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Creed III: il primo film di Adonis | Recensione

Con questo capitolo, il franchise si stacca definitivamente dal suo passato, vediamo com'è andata

Torna il mondo della boxe al cinema, con uno dei franchise più iconici della settima arte. Stiamo parlando di Creed III, nuovo capitolo dell’epopea incentrata su Adonis, figlio di Apollo, allievo di Rocky, sfidante di Drago ed erede di una dinastia cinematografica che ha insegnato al mondo i numeri romani. L’attesa per questa nuova sfida è alta, c’è tanta curiosità per la direzione che può prendere il franchise. La campanella è suonata, partiamo con la nostra recensione di Creed III.

Creed III, la recensione: cosa ci aspetta nel nuovo film?

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La scoppiettante carriera nella boxe di Adonis Creed è giunta alla sua conclusione. Il nostro eroe si è conquistato l’ennesimo titolo mondiale e ha deciso di ritirarsi da vincitore, entrando nella leggenda come il padre e il suo ex-allenatore. Si sposta quindi dietro le quinte, gestendo la sua vecchia palestra di Los Angeles e muovendosi come promoter anche per il nuovo campione del mondo.

Ma una persona riemerge dal suo tormentato passato. Si tratta di Dame Anderson, il suo miglior amico dell’adolescenza, un talento del pugilato costretto ad abbandonare la carriera ancora prima di diventare professionista a causa dei propri guai con la legge. Ora però è uscito dal carcere ed è determinato a prendersi il titolo che ha sempre sognato, a ogni costo.

Quando è arrivato nelle sale Creed – Nato per combattere nel 2015, qualcuno ancora istintivamente lo chiamava Rocky VII. Il suo sequel del 2018 metteva lo Stallone Italiano più in secondo piano, ma era ancora strettamente legato alla sua storia, ponendo il nuovo protagonista contro l’erede di uno dei personaggi più iconici di sempre della saga, Ivan Drago. Con Creed III il testimone è definitivamente passato ad Adonis.

Per quanto narrativamente non ci sia un’effettiva cesura (ritroviamo anche Viktor Drago), è difficile ritrovare qualcosa di Rocky in questo film. Quella raccontata è una storia più personale, più legata ad Adonis e al suo passato, e non stupisce quindi che Michael B. Jordan abbia scelto di renderlo il proprio debutto alla regia. Un ruolo in cui se l’è cavata piuttosto bene, al di là di qualche scelta un po’ azzardata e didascalica.

In questo film sulla boxe c’è troppa boxe

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Sì, l’ironia della cosa non ci sfugge. Ma la verità è che il problema fondamentale di Creed III è che dà davvero troppo spazio ai match veri e propri. Non che non siano divertenti da seguire, anzi. Sono scontri appassionanti, con qualche spunto intrigante e almeno un paio di momenti ispirati all’animazione giapponese (di cui Jordan è un grande e dichiarato fan) che ci hanno fatto molto piacere.

Tuttavia il tempo in un film è una risorsa finita, tanto più in questo che è il capitolo più corto della saga di Adonis finora. Avere così tanti momenti sul ring comporta comprimere quelli all’esterno, che sono più importanti di quanto una visione superficiale della storia di questo franchise possa far pensare. Per quanto sia stato memorabile lo scontro tra Ivan Drago e Rocky Balboa, è tutto quello che è successo prima a renderlo davvero epico.

Di conseguenza, questa nuova sfida che aveva dell’enorme potenziale, con una storia significativa e profonda, viene costruita troppo in fretta. Non ha il tempo di far respirare i suoi personaggi e farci sviluppare un rapporto con loro. Ed è un peccato, perché il trio Michael B. Jordan, Tessa Thompson e Jonathan Majors (sempre più lanciato verso lo stardom) è sempre sui propri ottimi standard di interpretazione.

A complicare le cose, anche un paio di scelte narrative che lasciano perplessi, sempre in ottica di ottimizzazione del minutaggio. Storyline su cui si spendono alcune scene, che aiutano a umanizzare i diversi personaggi, ma che non hanno davvero una risoluzione.

Creed III, la recensione: un buon film, ma il peggiore della saga finora

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Di Creed III si può apprezzare tranquillamente lo spirito, l’idea centrale e il desiderio di allontanarsi dalla storia di Rocky per iniziare a preparare un eventuale nuovo passaggio di testimone e dare ulteriore vita alla saga. Una pellicola che aveva indubbiamente un grande potenziale, con uno dei villain sulla carta più interessanti, interpretato da un attore straordinario.

Purtroppo si perde via nell’esecuzione, risultando un capitolo poco convincente, che non riesce a dare la carica che ha caratterizzato questi film fin dall’inizio. Mostrandoci il conflitto esteriore senza costruire a sufficienza quello interiore risulta essere meno d’impatto. In questo modo Creed III, pur restando un’opera godibile, è facilmente identificabile come il peggior capitolo uscito finora della storia di Adonis.

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Mattia Chiappani

Ama il cinema in ogni sua forma e cova in segreto il sogno di vincere un Premio Oscar per la Miglior Sceneggiatura. Nel frattempo assaggia ogni pietanza disponibile sulla grande tavolata dell'intrattenimento dalle serie TV ai fumetti, passando per musica e libri. Un riflesso condizionato lo porta a scattare un selfie ogni volta che ha una fotocamera per le mani. Gli scienziati stanno ancora cercando una spiegazione a questo fenomeno.

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