La lunga battaglia legale tra Disney e Buck Woodall sul presunto plagio di Oceania si conclude con una vittoria per lo studio d’animazione. Tuttavia, una nuova causa per Oceania 2 potrebbe riaprire lo scontro.
Per l’accusa Oceania è una copia di Bucky the Wave Warrior
Vi avevamo raccontato questa storia a gennaio, quando Buck Woodall aveva accusato formalmente Disney avrebbe usato senza autorizzazione materiale creativo condiviso dall’animatore con Jenny Marchick, ex dirigente di sviluppo presso Mandeville Films, tra il 2003 e il 2008. Woodall sosteneva di aver fornito una grande quantità di contenuti originali, tra cui una sceneggiatura, disegni, storyboard, un trailer animato e riferimenti visivi per un progetto intitolato Bucky the Wave Warrior.
Il materiale sarebbe stato protetto da copyright nel 2004 e aggiornato nel 2014. Nonostante Bucky non sia mai stato realizzato, l’animatore accusa Disney di averlo trasformato in Oceania (2016) e nel suo sequel Oceania 2 (2024), sfruttando la complessa struttura legale dell’azienda per aggirare i diritti d’autore. Woodall aveva chiesto ben 10 miliardi di dollari di risarcimento e una sentenza che confermi la violazione del suo copyright.
La denuncia elencava diverse somiglianze tra Bucky e i due film Disney. Il primo Oceania segue la storia di una giovane protagonista che attraversa le acque polinesiane per salvare la propria terra. Questo sarebbe un concept centrale anche in Bucky. Entrambe le storie incorporano poi tradizioni polinesiane, antenati spirituali, navigazione stellare e oggetti simbolici come collane magiche.
Il verdetto: Oceania non è un plagio di Bucky the Surfer Boy
Ora una giuria di Los Angeles ha stabilito che Disney non ha copiato direttamente il lavoro di Woodall per creare Oceania. Secondo il verdetto, né i registi John Musker e Ron Clements né altri membri del team avevano mai visto o conosciuto il progetto Bucky the Surfer Boy prima di lavorare al lungometraggio.
La decisione è arrivata dopo meno di tre ore di deliberazione. “Siamo incredibilmente orgogliosi del lavoro collettivo che ha portato alla realizzazione di Oceania e siamo lieti che la giuria abbia confermato che non ha nulla a che fare con le opere del querelante”, ha dichiarato un portavoce della Disney.Woodall, invece, non accetta la sconfitta.
Da questo link Film e show | Disney+
Il suo avvocato Gustavo D. Lage ha espresso delusione per il verdetto e ha sottolineato che il suo team legale sta “valutando le opzioni disponibili per determinare la strada migliore da seguire”.
Ma non è finita qui: inizia ora il processo per Oceania 2
Nonostante la sconfitta, Woodall porta avanti un’altra causa, questa volta contro Oceania 2. Il sequel, uscito nel 2024, ha incassato oltre un miliardo di dollari al botteghino, e l’autore chiede 10 miliardi di dollari di risarcimento, pari al 2,5% degli incassi.
Il punto centrale dell’accusa è un presunto furto di idee avvenuto nel 2004. Come per la prima causa, Woodall sostiene di aver consegnato materiale protetto da copyright a Jenny Marchick, il quale avrebbe poi condiviso questi contenuti con Disney, contribuendo alla nascita del franchise.
Disney, dal canto suo, nega qualsiasi collegamento tra Bucky the Surfer Boy e Oceania. Nei documenti del processo si evidenzia che il lavoro sul film è iniziato nel 2011, basandosi su ispirazioni tratte da Herman Melville e dalla mitologia polinesiana. Marchick stesso ha testimoniato, dichiarando di “non ricordare di aver mai mostrato a Disney” i materiali di Woodall.
Per ora, il verdetto sulla prima causa rafforza la posizione di Disney. Tuttavia, la nuova azione legale resta aperta, e Woodall potrebbe ottenere almeno un’udienza. Nessuna data di processo è stata fissata, ma è probabile che Disney cercherà di ottenere l’archiviazione anticipata della causa.
Nel frattempo vi ricordiamo che potete (ri)guardare entrambi i film di Oceania in streaming su Disney+.
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