Eddie Redmayne ha condiviso la propria opinione sui tweet di J.K. Rowling che hanno provocato un terremoto e scatenato i follower perché considerati offensivi nei confronti delle persone transessuali. Il premio Oscar ha rilasciato le sue dichiarazioni attraverso il portale Variety. Queste le sue parole: “Il rispetto per le persone transessuali rimane un imperativo culturale e nel corso degli anni ho cercato di educarmi costantemente. Si tratta di un processo in corso”. L’attore ha poi aggiunto: “Avendo lavorato con J.K. Rowling e con i membri della comunità transessuale, volevo rendere assolutamente chiara la mia posizione”.
Anche Daniel Radcliffe ed Emma Watson contro J.K. Rowling
Il pensiero di Eddie Redmayne è chiaro: “Non sono d’accordo con i commenti di Jo. Le donne transessuali sono donne, gli uomini transessuali sono uomini e sono valide le identità non binarie”. Una situazione dunque delicata: “Non vorrei mai parlare per conto della comunità ma so che i miei cari amici e colleghi transgender sono stanchi di veder sempre mettere in discussione la loro identità, situazione che troppo spesso ha come risultato violenza e abusi”. L’attore ha quindi concluso: “Vogliono semplicemente vivere la loro vita in modo pacifico ed è arrivato il momento che possano farlo”. Sulla delicata questione sono intervenuti anche Daniel Radcliffe ed Emma Watson che si sono dichiarati in disaccordo con le parole di J.K. Rowling.
Tutto è partito dal post in cui l’autrice ha commentato un pezzo sulla disuguaglianza sanitaria che utilizza il termine “persone che hanno le mestruazioni“. Rowling ha ironizzato così nel suo tweet: “‘Persone che hanno le mestruazioni’. Sono sicura che esistesse una parola per quelle persone. Qualcuno mi aiuti. Domme? Dinme? Doome?“. La reazione da parte della comunità LGBTQ+ a queste parole è stata negativa, come dicevamo. Deadline ha riportato la dichiarazione dell’organizzazione di attivisti GLAAD secondo cui Rowling “continua ad allinearsi con un’ideologia che distorce volontariamente la realtà nel campo dell’identità di genere e delle persone trans. Nel 2020 non ci sono giustificazioni per gli attacchi diretti alle persone trans“.