David Lynch, uno dei registi più iconici e innovativi della storia del cinema, è morto a 78 anni. La famiglia ha annunciato la notizia con un messaggio sulla sua pagina Facebook, sottolineando il grande vuoto lasciato dalla sua scomparsa. Lynch soffriva da tempo di un grave enfisema polmonare, che lui stesso aveva attribuito alla sua lunga dipendenza dal fumo.
Lynch è stato un pioniere del cinema e della televisione, grazie a opere come Mulholland Drive, Velluto blu e la serie Twin Peaks. Con uno stile unico e inconfondibile, ha esplorato gli abissi della psiche umana e le contraddizioni della società americana. Storie oniriche e inquietanti, che hanno segnato generazioni di spettatori – negli anni ‘90 il quesito “chi ha ucciso Laura Palmer?” divenne un vero e proprio fenomeno di costume – e ispirato innumerevoli registi.
Una promessa si può mantenere, anche a distanza di 25 anni
Nel 1990, Lynch ha rivoluzionato la televisione con Twin Peaks (uscita in Italia col titolo de I Segreti di Twin Peaks). La serie, ideata insieme a Mark Frost, ha catturato milioni di spettatori con la sua miscela di mistero, surrealismo e ironia. La domanda “Chi ha ucciso Laura Palmer?” è diventata un tormentone globale, e il suo stile ha letteralmente spianato la strada ad un nuovo mondo: quello della serialità televisiva.
Lynch comprese che il linguaggio cinematografico e quello televisivo – che all’epoca era caratterizzato dall soap – potevano convivere. Il risultato? Solo due stagioni. Quanto basta per spalancare le porte ad un mondo inesplorato. Lost, Black Mirror, Fargo e altre centinaia di serie che oggi amiamo, tutte figlie di Twin Peaks e del mistero di Laura Palmer.
Ce lo aveva promesso. Ci saremmo rivisti dopo 25 anni. E così è stato. La terza stagione, trasmessa nel 2017, ha dimostrato che David Lynch restava un artista all’avanguardia, capace di sorprendere anche dopo decenni di carriera.
Addio a David Lynch: dalla rivoluzione televisiva a Mulholland Drive
Dal debutto con Eraserhead (1977) fino a Inland Empire (2006), Lynch ha creato un universo cinematografico irripetibile. Film come The Elephant Man (1980) e Velluto blu (1986) hanno consolidato la sua fama, guadagnandogli premi e riconoscimenti, come l’Oscar alla carriera nel 2020. Con Mulholland Drive (2001), ha firmato uno dei film più acclamati del 21° secolo, riconosciuto come un capolavoro assoluto.
Ma non solo cinema e TV. Oltre che regista, Lynch era musicista, pittore e compositore. Ha realizzato album di musica ambient e sperimentale, collaborando spesso con il compositore Angelo Badalamenti, autore delle colonne sonore dei suoi film (oltre che di Twin Peaks). Lynch ha anche curato un diario su YouTube, in cui raccontava il meteo quotidiano con il suo tipico stile laconico.
Nato a Missoula, Montana, nel 1946, Lynch ha trascorso un’infanzia itinerante prima di dedicarsi all’arte a Philadelphia. Dopo il successo dei suoi primi cortometraggi, si trasferì a Los Angeles, dove ha girato Eraserhead. Da allora, ha continuato a sorprendere con la sua capacità di trasformare il quotidiano in qualcosa di straordinario.
Questo è il nostro ultimo addio a David Lynch, quindi. Ci rivedremo un giorno nella Loggia Nera.
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