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Due Ghostbusters su quattro

Il mio primo ricordo è quello di me da bambino, quando ero ancora un pidocchio, seduto sulla moquette marrone della mia vecchia casa a guardare la scena della biblioteca di Ghostbusters. Mi ricordo distintamente i giocattoli del cartoon (ovviamente parlo di The Real Ghostbusters, non quelli della Filmation) disposti ordinatamente su ripiano nero del mobile del salotto, Egon, Peter, Winston e Ray.
Mi ricordo che di tanto in tanto, durante il film, li guardavo per cercare di capire a quale attore rimandare ogni volto di plastica che mi fissava dal ripiano.
Ghostbusters non sarà stato il “primo” film che ho visto ma è il primo film che mi ricordo di aver visto e, se ci pensiamo, è un po' la stessa cosa.
Mi ritrovo ora cresciuto due decadi dopo ancora appassionato di quella pellicola, con ancora quei giocattoli da qualche parte in cantina e con due belle “x” rosse sul volto di Ray e Peter. Dopo anni sono riuscito a incontrare due acchiappafantasmi su quattro.
La parte più stramba di tutta questa storia non è quella che avviene mentre le cose accadono, cioè non è nei due momenti nei quali io “piccolo” guardo i Ghostbusters sulla moquette e io”grande” che incontro Ray e Peter alle conferenze. I momenti strani sono quelli in mezzo e quelli prima e dopo, i momenti tra una vignetta e l'altra insomma.
Quando ti rendi conto di quanto è impressionante la tua immagine che guarda Dan Aykroyd scappare da una biblioteca contrapposta a quella di te stesso, adulto, che stringe la mano allo stesso tizio.
E' la stessa cosa che ho pensato leggendo il sesto numero di “Guardiani della Galassia”  Marvel Now, sfogliavo le pagine senza pensare troppo, poi faccio mente locale. Questo numero è disegnato da Sara Pichelli, l'ho incontrata un sacco di volte. E anche il significato di questa storia non è fra la vignetta dove io faccio mente locale e quella dove la intervisto, è il silenzio tra i due disegni che merita importanza. 
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Ecco, a questo punto dell'articolo sono venuto a conoscenza della scomparsa di Harold Ramis, praticamente in diretta con la divulgazione della notizia. La conclusione del pezzo probabilmente sarebbe stata un'altra ma ora è la seguente…
Voler conoscere, almeno incontrare, i propri eroi è qualcosa che tutti vogliamo fare, e non solo da pidocchi. Magari da bambini miriamo a scambiare due battute con le tartarughe ninja poi, da grandi, cerchiamo un appuntamento più fattibile con persone reali, gli attori, gli scrittori.
Uno dei miei sogni era incontrare tutti e quattro gli acchiappafantasmi e quando, qualche momento fa, ho cominciato questo articolo credevo ancora di poterci riuscire, poter parlare con Ernie Hudson e Harold Ramis era una opportunità tangibile. Non sarà poi così complicato, pensavo, in fondo Bill Murray e Dan Aykroyd sono i due più difficili da avvicinare e li ho già conosciuti entrambi. Oltre alla parte stramba, tra le vignette, c'è anche la speranza.
Ora che Harold “Egon” Ramis è scomparso però devo rimangiarmi tutto. Sapete, pochi istanti dopo aver letto la notizia un ricordo mi è balzato in mente, una puntata del cartoon. Mi riferisco all'episodio nel quale Egon finisce nella dimensione dei fantasmi, perduto e invisibile viene riportato a forza dai suoi compagni nel nostro mondo. Che angoscia.
Sono quei personaggi talmente potenti, forti e che sono rimasti con te per così tanto tempo che credi siano immortali, attori che cambiamo ma rimangono sempre quel personaggio.
E non dico tutto questo per un autografo, una stretta di mano, si tratta dell'opportunità di ringraziare qualcuno che ha, inconsapevolmente, influito molto nella tua vita di Nerd.
E non potrò più farlo.

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Commenti

  1. Non ho parole…hai espresso, nelle ultime righe di questo articolo, tutto quello che ho provato io ieri sera nel momento in cui ho saputo della morte di Harold. Hai dato ad una voce non solo ai miei pensieri (che per molti possono risultare assurdi) ma ai pensieri di molti di noi.

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