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Black Widow: una nuova Fase | Recensione

Il Marvel Cinematic Universe riparte anche al cinema dopo la pandemia, vediamo com'è andata

Dopo una lunga serie di rinvii e rimodulazioni delle uscite cinematografiche, Black Widow è finalmente pronto ad arrivare nelle sale. L’attesissimo primo film da protagonista di Vedova Nera, una dei due Avengers originali a non essere ancora stata al centro della scena, debutta proprio oggi in Italia. È quindi tempo di tornare a parlare di Marvel Cinematic Universe sul grande schermo. Tuffiamoci quindi nella recensione (senza spoiler naturalmente) di Black Widow per scoprire tutto su questo nuovo momento per il franchise.

Black Widow recensione: ritorno al passato…

Dopo la conclusione dell’Infinity Saga con il colossale Avengers: Endgame (con Spider-Man: Far From Home a fare da epilogo aggiuntivo) non è semplice ripartire. Il Marvel Cinematic Universe sembra aver toccato il suo picco narrativo, con una pellicola che ha costituito un finale soddisfacente a oltre dieci anni di storie. Come si può quindi riportare in sala il franchise in maniera convincente? E parallelamente come si può riportare sullo schermo Vedova Nera, dopo quanto accaduto proprio in Avengers: Endgame?

La risposta a entrambe queste domande è un viaggio nel passato. Questa volta non serviranno Gemme dell’Infinito o passaggi dal Regno Quantico però. Black Widow infatti ci riporta indietro nel Marvel Cinematic Universe, raccontando un angolo finora rimasto nascosto della vita della superspia. Non solo le sue origini, ma anche la sua storia nel periodo immediatamente successivo a Captain America: Civil War, quando si è trovata in fuga dal Governo per il suo sostegno a Steve Rogers.

Però al di là di questo livello superficiale, c’è un altro modo con cui il MCU ritorna sui suoi passi, riprendendo in mano una delle chiavi più sottovalutate del suo successo: il film di genere. Soprattutto durante la Fase 2 questo franchise ha dato a ciascuno delle sue pellicole una ‘etichetta’ aggiuntiva rispetto al generale cinema d’azione con i supereroi. Ant-Man nasceva come heist movie, Captain America: The Winter Soldier è molto vicino allo spy thriller, Guardiani della Galassia è una space opera…

Una caratterizzazione molto forte, che ha aiutato non poco il franchise ad affermarsi e crescere. Tuttavia nel corso della Fase 3 questo aspetto si è indebolito. Le diverse pellicole sono diventate più omogenee fra loro stilisticamente (con qualche eccezione), forse anche per facilitare il loro incontro all’arrivo di Thanos. Black Widow invece tira il freno e ritorna prepotentemente all’approccio di genere.

…ma offrendo qualcosa di fresco per il franchise

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Photo courtesy of Marvel Studios. ©Marvel Studios 2021. All Rights Reserved.

Se la filosofia che sta alla base di questo nuovo capitolo è qualcosa che già abbiamo visto nella serie, la sua applicazione è invece decisamente nuova. Black Widow si allontana stilisticamente dal resto del MCU più delle pellicole citate sopra, risultando un’opera che ha più in comune con i film di spionaggio che con quelli di supereroi anche più di Captain America: The Winter Soldier. Non fosse per la presenza di personaggi già noti e i richiami narrativi, sembrerebbe di trovarsi davanti a un erede della saga di James Bond, di Mission: Impossible o (soprattutto) di Jason Bourne che a un cinecomic.

Il risultato è quindi un’opera che allarga la prospettiva del franchise, aprendo nuove strade. Molti in questi anni hanno paventato il rischio di una ‘stanchezza’ del pubblico per le opere dedicate ai supereroi, la cui presenza nelle sale è aumentata vertiginosamente. Black Widow dimostra che è possibile cambiare rotta, presentando un prodotto differente, un approccio che potrebbe essere chiave per mantenere il proprio appeal nei confronti degli spettatori.

Il tutto senza necessariamente abbandonare del tutto la formula del MCU. Nel DNA della prima avventura solista di Vedova Nera si trovano sempre e comunque le tracce della sua appartenenza a questo franchise, ma pienamente mescolate con le altre influenze che abbiamo citato più sopra. C’è da dire che da questo punto di vista si poteva fare qualcosa di più. A volte la convivenza delle due anime non è particolarmente armonica, ma è un punto di partenza su cui migliorare nei prossimi titoli.

Perché proprio questa ritrovata identità delle singole pellicole del franchise promette di essere un leitmotiv di questa Fase 4. Le opere che arriveranno in sala nei prossimi mesi sembrano destinate ad avere un’impronta molto profonda, esplorando nuovi generi e offrendo un approccio più autoriale che in passato. Un modo ottimale per fornire nuova linfa a un universo narrativo che non sembra destinato a concludersi a breve.

Black Widow non è perfetto, ma è solido

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Photo by Jay Maidment. ©Marvel Studios 2020. All Rights Reserved.

C’è da dire che al di là delle riflessioni sul ruolo di apripista di quest’opera, qualcosa che scricchiola c’è. Se per i primi due atti tutto fila piuttosto liscio, avvicinandosi alla sua conclusione Black Widow perde qualche colpo, soprattutto dal punto di vista dell’evoluzione dei suoi personaggi. C’era un chiaro obiettivo di come avrebbero dovuto essere alla conclusione del loro percorso nel film e il loro sviluppo è piegato in quella direzione, a volte troppo bruscamente.

Un fattore che va a indebolire l’eccezionale lavoro fatto dal cast. Se infatti Scarlett Johansson era già una certezza nei panni di Natasha Romanoff e anzi qui dimostra di avere tutte le carte in regola per tornare ancora da protagonista (al di là degli evidenti ostacoli narrativi posti da Avengers: Endgame), il resto della sua ‘famiglia’ sullo schermo è stata un’apprezzata conferma delle aspettative.

La chimica tra papà David Harbour e mamma Rachel Weisz è eccezionale e tengono benissimo la scena, da soli o fianco a fianco. Ancora più convincente è Florence Pugh, che pur interpretando il personaggio che più soffre degli ‘strappi’ di sviluppo di cui sopra, riesce a conquistarci presentando entrambe le facce di Yelena, al contempo spia letale e sorellina minore in cerca di un modello.

Insomma, questo ritorno in sala del Marvel Cinematic Universe, pur non risultando il migliore tra i film ‘da solisti’, è sicuramente promosso. Soprattutto, pone delle basi interessanti per il proseguimento del franchise non tanto da un punto di vista narrativo, ma stilistico. Se ancora dopo le serie di Disney+ qualcuno avesse dubbi su quanto gli eroi della Casa delle Idee potessero proseguire nelle loro avventure, Black Widow li elimina tutti. E ora si può davvero dire iniziata la Fase 4.

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Mattia Chiappani

Ama il cinema in ogni sua forma e cova in segreto il sogno di vincere un Premio Oscar per la Miglior Sceneggiatura. Nel frattempo assaggia ogni pietanza disponibile sulla grande tavolata dell'intrattenimento dalle serie TV ai fumetti, passando per musica e libri. Un riflesso condizionato lo porta a scattare un selfie ogni volta che ha una fotocamera per le mani. Gli scienziati stanno ancora cercando una spiegazione a questo fenomeno.

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