi equilibrato in ogni suo aspetto, non esagerando mai con parti difficoltose solo per il gusto di esserlo e invogliando il giocatore a migliorarsi per superare la prossima sfida. Sconfiggere un boss all’apparenza imbattibile dopo ore e ore di tentativi è una soddisfazione unica, che solo chi ha giocato a un capitolo dei Dark Souls può capire.
Il modello funziona, e ben presto arrivano due seguiti e una variante alla formula classica con Bloodborne, più tutti i giochi ispirati alla saga e realizzati da altri sviluppatori. Dark Souls è riuscito ad affermarsi con una formula all’apparenza poco mainstream in un mercato dove è sempre più difficile inventarsi qualcosa di nuovo.

Non è stato solo merito della ritrovata difficoltà se il titolo di From Software è diventato iconico, ma sono molti gli aspetti che lo hanno lanciato nell’olimpo dei videogiochi più importanti degli ultimi tempi.
L’ambientazione dark fantasy, con una lore inserita in ogni dettaglio del mondo di gioco, ma quasi mai esposta direttamente, ha creato innumerevoli dibattiti e discussioni su forum e social di mezzo mondo; personaggi come il grande Solaire di Astora sono diventati iconici, divenendo sempre più conosciuti e protagonisti anche di molti “meme” simbolo della fama dei nostri tempi.
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Il gameplay poi è davvero un lavoro meticoloso, proponendo una quantità di approcci davvero enorme, che variano a seconda della predilezione di una statistica che ci permetterà di usare armi pesanti o armi veloci, la possibilità di utilizzare incantesimi o miracoli, o mix di attacchi magici e fisici. Non esistono classi dalle regole ferree in Dark Souls, il giocatore può approcciarsi nel modo che preferisce ai letali nemici che popolano le terre maledette del titolo.
I boss poi restano il fulcro dell’esperienza videoludica: potentissimi, in grado di spazzarci via in uno o due colpi e dal design affascinante e a volte perverso, come se fossero creature partorite dai nostri peggiori incubi. Dark Souls presenta sicuramente alcune delle boss battle più epiche nella storia dei videogiochi, scontri come quelli contro Ornstein e Smough, il lupo Sif o Gwyn il Signore dei Tizzoni rappresentano l’epica moderna, fatta di schivate, duri colpi dati e subiti ed emozioni palpitanti fino alla tanto attesa vittoria, che tante soddisfazioni ci ha regalato in passato.

Non bisogna poi dimenticarsi dell’ottimo lavoro di level design, con aree articolate, piene di anfratti segreti e scorciatoie geniali che ci riportano sui nostri passi; soluzione poi implementata anche da altri titoli venuti dopo, come il recente God of War di Sony Santa Monica.
Tornare all’origine con Dark Souls Remastered è stato per noi un bellissimo tuffo nel passato, che ci ha fatto ricordare la storia della saga, una di quelle che è sempre bello tirar fuori quando si è intorno a un falò con qualche amico, o anche qualche sconosciuto.

La versione Remastered ci ha trasmesso tutte queste emozioni sopite sin dalle prime ore di gioco, ma oltre ai sentimentalismi è giusto anche parlarvi delle novità concrete di questa nuova versione.

I contenuti fondamentalmente sono gli stessi del titolo originale, che in questo caso comprende anche l’espansione Artorias of the Abyss, così da avere il quadro completo di quella che fu la prima manifestazione della serie.  

Ovviamente la prima cosa che salta all’occhio sono i miglioramenti tecnici che il titolo ha subito. A livello grafico il nuovo Dark Souls appare agghindato di una nuova veste più dettagliata e curata, dando nuovo vigore alle aree di gioco e agli orrori che le abitano. Su PS4 base abbiamo giocato a una risoluzione di 1080p a 60 fps. I fortunati possessori di una PS4 Pro, una Xbox One X o un PC parecchio performante potranno godersi il titolo a una risoluzione di 4K upscalati (nativi su PC). 
Il frame rate adesso è fisso sui 60fps, cosa che rende gli scontri più fluidi e avvincenti, e se ve lo state domandano, si anche la Città Infame adesso non dà problemi. Durante la nostra prova non abbiamo visto nessun calo degno di nota, nemmeno nei momenti più concitati. Di  certo qualcosina in più si poteva fare a livello di texture, molte infatti restano troppo simili alla versione old gen, senza grossi miglioramenti. Siamo consapevoli che non si tratta di un remake vero e proprio, però visto che gli sviluppatori si sono impegnati nel sistemare il gioco, potevano migliorarne la resa e mettere mano ai modelli di alcuni personaggi e creature dall'aspetto troppo spigoloso e semplificato. Anche i menu di gioco e l'HUB risulta piuttosto obsoleto, certo l'effetto nostalgia è assicurato, ma si poteva renderlo un po' più moderno.
Dunque il lavoro di rimasterizzazione svolto non ci ha delusi, ma nel complesso si poteva fare di meglio, soprattutto facendo un lavoro di fino su alcuni particolari.
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Oltre i dettagli grafici aggiornati sono state inserite diverse migliorie, atte a ottimizzare il gioco. Il multiplayer ha imparato dagli errori del passato, implementando molte caratteristiche presenti nel terzo capitolo. Sarà infatti presente un sistema di password per giocare con i propri amici, cosa che mancava nel capitolo originale. I giocatori massimi in una partita sono saliti a sei invece di quattro, e come in Dark Souls III si potranno usare soltanto le fiaschette Estus per curarsi in PVP e i fantasmi invasori ne potranno usare solo la metà della loro scorta massima. Chi verrà invaso non potrà più evocare fantasmi alleati a raffica durante il combattimento contro un altro PG. Presente anche una modalità arena dedicata agli scontri fra pg. I server sono ora dedicati e non più P2P, così da garantire una stabilità di connessione maggiore. Queste migliorie rendono l’esperienza online molto più vicina a quella dell’ultimo episodio della saga. Durante la nostra prova i server erano ancora un po' vuoti, e nei nostri incontri sporadici con altri giocatori non abbiamo avuto nessun problema di connessione.

A completare il quadro delle modifiche abbiamo ora la possibilità di usare più oggetti insieme dall’inventario e non uno alla volta, un nuovo falò aggiunto da Vamos il fabbro, la possibilità di cambiare il proprio patto direttamente dai falò e la possibilità di rimappare i comandi. Tutti piccoli accorgimenti che però migliorano sensibilmente l’esperienza di gioco, correggendo dei piccoli difetti dovuti all’età del titolo.
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Dark Souls Remastered è la versione definitiva e migliorata del primo storico capitolo, che comprende ogni contenuto dell’originale con diversi cambiamenti sia sul versante grafico che nel multiplayer. Se non avete mai avuto modo di recuperare questo capolavoro ora non ci sono più scuse, il momento di avventurarsi per le lande maledette di Lordran è arrivato, alzatevi e siate pronti a spezzare la maledizione dei non morti e a far risplendere la sacra fiamma.

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Silvio Mazzitelli

Di stirpe vichinga, sono conosciuto soprattutto con il soprannome “Shiruz”, tanto che quasi dimentico il mio vero nome. Videogiocatore incallito sin dall’alba dei tempi, adoro il mondo videoludico perché dopo tanto tempo riesce sempre a sorprendermi come la prima volta. Scrivo ormai da diversi anni di questa mia passione per poterla condividere con tutti. Sono uno dei fondatori di Orgoglio Nerd e sono anche appassionato di tutto ciò che riguarda la cultura giapponese e la mitologia (in particolare quella nordica).

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