Cultura e Società

Hamlet: Cumberbatch ritorna al teatro

La velocità record con cui i biglietti sono stati venduti era già una promessa di interesse da parte del grande pubblico. Un interesse dovuto in gran parte alla presenza dell’acclamatissimo Benedict Cumberbatch nei panni del protagonista, Amleto. Dopo aver passato gli anni della formazione nel mondo del teatro, l’attore britannico ha sempre sottolineato di volersi mantenere un attore versatile, senza fossilizzarsi sul cinema o sulla televisione, che lo hanno reso celebre. A coloro che lo accusano di essersi troppo legato al personaggio del genio sociopatico, egli risponde con un ritorno al teatro in grande stile, che gli permette di mostrare appieno le sfaccettature del suo talento.
Hamlet, per la regia di Lyndsey Turner, è ospitato da uno dei teatri più moderni di Londra, il Barbican, pieno come sempre durante la performance a cui noi abbiamo assistito. Abbiamo accennato alla velocità con cui i biglietti sono andati a ruba, vale la pena sottolineare che gran parte di coloro che sono riusciti ad accaparrarsi un posto hanno speso oltre 100 sterline per acquistare il biglietto e la membership del teatro, che permetteva di prenotare i biglietti qualche giorno prima dell’apertura delle vendite al grande pubblico, e hanno atteso ore in una coda online di decine di migliaia di persone. Cumber-follia, nella maggior parte dei casi, ma ne è valsa la pena. 
La sceneggiatura è quella originale di William Shakespeare, ma il teatro moderno ormai punta sempre meno su scenografie e costumi d’epoca, e sempre più sull'adattamento in chiave moderna. Lo abbiamo visto nell'Amleto con Rory Kinnear, nel Riccardo III di Martin Freeman e molti altri. In questo modo si evita un grosso impiccio e il focus è unicamente sulla performance degli attori. Quando vedi un Amleto in pantaloni della tuta e t-shirt o una Ophelia con un completino che sembra uscito da un qualsiasi H&M, l’unica cosa che importa è ciò che l’attore riesce a trasmetterti. Certo non mancano alcuni costumi di scena necessariamente molto curati, come le uniformi dei vari ufficiali, ma è chiaro come l’attenzione non venga attirata su di essi. Lo stesso vale per le scenografie, in alcune scene davvero spettacolari, con un interno del palazzo reale che fa da sfondo a quasi tutta la narrazione accurato nei minimi dettagli, dai dipinti alle teste di cervo. Doveroso un accenno al cast di grandi nomi che si sono affiancati a Cumberbatch: Leo Bill (Horatio), Sian Brooke (Ophelia), Anastasia Hille (Gertrude), Kobna Holdbrook-Smith (Laertes) e Ciaràn Hinds (Claudius) sono solo alcuni di essi. 
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Il risultato è uno spettacolo che tiene davvero con gli occhi incollati al palco. Shakespeare viene spesso visto come un autore “difficile” per noi spettatori moderni, e linguisticamente parlando può esserlo, ma le emozioni che un cast di ottimi attori riesce a trasmettere, tramite vicende e riflessioni senza tempo, sono eterne. 
Ciliegina sulla torta è stato scoprire che Cumberbatch, nonostante la direzione del teatro lo avesse categoricamente proibito, si è reso disponibile a firmare autografi alle orde di fan che si sono concentrati alla stage door del teatro. 
Trovare i biglietti per questo Hamlet è una missione da veri Sherlock Holmes, quindi sarebbe inutile suggerirvi di andare a vederlo dal vivo. Tuttavia non disperate, per fortuna esiste National Theatre Live: un’organizzazione che da anni porta nelle sale cinematografiche di tutto il mondo il miglior teatro britannico in diretta, al prezzo di un normale film. La trasmissione satellitare live di Hamlet avverrà il 15 ottobre. Ancora non è stato annunciato in quali cinema italiani sarà possibile assistervi, ma dovremmo avere maggiori info a breve. 
Inoltre questo è soltanto uno dei tanti esempi di teatro vivo e moderno che Londra ha da offrire, e non possiamo che consigliare caldamente di toccare questa esperienza con mano, fra una giro sul London Eye e shopping a Piccadilly Circus, andare in uno dei tanti teatri e lasciarsi colpire da questo mondo meraviglioso.

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Giada Rossi

Laureata in Astronomia, aspirante Astrofisica. Curiosa di natura. Scrivo soprattutto di scienza, ma preferisco parlare di cani buffi.

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