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Cronache di Gioventù, diventare adulti secondo Guy Delisle | Recensione

Produrre industrialmente la carta per diventare uomo e artista

Dove nasce il genio di un autore di fumetti? Cronache di Gioventù, il graphic novel di Guy Delisle edito da Rizzoli Lizard che vi raccontiamo in questa recensione, prova a rispondere mostrandoci le prime esperienze dell’autore con la carta. Non solo quella che usa per disegnare, ma soprattutto quella che produce e imballa nella fabbrica in cui lavorava d’estate da ragazzo. E fra la descrizione del funzionamento di un macchinario e del modo elegante con cui gli operai più esperti eseguono le proprie mansioni, Delisle racconta il rapporto con il padre, con gli amici. Con l’ispirazione e con le lezioni che tutti devono imparare nella strada per diventare adulti.

La nostra recensione di Cronache di Gioventù di Guy Delisle

Cronache di Gioventù, graphic novel nominato agli Eisner 2022 fra le autobiografie, è contemporaneamente una delle storie più semplici e più complesse che abbiamo letto di recente. Delisle fa esattamente quello che promette nel titolo: racconta delle proprie esperienze giovanili. In particolare, delle sue estati passate a lavorare nella cartiera di Quebec.

Ci mette a sedere nella sedia accanto alla sua al colloquio di lavoro, in cui apprendiamo che la fabbrica è la stessa in cui suo padre lavora come ingegnere. Poi, in maniera quasi didascalica, ci racconta di tutti i nomi e di tutte le diverse proprietà che si sono succedute in questa cartiera sul fiume Saint-Charles. E raccontandoci le sue tre estati a lavorare in questa fabbrica coglie l’occasione per darci un vero e proprio manuale di come la struttura funziona. Impariamo come si crea la pasta, come si stende in fogli, come si taglia e imballa la carta che andrà a sostenere le parole del New York Times e di tante altre pubblicazioni.

recensione cronache di gioventù guy delisle-min

La storia prosegue fino a quando la carriera di Delisle non passa dal lato della produzione della carta a quello di chi i libri li scrive e li disegna. Con una coda che forse ci spiega dove nasce l’esigenza di raccontare questo periodo della sua vita (che non vi sveliamo perché speriamo possa emozionarvi leggendola).

Ma in questo mondo operaio, in cui un ragazzo adolescente deve confrontarsi con il mondo dei “grandi” (che spesso non sono però più adulti o maturi), l’autore racconta tantissimo di sé. Con un tono modesto e quasi distaccato, lasciando parlare i macchinari e i rulli di carta al posto suo.

La fabbrica come laboratorio di umanità

La carteria di Québec ha ormai quasi un secolo di storia. E anche se la catasta altissima di tronchi ormai non c’è quasi più (fortunatamente si ricicla) e l’automazione aumenta sempre, fra quelle mura continuano a passare tantissimi lavoratori. Un mix di umanità che Delisle ci fa conoscere fra macchinari enormi e rulli di carta titanici.

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C’è il responsabile della formazione che vuole fare “troppo l’amicone” e dà troppa confidenza. Quello che vuole diventare poliziotto prima e body builder poi, quello che sta per avere un bambino e quello che non vuole crescere. Durante questa recensione di Cronache di Gioventù li conosciamo dentro le cabine insonorizzate poste fra le linee di produzione, per far riposare i timpani degli operai dopo i turni fra le macchine rumorose. Ma come succede per l’autore in quegli anni, non scaviamo nel profondo: sono colleghi di cui apprendiamo la vita privata solo per mezze parole e allusioni. Un’istantenea che ci fa sbirciare un mondo che non conosceremo mai fino in fondo. Come accade spesso sui luoghi di lavoro.

Questo approccio distaccato paga particolarmente quando paragonato con il rapporto dell’autore con il padre, con cui non viveva più dopo il divorzio dalla madre. Delisle ce lo racconta con aneddoti e spiegazioni fulminee come tutti gli altri, anche se a poco a poco diventa un personaggio “ricorrente” e più importante. Un ricordo dell’uomo che non edulcora né condanna, così come l’autore non sembra interessato a giudicare nessuno degli altri colleghi.

Il risultato è che questo graphic novel ricrea l’esperienza dei giovanissimi che entrano nel mondo del lavoro. Troppo impegnati a capire mansioni e a destreggiarsi in relazioni lavorative che sembrano un mondo nuovo e inesplorato. Non hanno tempo per domandarsi cosa stanno davvero provando. E Delisle sembra limitarsi a ricordare, lasciandoci trarre le nostre conclusioni.

Recensione di Cronache di Gioventù: imparare a diventare adulti

L’approccio modesto e quasi sottotono di Delisle nel raccontare i colleghi ci fa sentire degli antropologi alla scoperta di una variegata umanità. Invece il modo in cui disegna e racconta le macchine della cartiera ci affascina per diversi motivi. I suoi disegni in bianco e nero, con il giallo che dona colore in maniera selettiva, sono di solito semplici e diretti. Ma i macchinari invece sono enormi e dettagliati. Tanto che quando il protagonista/autore spinge la carta da reciclare ci sembra una formica che muove dieci volte il proprio peso.

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Un ragazzo che affronta qualcosa che sembra enorme. Ma che poco alla volta apprende da chi gli sta vicino come muoversi, come comportarsi (o come NON comportarsi). Ci ha affascinato moltissimo un passaggio in cui un operaio con quasi quarant’anni di esperienza arrotola il tubo del soffiatore, che Delisle impiega di solito molto tempo e cura a sistemare, facendolo volare per aria.

Confrontando questo momento con le tavole in cui Delisle va in biblioteca e scopre di amare Hugo Pratt e si illumina leggendo “Nel Bar” di Carlos Sampayo e José Muñoz, sembra che abbia illustrato la sua formazione non solo come fumettista ma come uomo. Se studiare disegno e animazione affina la sua capacità di leggere storie, basta un tubo di un soffiatore per capire il valore dell’esperienza. E momenti di simile “poesia operaia” punteggiano tutta quest’opera.

Cronache di Gioventù è pieno di momenti imbarazzanti e critiche: prima di tutto dell’autore a se stesso. Ma nonostante questo, durante la lettura per questa recensione ci è sembrato soprattutto una lettera d’amore. Delisle non ha permesso alla nostalgia di cancellare i difetti: le battute omofobe, la mancanza di sicurezza sul lavoro e non solo. Ma sembra riconoscere che, in un modo o nell’altro, quelle estati nel caldo asfissiante della cartiera abbiano contribuito a formarlo come artista. E come uomo.

Trovate Cronache di Gioventù sul sito di Rizzoli Lizard e in fumetteria.

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Cronache di gioventù
  • Delisle, Guy (Autore)

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Stefano Regazzi

Il battere sulla tastiera è la mia musica preferita. Nel senso che adoro scrivere, non perché ho una playlist su Spotify intitolata "Rumori da laptop": amo la tecnologia, ma non fino a quel punto! Lettore accanito, Nerd da prima che andasse di moda.

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