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Bruce Sterling, Fondazione Arpa e le emozioni degli umanoidi.

Durante Lucca Comics and Games si è tenuto un interessantissimo panel presentato dalla Fondazione Arpa e Bruce Sterling, riguardante le emozioni e la possibilità di poter modellare questa caratteristica umana all’interno dei robot, e di quanto questo possa essere untili ai fini scientifici.

Bruce Sterling e un po’ di storia

Bruce Sterling

Interessante è stato scoprire che Robot non deriva dall’inglese, bensì dalla parola slava Robota che vuol dire ‘lavoro forzato’, e che la prima apparizione di questo termine è all’interno del dramma utopico fantascientifico del 1920 intitolato R.U.R. – I robot universitari di Rossum e scritto dall’ (appunto) ceco Karel Capek.

“I robot non appartengono veramente al mondo tecnologico” racconta Bruce Sterling “arrivano dal teatro. Iniziano la loro carriera semplicemente come delle marionette teatrali. Dal punto di vista teatrale, il pubblico naturalmente adora i robot, in particolare i robot capaci di emozioni. Essi hanno moltissimi usi simbolici e funzionali nella drammaturgia”.

L’idea c’è, ma l’applicazione è ancora molto lontana

Lorenzo Cominelli, ingegnere biomedico e ricercatore presso il centro di ricerca Enrico Piaggio dell’università di Pisa e il Professor Danilo Emilio de Rossi,  hanno spiegato come cercare di dare emozioni ai robot. Bisognerebbe dividere il concetto in due canali: la possibilità di far simulare al robot delle emozioni attraverso movimenti ed espressioni facciali, e la possibilità che questi le provi veramente. Il cammino per la simulazione delle emozioni è appena cominciato, il linguaggio delle espressioni facciali è ancora lungo e tortuoso, per ora si iniziano a replicare alcune espressioni facciali base. Uno dei primi robot capaci questo, è ‘FACE’: Facial Automation for Coverying emotions (il cui sistema cognitivo è stato sviluppato dallo stesso Cominelli), che riesce ad analizzare i movimenti facciali e fisici dell’interlocutore e a reagire espressivamente di conseguenza.

Per quanto riguarda invece la possibilità di far provare veramente delle emozioni ai robot, la strada non è neanche cominciata.

Emozioni robotiche

“Il pubblico adora che i robot siano capaci di provare emozioni sul palcoscenico, ma nella vita reale il fatto che un robot sia capace di emozioni potrebbe creare problemi” commenta Sterling. Conclude poi il panel con una serie di domande rivolte a tutti gli spettatori “Cosa succederebbe se effettivamente la vostra assistente digitale sviluppasse delle emozioni? Cosa succederebbe se iniziasse a reagre come una persona vera? se si offende per quello che le dite? Cosa succederebbe se invece di amare soltanto voi e le altre persone iniziasse ad amare Dio? Se diventasse una cattolica integralista o una fondamentalista musulmana? Che succede se vuole farsi suora? E se sviluppasse una sessualità e diventa gelosa di vostra moglie o inizia a competere con voi per l’affetto di qualcun altro? E se, essendo un essere emotivo, sviluppasse una coscienza politica e passasse giornate intere a cercare di convincervi che Donald Trump è il miglior presidente che gli stati uniti abbiano mai avuto? È questo tipo di robot emotivo che volete?”.

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