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Blocco 181: Milano Side Story | Recensione

Le atmosfere riaggiornate di una storia senza tempo

Debutterà il 20 maggio con un doppio episodio Blocco 181, nuova serie Sky Original che in questi giorni è stata presentata alla stampa. Un progetto che racconta una Milano diversa, lontana dalla classica rappresentazione del capoluogo e dalle sue location più iconiche, portandoci in una sua ideale periferia. Il primo episodio ci ha molto colpito e siamo pronti a raccontarvi le nostre impressioni a riguardo.

Blocco 181: la periferia di Milano reale e immaginaria

Al centro di questo show c’è appunto il Blocco 181. Si tratta di una zona periferica della big city, un quartiere caratterizzato dalla micro-criminalità (“disorganizzata” l’hanno definita durante la conferenza stampa), principalmente dediti allo spaccio. Una location che tecnicamente non esiste, creata apposta per lo show, ma che è un sunto di alcuni degli aspetti della periferia di Milano.

Qui si muovono due anime violente e incontrollabili. Da una parte c’è la gang radicata nel Blocco, da più tempo legata alla città. Dall’altra ci sono i pandilleros della Misa, di origine sudamericana, che si stanno facendo strada in questo luogo, a volte anche tramite scontri armati. Sul confine sottile che divide questi gruppi si muovono i tre protagonisti: Bea, Ludo e Mahdi.

Uno degli aspetti che più è apprezzabile di Blocco 181 è il suo raccontare una Milano vera, sebbene formalmente fittizia. Troppo spesso di questa città viene raccontato solo il suo lato più patinato, più glamour e soprattutto più riconoscibile da fuori. Questa è una Milano che non ha bisogno di fare un’inquadratura a volo d’uccello del Duomo per dimostrare chi sia ed è bellissimo che ci sia questa opportunità.

Non solo, ma la presenza di un personaggio come Ludo, ricco rampollo della Milano bene, è un ottimo gancio per creare una rete che avvolga tutta la città. Pur concentrandosi sulle periferie (peraltro mescolando tante location diverse per creare una periferia ideale ma inesistente) Blocco 181 riesce a essere un racconto integrale di tutto il capoluogo lombardo.

Una storia d’amore non tradizionale

blocco 181 salmo recensione

Parlando della genesi dello show durante la conferenza stampa Nils Hartman, Executive Vice President Sky Studios Italia e Germania, ha spiegato come i due team che lavoravano al progetto gli avessero portato due idee. La prima dalla più classica anima crime, la seconda era una storia d’amore, che ha definito “Giulietta, Romeo e Romeo“. E proprio quest’ultimo è uno degli aspetti che più incuriosiscono di Blocco 181.

Come si può vedere dal trailer infatti, i tre protagonisti intrecceranno una storia d’amore che li coinvolgerà tutti. Non il classico triangolo amoroso, ma una relazione a tre che sfugge i canoni convenzionali della società e di conseguenza della narrazione televisiva. Sfortunatamente ancora non abbiamo potuto vedere in concreto come si svilupperà questo rapporto, che è alle sue primissime battute nel primo episodio, ma non vediamo l’ora di scoprirlo.

E così si completa il paragone con West Side Story, evocato (anche nel nostro titolo) ma mai esplicitato del tutto. Non solo, ma si costruisce a partire da quello, creando una base per quella rete di intrecci che legano tutti i personaggi e le anime di Milano. Perché da una parte abbiamo Bea, figlia ribelle della Misa, alla ricerca di una via al di fuori dall’ambiente maschilista in cui è cresciuta, dall’altra Madhi, uno dei leader del Blocco 181, e dall’altra ancora Ludo, il sopracitato simbolo della borghesia milanese.

Insieme si imbarcheranno in un’avventura che promette di scardinare le regole della periferia in subbuglio. Siamo sicuri che ci aspetteranno diversi colpi di scena lungo la strada…

L’aspetto musicale di Blocco 181

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C’è un lato di questo show di cui finora non abbiamo parlato e riguarda il coinvolgimento di Salmo. Il celebre rapper ricopre infatti il ruolo di supervisore e produttore musicale, oltre che produttore creativo. Una posizione inedita per lui, che ha raccontato come sia sempre più interessato a fare questo tipo di esperienze nuove.

Lo troviamo infatti anche come interprete, nel ruolo di Snake il braccio destro armato di uno dei leader della microcriminalità del Blocco 181. Un’esperienza che ha vissuto con difficoltà, più che sul set nelle fasi successive, descrivendo la sensazione di rivedersi sullo schermo come le prime volte che ognuno di noi sente la propria voce registrata. Tuttavia non è un compito che ha preso sottogamba, anzi: per prepararsi ha affrontato un anno di coaching di recitazione per poter rendere al massimo. E da quanto abbiamo visto, il risultato è più che degno.

La sua partecipazione porterà anche a un’uscita molto speciale che accompagni la serie. Si tratta di Blocco 181 – Original Soundtrack, un album di cui ha curato la direzione artistica, che riunisce diversi artisti della scena rap italiana. In uscita il 27 maggio per Sony Music, vede la presenza fra gli altri di Ensi, Lazza, Noyz Narcos, Gué Pequeno, Jake La Furia e molti altri ancora.

Blocco 181 non è solo “la serie di Salmo”

blocco 181 salmo recensione

Pur essendo uno dei nomi di maggior rilievo legati al progetto, non bisogna fare l’errore di vedere Blocco 181 come “la serie di Salmo”. Questo show infatti ha un proprio valore molto forte, capace di conquistare il pubblico anche ben oltre la fan base del rapper.

La storia che racconta ha del grande potenziale, sia per l’aspetto crime (dove apparentemente sembra giocarsi su strade più tradizionali) sia per il lato romantico, che potrebbe aprire porte nuove in termini di rappresentazione. Insomma, è un progetto che merita assolutamente una chance, portando avanti il lavoro profondo fatto da Sky nell’ambito della serialità italiana. Non stupisce quindi che NBC abbia già progetti per distribuirla in tutto il mondo, né che sia già stata messa in cantiere una seconda stagione.

Blocco 181 debutterà il 20 maggio con i primi due episodi su Sky Atlantic e in streaming su NOW.

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Mattia Chiappani

Ama il cinema in ogni sua forma e cova in segreto il sogno di vincere un Premio Oscar per la Miglior Sceneggiatura. Nel frattempo assaggia ogni pietanza disponibile sulla grande tavolata dell'intrattenimento dalle serie TV ai fumetti, passando per musica e libri. Un riflesso condizionato lo porta a scattare un selfie ogni volta che ha una fotocamera per le mani. Gli scienziati stanno ancora cercando una spiegazione a questo fenomeno.

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