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Come vi siete conosciuti?

A costo di passare per romantica o ficcanaso, questa è una delle prime domande che rivolgo alle coppie di amici e non. Cioè, non fermo le coppie per strada, ma poco ci manca.
E ogni volta spero che qualcuno mi risponda: “Beh, io ero salita sul tetto per salvare il mio gattino da morte certa, ho cominciato a scivolare sulle tegole e lui, vigile del fuoco in turno di riposo, mi ha visto, si è arrampicato a mani nude su per il muro e mi ha portato a terra caricandomi sulle spalle”.
Ecco. Non mi è ancora capitato di sentire risposte del genere.
In cima alla classifica dei luoghi in cui le coppie si sono conosciute c’è sicuramente la discoteca, o i locali con musica.
Una cosa che sento dire spesso da coppie che si sono conosciute negli anni ’70 è: “Non andavo mai in discoteca, e quella sera ho conosciuto lei/lui”. 
E non capisco mai se si sottintende: “Che sfiga!” oppure “Che fortuna!”.
Mia madre di solito, dopo una solenne discussione, aggiunge: “Ma il tuo amico Domenico, quel giorno, non poteva andare a giocare a tennis come sempre?!”. 
C’è chi si conosce in oratorio, a scuola, e quelle sono le storie più longeve, quelle su cui si fa l’inutile commento, rigorosamente all’indicativo: “O si sposavano, o si lasciavano”. Ma perché? Quale alternativa ci sarebbe? L’omicidio?
Molti s'innamorano sul posto di lavoro, e spesso quelle sono le relazioni che nascono da intrighi, storie di corna e scambio di colleghi. Pare che gli ospedali e i tribunali siano i posti migliori per giocare a scambiarsi fidanzati, mogli e compagni.
Oh! Il treno! Una mia amica ha conosciuto il suo attuale marito durante un lunghissimo viaggio in treno. Lei aveva le gambe stanche e gli ha chiesto se poteva mettergli i piedi sulle ginocchia. Io l’avrei mandata a… e in effetti non ha sposato me.
Conosco anche parecchie coppie che si sono innamorate via chat. Dieci anni fa mi sembrava una cosa decisamente squallida. Poi ho partecipato alla realizzazione di un documentario sui siti di incontri e ho scoperto che qualcuno si innamora davvero e dà una svolta alla propria vita.
Qualcuno.
Un giorno, mentre ero dalla parrucchiera, in un momento di assenza di argomenti, le ho chiesto: “Come hai conosciuto il tuo compagno?”.
“Guarda, è una storia incredibile!”
“Evvai”, ho pensato, “Questa volta ascolterò qualcosa di gustoso”.
“Ero uscita con una coppia di amici che mi hanno portato con loro per andare a recuperare un altro amico. Siamo entrati in questo (?) negozio e lui era in tuta da lavoro. Poi si è cambiato ed era diverso. Guarda… chi l’avrebbe mai detto”.
“Completerà il racconto”, mi sono detta. No. Finito lì. E ho dovuto anche esibirmi in espressioni facciali (passatemi l’espressione) e discorsive che manifestassero tutto il mio finto entusiasmo.
Ma in fondo è un bene che ognuno pensi alla sua storia come unica e speciale. Almeno fino a quando non si comincia a desiderare di tornare indietro nel tempo o a chiedersi perché i tuoi, o i suoi, amici quella sera non hanno deciso di restare a casa a giocare a carte o a guardare per la nona volta Il Signore degli anelli.
E voi, come vi siete conosciuti?
Che soddisfazione sarebbe leggere che qualcuno di voi si è innamorato sulle pagine di O.N.!
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