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Cip e Ciop Agenti Speciali: Roger Rabbit per la nuova generazione | Recensione

Un'avventura metacinematografica che fa ridere ed emozionare, assolutamente imperdibile

A lungo si è parlato di un rilancio di uno degli show più amati di quel blocco iconico che è stato il Disney Afternoon. Stiamo parlando di Cip e Ciop Agenti Speciali (Rescue Rangers in lingua originale), serie che vedeva i due scoiattoli della casa di Topolino alle prese con missioni avventurose e casi da risolvere. Il risultato è un film, in arrivo proprio oggi su Disney+ che è molto diverso da quanto ci si può aspettare. Ma che proprio per questo è assolutamente imperdibile.

Cip e Ciop Agenti Speciali, il reboot che non è un reboot

Fin dal trailer si poteva intuire la piega metacinematografica intrapresa da questo progetto. Nel mondo della pellicola infatti i due scoiattoli non sono gli avventurieri dello show, ma attori che hanno interpretato la serie. E come nella realtà, il mondo è andato avanti e dopo lo straordinario successo a cavallo del 1990 ora i due sono stelle cadute, nella più classica delle tradizioni hollywoodiane.

Da una parte troviamo Ciop, ancora legato al suo passato, che da buona star decaduta ha fatto ricorso alla chirurgia plastica (passando dall’animazione 2D alla CGI) e ora vivacchia di convention dove incontra qualche fan. Dall’altra c’è Cip, che è andato avanti, ma senza grandi risultati. Ha un lavoro d’ufficio, un cane e una vita solitaria, senza amici.

A rivoluzionare l’esistenza del duo ci penserà il caro vecchio compagno d’avventure Monterey Jack. Coinvolto in un terribile traffico della criminalità organizzata (ovviamente animata) di Los Angeles, il topo chiederà l’aiuto dei due. E per Ciop questa è l’occasione tanto attesa per riformare i Rescue Rangers e avere il suo ambito reboot.

Tutto il film gioca su questo filo, tra la tendenza del cinema verso i rilanci di vecchi franchise e il rifiuto di una parte del pubblico per gli stessi. Così facendo ci indora la pillola e ci regala un reboot che non è un reboot, che prende in giro i reboot e che preme sulla nostalgia per ironizzare sul problema della nostalgia nella cultura pop. Ed è un’operazione realizzata magnificamente.

Un universo davvero ricco

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Photo courtesy of Disney Enterprises, Inc. © 2022 Disney Enterprises, Inc. All Rights Reserved.

Non è probabilmente un caso che il primo (di tantissimi) camei di Cip e Ciop Agenti Speciali sia di Roger Rabbit. È evidentissimo quanto questa pellicola sia in debito con il film cult del 1988 di Robert Zemeckis. Un po’ per l’utilizzo della tecnica mista, un po’ per le atmosfere profondamente noir, ma soprattutto per come è costruito il suo mondo.

Ci ritroviamo infatti in una Los Angeles dove animazione e live-action si incontrano. I personaggi dei cartoni sono reali e vivono le proprie vite al fianco degli umani. Qualcuno trova il successo nello show business, altri hanno lavori più tradizionali, altri ancora scelgono la via del male, dedicandosi ad attività criminose.

Se il bambino resta a bocca aperta nel vedere così tanti personaggi che conosce muoversi fianco a fianco, l’adulto può cogliere una sfumatura in più: il superamento dei ‘confini degli studios’. Nonostante Disney abbia – come sappiamo – un archivio straordinario a cui attingere, i riferimenti e i camei vanno oltre quel mondo. La sorpresa è quindi ancora più grande incontrando figure (anche con un certo rilievo a livello di trama) che mai ci saremmo aspettati di vedere.

E rispetto a Chi ha incastrato Roger Rabbit, Cip e Ciop Agenti Speciali aggiunge un passo in più. Un altro aspetto affascinante è infatti la presenza di diversi tipi di animazione in questa Los Angeles. Non solo 2D e 3D, ma anche molto altro. Sembra davvero un mondo che riunisce tutti i personaggi della nostra infanzia: un obiettivo che tanti altri hanno cercato di realizzare recentemente ma che nessuno era riuscito a fare così bene.

Cip e Ciop Agenti Speciali ci fa dimenticare che sia un film per bambini

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Guardando il film, soprattutto avvicinandosi alla sua parte finale, forse ci si poteva aspettare qualcosa di più dal punto di vista del suo discorso sullo stato attuale del cinema. Ci sono tantissimi spunti interessanti e offre alcuni dei momenti più esilaranti di tutta la pellicola, ma non sembra poi così sviluppato nel complesso. Ma solo a freddo ci si rende conto che va bene anche così, perché Cip e Ciop Agenti Speciali è comunque un prodotto per un pubblico giovane. Ma anche qui sta la sua forza: ce ne dimentichiamo.

Vuoi per i suoi toni a volte tesi, vuoi per alcune battute rivolte più a un pubblico adulto, vuoi per la narrazione noir che maschera con un velo leggerissimo i suoi lati più cupi (uno su tutti? La dipendenza di Monterey Jack dal formaggio) durante la visione siamo talmente immersi da dimenticare a tratti che è e resta un progetto rivolto ai bambini. Che trovano con questo film il proprio Chi ha incastrato Roger Rabbit (traumi compresi, fortunatamente non al livello del Giudice Morton).

Insomma, dando un colpo al cerchio e uno alla botte, Cip e Ciop Agenti Speciali riesce perfettamente a conquistare un ampio pubblico, lasciando anche gli adulti esaltati e divertiti in seguito alla visione. Forse una critica più concreta riguarda il ruolo di Scheggia e Zipper, membri del team della serie TV e qui sottoutilizzati.

Ma chissà, magari li rivedremo in futuro. Dopotutto se c’è una cosa che ci insegna (nel bene e nel male) Cip e Ciop Agenti Speciali è che c’è sempre tempo per un nuovo sequel.

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Fjona Cakalli

Amo la tecnologia, adoro guidare auto/camion/trattori, non lasciatemi senza videogiochi e libri. Volete rendermi felice? Mandatemi del cibo :)

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