Cultura e Società

Disney non girerà più in Georgia se la legge sull’aborto sarà confermata

È arrivata la dichiarazione del CEO Bob Iger sulla posizione di Disney

Disney ha espresso una chiara opinione sulla legge contro l’aborto approvata in Georgia: se lo stato, infatti, non farà marcia indietro a riguardo, il colosso dell’animazione e della cinematografia ritiene sarà “difficile” girare all’interno dei suoi confini. La decisione è arrivata, a detta del CEO Bob Iger perché “molte persone che lavorano con noi non vorrebbero lavorare lì, e noi seguiremo i loro desideri a riguardo. Stiamo osservando la situazione molto attentamente“. La posta in gioco è particolarmente alta: Disney pianificava di girare in Georgia almeno 4 serie tv, con membri del cast del calibro di Elizabeth Olsen e Anthony Mackle.

Non solo Disney:la reazione delle altre majors al bando anti-aborto in Georgia

Disney non è la sola a nutrire seri dubbi sull’opportunità di lavorare in un luogo con leggi sull’aborto così restrittive. Anche Netflix ha dichiarato che “ci ripenserebbe“, qualora la legge anti-aborto entrasse pienamente vigore. Altre case stanno invece aspettando le prime pronunce giudiziarie a riguardo. Infatti se anche solo un caso riuscisse ad arrivare alla Corte Suprema, questa potrebbe rilevarne l’incostituzionalità ed eradicarla. Non è però un’eventualità affatto scontata, visto che i criteri di selezione della Corte sono molto rigidi.

Altri player del settore, invece, tra cui J.J.Abrams, Jordan Reele, Peter Chernin e Jemna Toppins continueranno a lavorare in Georgia, ma destineranno i proventi delle loro attività a favore delle associazioni che si stanno battendo per abrogare o rendere incostituzionale questa legge.

Molte major hanno finora scelto lo “stato delle pesche” per le loro produzioni non solo per le bellezze naturali e storiche che questo offre, ma anche per i vantaggi fiscali pensati proprio per questo tipo di attività. Ma tutti questi vantaggi non hanno scoraggiato colossi del calibro di Netflix, Warner Media o, appunto, Disney dal minacciare un doloroso e costoso addio se la legge entrasse in vigore. Vedremo nelle prossime settimane e mesi se questa scelta influirà in qualche modo sulla situazione politico-sociale dello stato americano, e sull’opinione dei suoi cittadini.

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