Donald Trump firma un ordine esecutivo per “ripristinare la verità” nei musei “woke”

Oh no, ci risiamo. È uscito un nuovo capitolo della saga Donald Trump vs Woke Culture e – volendo citare un celebre meme di Joe Bastianich – è come film di orrore. Il presidente USA ha ora firmato un ordine esecutivo intitolato “Restoring Truth and Sanity to American History” (ovvero Ripristinare la verità e la sanità della storia americana). Il documento denuncia un presunto tentativo diffuso di riscrivere la storia degli Stati Uniti, sostituendo i “fatti oggettivi” con una narrazione distorta da ideologie gender.

In particolare il documento accusa l’amministrazione Biden di aver favorito una “ideologia corrosiva” che, invece di promuovere l’unità nazionale, approfondirebbe le divisioni sociali e alimenterebbe un senso di vergogna collettiva. Secondo l’ordine esecutivo, questa riscrittura della storia “ignora i progressi compiuti dalla nazione e gli ideali che continuano a ispirare milioni di persone nel mondo”. Se non avete capito il senso dell’ultima frase, tranquilli, nemmeno noi.

Donald Trump mette sotto esami musei e monumenti, accusati di woke culture

L’ordine esecutivo prende di mira in particolare lo Smithsonian Institution, che gestisce alcuni tra i musei più importanti del paese, oltre al National Zoo e a centri di ricerca e istruzione. Il provvedimento impone di rimuovere qualsiasi ideologia ritenuta impropria dalle loro esposizioni e programmi.

Cosa accadrà ora? Beh, il testo stabilisce che il Vicepresidente e il Direttore dell’Office of Management and Budget collaborino con il Congresso per bloccare ogni finanziamento a iniziative che, secondo il documento, minerebbero “i valori americani condivisi”, alimenterebbero divisioni razziali o promuoverebbero programmi contrari alle leggi federali.

Tra le direttive più controverse c’è anche il divieto per la Smithsonian Institution di “riconoscere uomini come donne in qualsiasi forma”, un chiaro attacco alle politiche inclusive dell’ente nei confronti delle persone transgender.

L’ordine esecutivo incarica il Segretario degli Interni di verificare se, dal 1° gennaio 2020, siano stati rimossi o alterati monumenti, statue o targhe pubbliche per promuovere una “falsa ricostruzione della storia americana”. Se si riscontrano tali modifiche, il Segretario dovrà ripristinare i monumenti nella loro forma originale.

Il provvedimento vieta esplicitamente l’inserimento di contenuti che possano “disparage Americans past or living“, includendo riferimenti a figure dell’epoca coloniale. Questo implica che nessun monumento potrà essere modificato per includere critiche a personaggi storici ritenuti controversi.

L’offensiva culturale di Trump: dal Kennedy Center ai teatri

L’ordine esecutivo arriva in un momento in cui Trump ha già avviato un processo di revisione culturale in diverse istituzioni americane. Nei mesi scorsi, ha assunto il controllo del Kennedy Center, licenziando l’intero consiglio di amministrazione e nominandosi presidente dell’istituzione.

Le sue politiche hanno provocato una reazione immediata nel mondo artistico. Numerose produzioni hanno annullato spettacoli previsti al Kennedy Center. Tra queste spicca l’opera Fellow Travelers, ispirata alla persecuzione degli omosessuali negli anni ’50, che è stata ritirata dalla stagione 2025-26 dai suoi stessi autori.

Anche il celebre musical Hamilton ha cancellato una messa in scena prevista per il prossimo anno. E poi c’è Issa Rae, attrice e comica che ha rinunciato a un’apparizione programmata, e artisti come Ben Folds e Renée Fleming, i quali hanno entrambi lasciato il loro incarico come consulenti dell’istituzione. Secondo il Kennedy Center, sarebbero stati cancellati almeno 26 eventi in pochi mesi, principalmente per decisione degli artisti e delle compagnie di produzione.