Blade Runner 2049, spaventa solo leggerne il titolo. Noi ci siamo stati e ci sono due lati della nostra indole che hanno visto il film. L'Umano e il Replicante.
Non ci saranno dettagli sulla trama o spoiler, cercheremo solo di capire insieme l'essenza di questa opera.
Il Lato Replicante: quello tecnico. Denis Villeneuve riesce a costruire una messa in scena quasi perfetta, sempre bilanciata, che riempie gli occhi e la mente. Scenografie gigantesche e spietate nella loro impeccabilità. Fredde quando servono, calde e empatiche quando ne abbiamo bisogno.
Cullate da una colonna sonora costante ma minimale, un compendio alla vista che lentamente ci lega alla pellicola.
La trama è solida, lineare e procede lasciando qualche dubbio nello spettatore. Una trama intelligente che non intacca minimamente il film precedente evitando anche di sfruttare “la nostalgia” per portare consensi. A tratti forse troppo didascalico, con troppi recap della situazione in scena, ma questa è colpa di uno spettatore sempre più pigro più che della trama in se.
Blade Runner 2049 è un film elegante, che sa come comportarsi.
I protagonisti, in particolare Ryan Gosling, risultano credibili e calati ottimamente in personaggi che sembrano pensati per loro. Forse Jared Leto è troppo sopra le righe, perfino per la tipologia di pellicola, ma si tratta sempre di una scelta più che di uno sbaglio.
I personaggi si muovono in un contesto solido, già accettato e ben conosciuto, che ha subito una espansione e non un cambiamento.
Il comparto sonoro è quello che probabilmente porterà premi alla pellicola e noi non possiamo che attendere. Fine Trasmissione.
Il Lato Umano: quello dei sentimenti, quello travolto dalle inquadrature, non per la loro perfezione ma per la loro emotività costruita. La pellicola può essere facilmente bloccata praticamente in ogni punto per regalare un dipinto di rara efficacia agli occhi, anche se si tratta di un sentimento creato in laboratorio e non arte riesce a risvegliare negli occhi di chi guarda ardore.
Come per chi si trova davanti a una gigantesca opera di artigianato, costruita con maestria, seguendo le regole, una dopo l'altra.
Ci troviamo davanti a questo costrutto così perfetto che non possiamo fare a meno di emozionarci. È arte? No, è maestria.
Non è arte perché manca la scintilla, l'ispirazione forse che riesce così bene a coprire la malizia della necessità.
E allora, ogni tanto, viene da chiedersi perché prendersi questo enorme rischio?
Nel 1984 esce 2010 l'Anno del Contatto. Sequel di 2001 Odissea nello Spazio, sì, quello di Kubrick.
Un ottimo film di Fantascienza (2010) diventato un cult e candidato a 5 premi Oscar.
Continuavamo a pensare a 2010 uscendo dalla sala, con il sentore che Blade Runner 2049 percorrerà le stesse orme.
Il sequel pratico di una pellicola filosofica che è anche storia del cinema.
Blade Runner è un'opera umana, affascinante, sfumata e emotiva.
Blade Runner 2049 è un replicante, solido, tecnico. Costruito con maestria, ma costruito. La differenza che c'è tra arte e artigianato.
Guardatelo, appassionatevi alla potenza della sua tecnica, godetevi un film ben fatto senza dimenticare che l'arte non è perfezione e l'anima non si può creare a tavolino.
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