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La Ninjawave e la cultura otaku postmoderna

È il 2010 ed un piccolo movimento di musica elettronica, chiamato Vaporwave, prende piede all’interno della community di Internet. Inizialmente nata come variante ironica di alcuni sottogeneri della musica dance indipendente, come la chillwave, la bounce house ed il seapunk, la Vaporwave diventa, circa sette anni dopo, una delle correnti culturali più diffuse a livello mondiale. 

Carattere identitario e determinante della Vaporwave è il senso di fascino e nostalgia verso l'estetica (soprattutto digitale, ma anche rispetto le pubblicità) degli anni ’80-‘90. L'immaginario associato alla cosiddetta cultura vapor, seppur presentando stereotipi comuni e ricorrenti, è estremamente eterogeneo e, nel suo complesso, non può esser ridotto unicamente all’ambito musicale. 

In effetti, la forza dirompente della Vaporwave ha prodotto veri e propri stili di vita, modi di pensare e correnti artistiche di vario genere e denominazione. Esempio di tale tendenza strabordante è stata, appunto, la creazione di un’arte visuale indipendente: l’Aesthethics (spesso reso stilisticamente "AESTHETICS"). L’arte Aesthetics produce generalmente contenuti visivi (immagini, video e gif) ed utilizza principalmente la tecnica del Collage. Caratteristico è l'uso del viola e del fucsia, il continuo richiamo alla tecnologia di fine anni '90 e inizio 2000, alle statue greche, alle palme, Pixel art, droghe, tramonti e molto diffusi sono i riferimenti alla cultura giapponese di fine millennio come anime e manga.

Da tale mix prende origine, all’interno della stessa Aesthethics, un sistema a matrioska composto da flussi principali e trend di nicchia, i quali, intrecciandosi continuamente, producono un foresta di contenuti di grande complessità. 

La corrente che in quest’articolo verrà analizzata riguarderà la contaminazione avvenuta fra l’arte Aesthetics e la cultura otaku (anime/manga), virando nello specifico verso l’opera di Masashi Kishimoto: Naruto.

Essendo di nascita recente, il fenomeno in questione non ha ancora un vero e proprio nome, ma qui per  comodità verrà chiamata: Ninjawave

La fascia d’età di coloro che producono immagini e amv (anime music video) in stile Ninjawave  è di solito compresa tra i 13 e i 26 anni; fattore, come vedremo, non del tutto casuale.  

Elemento caratterizzante di tale trend è il mix tra piacere visivo e boom emotivo. 

Naruto, in effetti, oltre ad essere uno dei prodotti narrativi più apprezzati al mondo, è anche uno fra quelli che, attraverso le sue avventure, ha accompagnato per tutta l'infanzia e l’adolescenza i giovani nati negli anni ’90. Per queste persone Naruto non rappresenta semplicemente un’opera fumettistica o animata: è amicizia, amore, passione, tenacia, sacrificio e, in molte occasioni, tristezza.

Tuttavia, la chiave di volta che ha permesso la grande diffusione della Ninjawave risiede in un’altra caratteristica peculiare di Naruto: la ricchezza di personaggi

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La varietà dei character presente nell’opera di Masashi Kishimoto permette ad un qualsiasi appassionato di rispecchiarsi, sia per carattere che per vissuti, in almeno uno di essi. Ciò che rende Naruto nodo gravitazionale della Vaporanime, quindi, è la sua tendenza nel creare un forte rapporto d’immedesimazione identitaria fra i protagonisti e lo spettatore.

Linfa vitale di tale legame è la funzione svolta dai sentimenti. Il commisto di esperienze vitali segnanti e la forte caratterizzazione di tutti i personaggi principali consente a Naruto di raccontare efficacemente ogni singola sensazione: il sacrificio per la patria,  la tristezza per la morte dei propri compagni, la solitudine del singolo, l’odio verso l’altro che ci ha tradito, la rabbia per la propria impotenza, ma anche la tenacia incontenibile per il raggiungimento di un obiettivo, l'amicizia e l'amore che permette di arrivare dove mai avremmo potute credere e, infine,  la speranza in un futuro migliore.

La Ninjawave, per essere tale, attinge (e deve attingere) continuamente da tale serbatoio di sensazioni.

Il risultato che ne viene fuori è impressionante: le emozioni fuoriescono limpidamente dai prodotti multimediali vapor toccando quelle del consumatore multimediale, il quale ne rimane estremamente affascinato.

Ciò spesso accade quando il contenuto dei prodotti rimanda ai periodi più significativi per la vita di un uomo: l’infanzia e l’adolescenza. Questi ultimi, infatti, non solo sono gli anni più innocenti per la persona, ma anche quelli in cui avvengono i primi cambiamenti e, con essi, le prime delusioni e tristezze.

La generazione degli anni ‘90 ha spesso affrontato tali problemi servendosi di anime, manga e videogame, ritrovando in essi quell’ambiente paradisiaco che nel mondo esterno era (temporaneamente) perduto.

Grazie alla Vaporwave, gli oggetti del passato riemergono, carichi, questa volta, di qualcosa di differente: di ricordi. Parlano a bassa voce, sussurrano intimamente di quegli anni e del loro esserci stati nel momento del bisogno. Non si può che provare nostalgia ed un morboso attaccamento per essi, rimanendo così imbrigliati in un mulinello interiore di tranquillità e tristezza.

Si comprende allora come la Ninjawave sia, nel suo fulcro essenziale, un simulacro culturale, un monumento digitale votato ai ricordi e alla serenità infantile ed adolescenziale dei giovani degli anni ‘90. 

Giovani che, ormai, guardano al futuro senza speranza, con occhi poveri d’aspettative e guidati da un arido disincanto nei confronti del mondo. Nulla sembra poter rischiarare il buio innanzi a loro; l’unica soluzione possibile, quindi, è voltarsi indietro, fuggendo verso una flebile contentezza passata, brillante di nostalgia. La Vaporwave ed il sentimento alla sua base altro non sono che una delle conseguenze più evidenti del cieco vivere post-moderno. L’estremo tentativo della società e dei suoi singoli componenti di recuperare, illusoriamente, qualcosa che oggi è sempre più etereo/evanescente: la possibilità d’esser felici.

Testi di Giovannni Lasorella (Ecce Ovo)

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