Il Montenegro da ieri ha un nuovo premier. Giovane, filo europeista e visionario, Dritan Abazi ha incassato ieri la fiducia del parlamento montenegrino.
È interessante ricordare l’ascesa politica di questo 36 enne albanese, proveniente dalla città di minoranza albanese Dulcigno e che fino a tre mesi fa sedeva in parlamento come vice primo ministro.
La sua ascesa politica in stile “House of Cards”, ma con un fare molto più trasparente e visionario di Frank Underwood, ci spinge a credere sempre di più nella politica messa in campo dai millennials in Europa ed oltre.
In veste di vice premier e con l’appoggio dell’opposizione, Abazi è riuscito a far passare una mozione di sfiducia nel confronti dell’ex primo ministro montenegrino Zdravko Krivokapić.
La colpa di Krivokapić?
Beh, non essersi impegnato abbastanza e aver rallentato le riforme necessarie per l’adesione nell’UE del paese balcanico.
Il Montenegro ha presentato la domanda per l’adesione all’UE nel 2008, ma ad oggi il paese risulta essere ancora lontano dagli obbiettivi imposti dall’Unione Europea.
Tali obiettivi si traducono in riforme che il paese dovrà attuare per entrare a far parte della grande famiglia chiamata Unione Europea.
L’ex governo di Krivokapic, formato da forze filoserbe e filorusse, aveva ormai perso l’armonia, spaccando così la coalizione, anche questo ha favorito l’ascesa del nuovo giovane premier.
Un governo di minoranza e fragile
Il nuovo governo guidato da Dritan Abazi potrebbe sembrare fragile se si contano i 16 deputati che il neo premier è riuscito a portarsi appresso. La spalla d’appoggio di Abazi in realtà sarà Milo Dukanović, dal 2018 Presidente della Repubblica del Montenegro. Dukanović, leader storico del DPS (Partito democratico dei socialisti) guida il primo partito d’opposizione dal 2020, da quando uscì sconfitto dalle elezioni dopo oltre 30 anni di dominio assoluto della scena politica montenegrina.
A votare la fiducia al nuovo governo sono stati 45 dei 48 deputati presenti in aula. I restanti parlamentari degli 81 totali, principalmente ex alleati di governo, hanno boicottato il voto considerando Abazi un “traditore” politico.
Secondo gli osservatori interni, ma anche internazionali, questo nuovo governo dovrebbe servire a traghettare il paese a nuove elezioni, probabilmente già nel 2023.
Presentando il proprio programma in aula, Dritan Abazi ha dichiarato apertamente che il suo esecutivo, formato da 18 ministri, è un esecutivo di orientamento fortemente europeista. I principali obiettivi del nuovo governo saranno lo stato di diritto e lo sviluppo economico, con un occhio di riguardo al tema dell’ambientalismo. L’impegno prioritario, secondo Abazi, sarà riservato alla lotta alla corruzione e all’accelerazione del processo di integrazione europea.
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