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Ecco come Elon Musk vuole portare l’uomo su Marte nel 2024

Solo una manciata di anni fa, Elon Musk era quasi universalmente considerato un folle. Un imprenditore che voleva fare la storia, e si era messo in testa che sarebbe andato su Marte. I suoi piani erano al più interessanti come oggetto di qualche articolo per fare click, ma quasi nessuno li credeva veramente realizzabili. Ora, invece, la comunità scientifica mondiale, e non solo, ha atteso il suo recente intervento all’International Astronautical Congress per sapere in quale direzione andrà il futuro dell’esplorazione spaziale.
Marte e la Luna”, sembra essere la risposta. 
Sono anni che Elon Musk parla della sua intenzione di raggiungere il pianeta rosso. Ha investito i ricavati dalle sue quote di PayPal per fondare SpaceX e ottenere questo risultato. L’intenzione è solida, ma questa volta abbiamo di più, una data: 2024. Non solo, abbiamo un mezzo di trasporto: il BFR, acronimo per Big F****ng Rocket
Beh, dire che “abbiamo” un mezzo è tecnicamente piuttosto scorretto, sono stati sviluppati i progetti per un mezzo, mentre macchinari e materiale necessari alla sua costruzione sono già stati ordinati e raggiungeranno la SpaceX a breve. 
Se il nome non fosse già una sufficientemente dettagliata descrizione di questo razzo, il BFR sarà un colosso di 100 metri, dotato di 31 motori, che potrebbe portare dalle 100 alle 200 persone per volta
Tutto molto bello, ma una delle domande cruciali che ci si sta ponendo è: come farà Elon Musk a pagare tutto questo? L’idea è innanzitutto di concentrare ogni finanza della compagnia sullo sviluppo di questa specifica linea di razzi, rendendo sostanzialmente obsoleti tutti gli altri componenti della scuderia. Il denaro necessario a tale impresa verrà guadagnato tramite tutto ciò che SpaceX fa già: trasporto verso la ISS, o comunque l’orbita terrestre, di satelliti e carichi di vario genere per conto di enti esterni, fra cui la NASA. Inoltre questo razzo sarà eccezionalmente …economico. Non perché costruirlo costerà meno che qualsiasi altro mezzo della sua categoria, ma perché sarà, per la prima volta nella storia, al 100% riutilizzabile, e il suo costo verrà quindi ammortizzato su molti (oltre 1.000!) viaggi. Riuscire a recuperare quasi integri i propri veicoli è un punto forte di SpaceX ormai da anni, ma sino ad ora nemmeno loro sono mai riusciti a recuperare un razzo in ogni componente. 
Le innovazioni sono finite qui? Nah. Il veicolo non partirà da Terra con tutto il suo carburante: verrà sparato in orbita, e lì sosterà per un certo tempo, mentre un booster farà la spola Terra-BFR per rifornirlo di carburante. A questo punto, fatta benzina, potrà partire per il Pianeta Rosso, o qualsiasi altra destinazione (ne parleremo a breve). Il viaggio, secondo Elon Musk, sarà fra l’altro molto piacevole: la navicella avrà 40 cabine dalla capienza di 3 persone ciascuna, sale per giochi e attività varie, ristoranti, e ogni comfort
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Okay. Supponiamo che Musk non sia terribilmente e irrealisticamente ottimista nel voler spedire il primo cargo nel 2022, e il primo equipaggio umano nel 2024. Ignoriamo il fatto che il Falcon Heavy secondo Musk sarebbe stato lanciato nel 2013, e SpaceX avrebbe mandato astronauti sulla ISS già quest’anno, e nessuna delle due cose sono ancora avvenute. Supponiamo dunque che sia in grado di costruire il BFR e il resto del veicolo, completamente dal nulla, in 5 anni e gli umani arrivino su Marte. Il CEO di SpaceX è stato molto chiaro sulle sue intenzioni nel costruire questo iper innovativo mezzo di trasporto: l’idea non è quella di fare gite di piacere sul pianeta rosso, ma di costruire lì una effettiva colonia umana (ha parlato di un milione di persone nel giro di 40 anni). Ed ecco che si apre il reame di ciò a cui lui si è completamente disinteressato: la vita su Marte. Ad oggi, come umanità, non siamo pronti a questo salto. Non abbiamo le tecnologie, le conoscenze mediche, non abbiamo sistemi e procedure collaudati. Siamo riusciti da poco a sostenere un piccolo gruppo di persone fra i ghiacci dell’Antartide, e lì c’era tanta acqua, e tanta atmosfera. Le risposte a queste domande non le ha trovate né le troverà Elon Musk, definendo SpaceX “innanzitutto una compagnia di trasporti”. 
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Dunque, cosa dovremmo concluderne? Che tutto è perduto, non andremo mai su Marte, e Elon Musk è soltanto un fortunato cialtrone? Beh, no, decisamente no. Innanzitutto il progetto di costruzione del BFR è estremamente ambizioso e interessante, e quasi certamente andrà in porto (prima o poi) a prescindere dalla colonizzazione di Marte. Durante la conferenza stessa sono stati accennati altri possibili utilizzi di questa tecnologia. Innanzitutto la Luna, alla quale molte agenzie spaziali, e la nuova amministrazione USA, sembrano essere tornate a puntare, dopo anni. Aver nominato la Luna è stata da parte di Musk non solo una mossa politica, per ingraziarsi l'attuale governo, ma anche una mossa commerciale, atta a rendere il suo prodotto più appetibile, anche a chi trova Marte un progetto troppo ambizioso. La Luna, inoltre, potrebbe proprio essere il primo scalino verso il pianeta rosso, un primo luogo, più noto e vicino, dove costruire una base, e migliorare le nostre competenze scientifiche, tecniche, e mediche in vista di una colonia marziana. Ma non è finita qui, SpaceX prevede di utilizzare il suo BFR anche per viaggi sulla superficie del pianeta Terra: qualsiasi destinazione al mondo, in meno di un’ora. 
E poi c’è l’aspetto più poetico della questione. Quello aerospaziale è pur sempre un settore commerciale competitivo, di cui SpaceX è decisamente fra i leader. Una promessa del genere da parte del suo CEO, realistica o meno, porterà indubbiamente tutti i competitor a investire nello sviluppo tecnologico per stare al passo, facilitando una crescita complessiva del settore e avvicinando quindi la data reale in cui l’uomo approderà su Marte. Quindi forse non vedremo questo sbarco avvenire nel 2024, ma ci sono tante ottime motivazioni per essere emozionati dall’annuncio, e considerarlo, nel suo piccolo, un grande passo per l’umanità.

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Un commento

  1. Su “Ora, invece, la comunità scientifica mondiale, e non solo” ho riso parecchio, immaginandomi la comunità scientifica di Marte porsi le stesse curiose domande 🙂 Bellissimo articolo Giada.

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