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L'età dell'oro: la ricerca di un equilibrio nel Medioevo

Il nuovo lavoro di Cyril Pedrosa e Roxanne Moreil edito da BAO Publishing in Italia rivisita il racconto medievale con risultati eccezionali.

È arrivato nelle librerie questa settimana, edito da BAO Publishing e accompagnato da un seguitissimo tour di presentazione, L’età dell’oro, nuovo lavoro di Cyril Pedrosa, coadiuvato da Roxanne Moreil ai testi. L’autore francese realizza un’opera in due parti, ambientata in un Medioevo molto diverso da quello che siamo abituati a vedere, raccontato con prospettive nuove. Parliamo un po’ di questo primo volume e di quanto ci abbia colpiti.

Un tratto impressionante

Impressionante“. Questo è il primo pensiero che viene in mente quando ci si approccia a quest’opera e non solo per le imponenti dimensioni del volume, peraltro estremamente curato nell’edizione. No, quello che colpisce fin da subito è la potenza incredibile del tratto di Pedrosa. Un’esplosione fortissima di colore che travolge il lettore fin dalle prime pagine del racconto.
Già dal frontespizio siamo immediatamente lanciati nel mood dell’opera, con richiami araldici e un’anticipazione dello stile che vedremo nel libro. Sono le splash page successive che però conquistano immediatamente lo sguardo di chi legge. Sei pagine di panoramica su un bosco, tutte interconnesse tra loro che ci immergono completamente nelle atmosfere del volume.
Ogni singolo dettaglio presente è curato, dal contadino in lontananza ai cavalieri che avanzano, fino alle foglie delle fitte chiome degli alberi. o agli steli d’erba. Si tratta sempre di inquadrature estremamente dinamiche, effetto ottenuto sia grazie ai tanti dettagli, sia alla sovrapposizione di diversi istanti temporali. In molti casi è come se ci ritrovassimo davanti a una fotografia, scattata con un tempo di esposizione particolarmente lungo.
Ma non sono solo i singoli particolari a essere rifiniti con attenzione, ma tutto l’insieme. Ogni pagina è studiata alla perfezione, che abbia una griglia fitta o che sia una splash page come quelle descritte in precedenza. I disegni di Pedrosa agganciano il nostro sguardo e lo trasportano sul foglio, guidandoci lungo tutto il racconto senza permetterci di staccarci dal libro.

Può davvero esistere un’età dell’oro?

E se i disegni sono a questo livello, i testi non sono certamente da meno.Qui con la collaborazione di Roxanne Moreil, Pedrosa realizza un racconto coinvolgente, che sa emozionare e appassionare. La parabola di tre personaggi, ma anche di una società nel suo complesso e dei profondi sconvolgimenti che la stanno colpendo. E non solo quelli strettamente legati alla storia dei protagonisti.
Uno degli aspetti più interessanti de L’età dell’oro è come affronti l’ambientazione medioevale in maniera se non completamente nuova, sicuramente diversa dal modello classico. Si percepisce fin da subito quanto sia un Medioevo molto più concreto e realistico, dove le crudeltà sono all’ordine del giorno, dove le notti sono incredibilmente buie, dove l’evoluzione sociale stava ancora mettendo solo i primi semi.
È difficile puntare il dito su un singolo aspetto che dimostri quanto questo volume sia differente dai tipici racconti medioevali, ancora di più senza voler svelare troppo del racconto. Già il fatto che la morte che da il via agli eventi sia il suicidio di un sovrano è un elemento che raramente è presente in questo tipo di ambientazione. Più classici possono sembrare gli archetipi dei protagonisti, ma alcuni sviluppi della storia dimostrano il contrario. Bisognerà verificare cosa succederà nel secondo volume per averne la conferma.
Tra gli aspetti che più colpiscono, come è giusto che sia, essendo uno dei temi centrali dell’opera, c’è il concetto di scontro sociale. È qualcosa che va oltre il classico, fiabesco conflitto tra i contadini oppressi e i nobili che vivono nel lusso. Si tratta di una vera e propria presa di coscienza di classe, con elementi quasi più vicini (nell’immaginario) alle rivolte dell’epoca moderna.
La ricerca di questa fantomatica “età dell’oro“, un mondo idilliaco dove uomini (e donne, non dimentichiamolo) collaborano per il benessere della società, senza sfruttarsi l’un l’altro, è un concetto molto attuale. D’altro canto però la scelta del nome rivela un sottotesto di profondi riferimenti classici che sono perfetti nell’armonia del racconto.

In conclusione

L’età dell’oro di Cyril Pedrosa e Roxanne Moreil è senza dubbio un’opera eccezionale, che vi consigliamo vivamente di non farvi sfuggire. Una rilettura del racconto medioevale concreta e moderna, presentata in una confezione visivamente travolgente. L’attenzione ora è tutta sul secondo volume e su come si concluderà la vicenda di Tilda, Tankred e Bertil.
E speriamo che, visti anche gli ottimi risultati di questa prima occasione, che Pedrosa e Moreill tornino in Italia a presentare il seguito e raccontare qualcosa di più su L’età dell’oro.

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Mattia Chiappani

Ama il cinema in ogni sua forma e cova in segreto il sogno di vincere un Premio Oscar per la Miglior Sceneggiatura. Nel frattempo assaggia ogni pietanza disponibile sulla grande tavolata dell'intrattenimento dalle serie TV ai fumetti, passando per musica e libri. Un riflesso condizionato lo porta a scattare un selfie ogni volta che ha una fotocamera per le mani. Gli scienziati stanno ancora cercando una spiegazione a questo fenomeno.

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