… a parte il povero vicino, ovviamente.
Nuovo anno e nuovo capitolo della saga Dead Space. Edito da EA, il capolavoro di Visceral Games riesce di nuovo a tenerci incollati allo schermo, come nella migliore tradizione degli horror/thriller spaziali.
Isaak Clarke pensava di potersi isolare dal mondo facendosi carico dei suoi orribili segreti, ma l'incubo ritorna e la razza umana è sempre più vicina al baratro dell'estinzione.
Il nostro eroe dovrà spingersi fino al remoto pianeta Tau Volantis e porre fine una volta per tutte alla minaccia del Marchio. Insieme alla nostra Coffee MachineGun abbiamo cercato di fare del nostro meglio per aiutarlo.
Le premesse per catturare l'attenzione ci sono tutte, e già dai primi minuti si capisce bene quale sia il taglio che Visceral ha voluto seguire per il nuovo prodotto. Cinematografico, con grande azione, narrazioni e dialoghi, crea un effetto coinvolgente più che negli altri capitoli, dimostrando di essere maturato pur restando fedele al proprio stile, sia tecnico, sia narrativo. Strizza molto l’occhio ad un genere più d’azione che di puro survival horror, ma con la qualità dimostrata e l’incedere costante della trama il risultato è davvero godibile. Le atmosfere restano claustrofobiche, anche all’esterno, non si ha mai la sensazione di poter respirare, c’è sempre qualcosa a turbarci, a farci tenere l’orecchio teso e la vista aguzza in cerca di un rumore, un dettaglio, che possono aiutarci a portare la pelle verso il prossimo punto di quiete apparente. Il comparto suoni è fondamentale in questo e nuovamente regala un’esperienza avvolgente che, unito al fatto di giocare il gioco in “condizioni ideali”, ad esempio al buio a tarda ora, può far venire l’angoscia quando a “quel rumore” in gioco si affianca quello del vostro riscaldamento di casa, o di qualche familiare che potrebbe aver avuto la malaugurata idea di bussare alla vostra porta, o peggio, arrivarvi alle spalle per chiedervi qualsiasi cosa… Maledirete di avere una gatta/cane/coniglio che vi gira per casa mentre sarete soli, al buio dei corridoi delle installazioni di ricerca di Tau Volantis, con la vostra arma creata dagli scarti di materiali, e ancora poche munizioni decenti al vostro fianco.
… un solo medikit.
Le premesse per catturare l'attenzione ci sono tutte, e già dai primi minuti si capisce bene quale sia il taglio che Visceral ha voluto seguire per il nuovo prodotto. Cinematografico, con grande azione, narrazioni e dialoghi, crea un effetto coinvolgente più che negli altri capitoli, dimostrando di essere maturato pur restando fedele al proprio stile, sia tecnico, sia narrativo. Strizza molto l’occhio ad un genere più d’azione che di puro survival horror, ma con la qualità dimostrata e l’incedere costante della trama il risultato è davvero godibile. Le atmosfere restano claustrofobiche, anche all’esterno, non si ha mai la sensazione di poter respirare, c’è sempre qualcosa a turbarci, a farci tenere l’orecchio teso e la vista aguzza in cerca di un rumore, un dettaglio, che possono aiutarci a portare la pelle verso il prossimo punto di quiete apparente. Il comparto suoni è fondamentale in questo e nuovamente regala un’esperienza avvolgente che, unito al fatto di giocare il gioco in “condizioni ideali”, ad esempio al buio a tarda ora, può far venire l’angoscia quando a “quel rumore” in gioco si affianca quello del vostro riscaldamento di casa, o di qualche familiare che potrebbe aver avuto la malaugurata idea di bussare alla vostra porta, o peggio, arrivarvi alle spalle per chiedervi qualsiasi cosa… Maledirete di avere una gatta/cane/coniglio che vi gira per casa mentre sarete soli, al buio dei corridoi delle installazioni di ricerca di Tau Volantis, con la vostra arma creata dagli scarti di materiali, e ancora poche munizioni decenti al vostro fianco.
… un solo medikit.
Nella versione che abbiamo giocato avevamo il supporto di Kinect ed è stato interessante poter chiamare il RIG solo utilizzando la voce, scorrendone i menu, o mostrando al volo i punti di navigazione delle missioni, o delle stazioni di modifica per tuta ed armi. Il cooperativo è un buon sistema, con ottimi spunti di interazione per il futuro magari. Giocando la storia singola tuttavia, la presenza del nostro nuovo amico non si fa poi molto sentire, tutto è incentrato sul protagonista in maniera molto forte, e spostare l’obiettivo dalla sua tuta non è esattamente cosa facile. Vedremo nel futuro…
… a proposito, sarà davvero la fine dei Marchi e dei Necromorfi ?
… a proposito, sarà davvero la fine dei Marchi e dei Necromorfi ?