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Blackwater – La Piena, mistero e orrore in Alabama | Recensione

Il primo libro della saga di Michael McDowell ci ha stregato

Una città allagata, una barca che passa fra le case in cerca di superstiti. E ne trova una: Elinor, che sembra uscita dalle stesse acque del fiume Perdido. Il primo volume della saga di Blackwater – La Piena – ci porta nell’Alabama di un centinaio di anni fa, con la penna abile di Michael McDowell che ci ha stregato con ogni parola mentre preparavamo questa recensione. Il libro edito in un paper-back sontuoso da Neri Pozza è il primo di una saga di sei che non vediamo l’ora di continuare. In questo articolo vi spieghiamo perché dovreste anche voi salire in barca per questo viaggio.

Leggi la recensione su The Last of Us

La nostra recensione di Blackwater – La Piena

Forse il nome di Michael McDowell, autore americano che purtroppo è morto nel 1999 a soli 49 anni, dice poco al pubblico italiano (noi stessi lo abbiamo scoperto con questa recensione). Ma forse qualche cinefilo ricorda il suo nome per aver scritto la sceneggiatura di Beetlejuice – Spiritello porcello. Negli Stati Uniti, tuttavia, era tanto apprezzato come autore beat che Stephen King lo definì il miglior scrittore di originali tascabili in America oggi”.

Già nel primo capitolo di Blackwater – La Piena che abbiamo letto per questa recensione, abbiamo capito perché. Una scena con solo due personaggi, Oscar Caskey e il suo domestico Bray, che passano in barca in mezzo alle acque del fiume che hanno esondato, sommergendo la città di Perdido in Alabama. McDowell ci fa sentire l’odore putrido del fiume, la viscosità limacciosa del fango che lambisce le case. Siamo passeggeri su questa barca che Bray muove lenta in mezzo alla città.

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Arrivati all’Osceola Hotel, il primo cenno di vita nella città sommersa: Elinor, che ha i capelli dello stesso rosso delle acque torbide del Perdido e del Blackwater, quando confluiscono in un fiume solo. Ben vestita e tranquilla in quell’inferno, sembra arrivata dal nulla: sorta dalle acque insieme all’alluvione. E già dal primo capitolo, McDowell ci fa intuire che – forse – è proprio così.

Il Southern Gothic, fra dramma famigliare e horror

Presto Oscar, da subito infatuato, introduce Elinor al resto della famiglia. Allo zio James e alla figlia Grace, che l’accoglieranno in casa. Ma anche alla sorella Sister e alla madre Mary-Love, il cui carattere forte si scontra fin da subito con la stoica determinazione di Elinor.

Che è una donna come non ce ne sono a Perdido, Alabama. Indipendente, ogni mattina nuota nelle acque rapide del Perdido e mentre va a lavorare come maestra, supera in barca con facilità la confluenza fra i due fiumi, che anche il barcaiolo più esperto teme per i gorghi roboanti che forma. Ma niente può fermare Elinor. Quando nuota, e quando si infila con sinuose bracciate nel cuore della famiglia Caskey.

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McDowell riesce a bilanciare in maniera perfetta gli elementi di “lotta” familiare con gli aspetti più horror e “magici” della sua storia, facendo sì che la lettura di questo romanzo proceda a un ritmo rapido: è un libro che vi fa andare a letto più tardi del dovuto. Ma senza mai ricorrere a finti cliff-hanger o trucchetti: la figura enigmatica di Elinor basta e avanza per convincervi a leggere.

La saga continua (e noi non vediamo l’ora di leggerla)

Con uno stile moderno e una protagonista come se ne vedono poche, la lettura per questa recensione di Blackwater – La Diga ci ha appassionato. E poi, una piccola nota estetica: noi siamo fan dei libri tascabili, che preferiamo alle più roboste copertine rigide e sovracoperte. Ma questa edizione Beat di Neri Pozza ha non solo ha le pagine dense e ben stampate che amiamo dei paper-back, ma anche copertine sontuose che sembra uscite da un’altra epoca.

Leggi la recensione su The Last of Us

Sappiamo che non dovremmo giudicare un libro da una copertina, ma quando la rilegatura affascina quanto il contenuto non possiamo che esaltarci. Non pensiamo possiate regalare questa edizione a un appassionato senza che squittisca di gioia.

Collezionare le copertine è uno stimolo in più per continuare a leggere questa saga, di cui abbiamo già iniziato a divorare il secondo volume: La Diga.

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Non vogliamo fare spoiler alcuni, ma finito La Piena correrete di corsa a comprare il secondo libro della saga. Che noi non vediamo l’ora di leggere (e di trovare un modo di raccontarvi senza spoiler).

La collana Beat di Neri Pozza ci ha fatto scoprire una saga fluviale davvero appassionante (oltre a darci dei dorsetti dorati da mettere in libreria: vi consigliamo di leggere Blackwater – La Piena. Ma fate attenzione: vi perderete nelle acque del Perdido.

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Stefano Regazzi

Il battere sulla tastiera è la mia musica preferita. Nel senso che adoro scrivere, non perché ho una playlist su Spotify intitolata "Rumori da laptop": amo la tecnologia, ma non fino a quel punto! Lettore accanito, Nerd da prima che andasse di moda.

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