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Comedians: dietro la risata c’è di più | Recensione

Gabriele Salvatores porta in scena la pièce teatrale di Trevor Griffiths ma il palcoscenico è il grande schermo

Comedians è, come suggerisce il titolo, un film che parla di comici. E quando racconti una storia con questi protagonisti, è una naturale conseguenza che si trasformi in una riflessione sul concetto di comicità. A quel punto, il salto verso lo stato dell’arte, del suo rapporto con il contesto è breve. Se poi hai la mano giusta, arriverai anche ad ampliare ancora di più la prospettiva, toccando il senso della vita nel suo complesso. Ecco quindi la nostra recensione di Comedians, nuova opera di Gabriele Salvatores, da oggi al cinema.

Recensione Comedians: di cosa parla il film di Gabriele Salvatores?

Siamo in una scuola, la sera, quando si tengono i diversi corsi per adulti su tanti argomenti differenti. C’è il cucito, ci sono le lezioni di italiano e c’è anche chi vuole imparare a fare ridere. È proprio questo il corso che andiamo a seguire, tenuto da un comico celebre, che però non sembra aver mai raggiunto la grande ricchezza con la sua arte. I suoi studenti sono uomini di diversa estrazione, tutti accomunati dal desiderio di dare una svolta alle proprie vite.

Quella sera, l’occasione tanto attesa potrebbe arrivare. Il gruppo si è ritrovato per un ultimo ripasso prima della prova finale, in un comedy club davanti a un vero pubblico. Fra gli spettatori, ci sarà anche un selezionatore, vecchia conoscenza del professore, che potrebbe aprire loro le porte dello show business. Ma non si tratterà di una serata semplice e tra imprevisti e tensioni tutto può accadere.

Comedians, come leggete dal sottotitolo di questa recensione, si basa su un’opera teatrale. Un aspetto questo che risulterà assolutamente evidente dopo pochi minuti dall’inizio della visione. L’impostazione e la messa in scena sono infatti chiaramente legati a quel mezzo, compresa la recitazione dei diversi attori. La sensazione è quella di vedere più che un film tradizionale, una vera e propria rappresentazione, con un apporto contenuto (ma significativo) delle tecniche della settima arte.

All’inizio questo può fare un effetto leggermente straniante. Non aiuta il fatto che la sceneggiatura proceda spesso per suggestioni, per temi, per spunti. La struttura narrativa è anarchica e ribelle, a volte con risultati di grande effetto, a volte meno. Una volta però che si è entrati nella logica della pellicola, ci si trova immersi nella vicenda, ansiosi di scoprire se quella sensazione di quale potrà essere la conclusione si confermerà o sarà sovvertita.

Dead Comics Society

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Al di là della sua storia però, Comedians è fondamentalmente una lunga riflessione sulla comicità, sul suo ruolo e sui suoi compiti. Nel portare avanti questi ragionamenti vediamo i diversi protagonisti scambiarsi quelle che a conti fatti sono una serie di barzellette, da prendere come unità di misura della struttura comica. Sono simboli, che fungono allo scopo e aiutano a seguire il discorso, al di là del proprio valore intrinseco.

E il grosso del ragionamento sta in una frase che il professore insegna ai propri studenti: “Una battuta deve fare riflettere oltre che ridere, altrimenti è solletico“. Un concetto puro e netto, che negli ultimi mesi è in qualche modo diventato importante da ribadire nel dibattito.

A partire da questa idea Comedians sviluppa il conflitto centrale, che da sempre attraversa l’arte, non solo comica. Bisogna creare prodotti raffinati, consapevoli che non saranno la via facile al successo, o meglio puntare su qualcosa di più semplice, forse addirittura deleterio per la società, ma che può portare a una vita più semplice? La risposta non è così scontata come può sembrare e i protagonisti dell’opera lo capiranno presto.

È divertente poi notare come ci sia un palese livello metanarrativo in questo dibattito, sviluppato tramite la scelta del cast. Assieme ad alcuni nuovi talenti come Marco Bonadei e Giulio Pranno, troviamo volti noti al grande pubblico. Ad esempio Ale e Franz, che qui si trovano a interpretare una coppia comica, esplorando le dinamiche di questo tipo di sodalizio. Un aspetto che forse sarebbe stato interessante approfondire ancora di più.

Allo stesso modo è significativo che il ruolo del selezionatore che apre le porte della fama e del professore che vi ha rinunciato per gli ideali vadano a Christian De Sica e Natalino Balasso, che regala una prestazione eccezionale. Il loro contributo, il loro confronto è l’anima stessa su cui si regge l’opera e le scintille che ne nascono sono ricche di vitalità.

Comedians recensione: non perfetto, ma da vedere

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Proprio il cast di Comedians potrebbe trarre in inganno parte del pubblico che lo troverebbe indigesto. Il film di Gabriele Salvatores infatti è un film sul fare ridere (tra le altre cose) non uno che fa ridere. Il suo obiettivo è stimolare la riflessione e, sebbene in alcuni punti il percorso sia un po’ confuso e disorientante, ci riesce benissimo. Nel complesso è un’opera che non fa alzare dalla sedia ad applaudire, ma che merita la visione per chiunque voglia approfondire da uno sguardo diverso l’arte della risata.

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Mattia Chiappani

Ama il cinema in ogni sua forma e cova in segreto il sogno di vincere un Premio Oscar per la Miglior Sceneggiatura. Nel frattempo assaggia ogni pietanza disponibile sulla grande tavolata dell'intrattenimento dalle serie TV ai fumetti, passando per musica e libri. Un riflesso condizionato lo porta a scattare un selfie ogni volta che ha una fotocamera per le mani. Gli scienziati stanno ancora cercando una spiegazione a questo fenomeno.

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